La serie di JeffoReview nasce con lo scopo di recensire quei prodotti collaterali al lottato; quindi abbiamo libri, documentari ma anche film, non per forza con un wrestler come protagonista.
Per il ritorno di questa rubrica, andiamo a vedere un film del 2010 (e indirettamente un suo seguito) perchè uno degli antagonisti principali è Steve Austin.
Per chi ha commentato sul sito, al momento non mi è possibile
rispondere. Spero di risolvere la questione il prima possibile, intanto
potete riscrivermi su Facebook (qui), Instagram (quo) e X (qua) anche per rimanere aggiornati sulle uscite e sui prossimi appuntamenti.
Cerco sempre di mettere in piedi contenuti differenti per ognuno di
questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.
Trovo particolarmente interessante il concetto di Expendables, da noi divenuto Mercenari. Perchè è uno di quei film che cade in mezzo a due epoche. Perchè sì, nel 2010 c'era una voglia di vedere e giocare con certi miti anni '80. Pensiamo a come Stallone stesso abbia rilanciato la sua carriera riprendendo in mano i due personaggi più iconici che aveva: Rocky e Rambo; ma allo stesso tempo era ancora troppo presto per quel nuovo linguaggio dell'action che ha segnato la seconda parte degli anni '10.
Una parte di questi elementi le possiamo trovare anche in due film contemporanei al primo Expendables: Red (e Red 2), del 2010 e Taken (da noi "Io vi troverò"). Due film che sono proprio nati sulla scia di questi concetti e che hanno iniziato a introdurre due elementi presentati dai Mercenari: l'uso di attori anziani, quindi con un fattore nostalgia, e l'uso di personaggi che ricadono in uno contro stereotipo, cioè la persona che non ti aspetti che possa essere un assassino in pensione.
L'ascesa dalla 87Eleven e la 87Night ha cambiato le regole del gioco. Si tratta della casa di stuntmen/women e casa di produzione dietro al fenomeno di John Wick (che recensì nel 2015: qui); con questo film ha sostanzialmente creato uno stile tutto nuovo di intendere e interpretare l'action main stream.
Un genere che era ormai confinato al mercato di terza-quarta fascia. Per questo l'anziano con elementi nostalgici hanno effetto nel 2008/2010, proprio perchè era un genere che rimaneva fuori dalle grandi produzioni e c'era fame di tornare a un certo tipo di prodotto.
In quegli anni molti eroi del genere come Sylverster Stallone, Arnold Schwarzenegger o Bruce Willis puntavano ad altro. Altre tipologie di film, altri obiettivi di vita. Eppure rimanevano comunque dei nomi in giro nel mercato home video o dei film per la TV: Jean-Claude Van Damme o Steven Seagal. O altri nomi più dimenticati come Cynthia Rothrock. Mentre i nuovi giovani talenti venivano esclusi e non avevano la possibilità di emergere. Nomi come Marko Zaror, Scott Adkins o Michael Jai White. Tutti grandissimi atleti marziali, grandissimi nel loro ruolo, ma relegati a film che oggi finiscono direttamente sulle piattaforme in streaming con un livello di pubblicità medio-basso.
E quindi un po' come spesso nel wrestling ho parlato di generazione perduta, anche nella figura dell'attore di film d'azione compare questo immaginario.
Quindi sebbene oggi la 87Night è uscita dall'idea di revival, si è deciso di puntare su tre fattori: l'uso di attori non nostalgici della scena d'azione. Keanu Reeves in John Wick, Charlize Theron in Atomica Bionda o Bob Odenkirk in Io sono nessuno.
Scena di lotta costruite e strutturate in maniera impeccabile dalla casa di stunt. Ci sarebbe da spiegare l'uso della telecamera o del montaggio nall'action, ma non è questo il luogo. Dico solo che su YouTube ci sono video dove vengono contati gli stacchi delle scene di Taken 3 e se lo si confronta con le coreografie di un John Wick la differenza diventa netta e chiarissima.
Infine i nomi della generazione perduta, hanno iniziato a ricevere riconoscimenti, diventando i cattivi e permettendosi di mettere in scena le peculiarità attoriali e di stile.
E quindi il grosso merito di questo film è effettivamente quello di non essersi inserito in una nicchia. Ma di averla creata. Una nicchia al confine tra il meme (nel secondo capitolo Chuck Norris viene totalmente depotenziato da quella che è la sua icona sportiva e cinematrografica e trasformato in un protomeme) e quello che è l'action attuale.
Un altro esempio è quel gusto attuale verso i requel, cioè quando mascherano i remake di grandi saghe (solitamente horror) in un seguito: Scream 5, Halloween o L'Esorcista di David Gordon Green. In questo caso sono i continui ammiccamenti, che per l'appunto sono un protomeme, una situazione in cui si invertono le battute tipiche dei personaggi, oppure attendi il momento giusto in cui farle esplodere.
Ma questa operazione, non è stata per nulla di qualità.
Parlerò generalmente sia del primo che del secondo film. Il motivo è che nel secondo non ci sono wrestler in alcun ruolo (nemmeno come stuntman, cosa che nel quarto accade); il secondo è che sono due film che sono i due volti della stessa medaglia.
Uno dei più grossi limiti (che esploderà definitivamente uccidendo l'idea nel terzo film) è l'inserimento di nomi.
Questi film offrono un insieme di star che spesso limitano i loro stessi spazi e quelli dei vari comprimari e volti nuovi. Non è un segreto come siano stati scritti, cioè limitando la psicologia dei personaggi proprio perchè i nomi venivano aggiunti man mano che le settimane passavano e quelche grosso nome si legava al progetto.
L'unica vera eccezione nei primi due film è Dolph Lungdren. Che probabilmente venne inserito nel progetto fin dal giorno 1 e quindi poterono strutturarlo al meglio. Ma con Jason Statham, che avrebbe dovuto essere il protagonista, si fa un lavoro decisamente peggiore (che sfocerà nel quarto capitolo).
Ma il progetto stesso è racchiuso tutto proprio in questa accozzaglia di nomi che, nel secondo film, fronte anche il successo del primo trova un equilibrio.
In questa seconda parte infatti vediamo l'inserimento di altri nomi. JCVD per esempio, o il già citato Chuck Norris, oppure Shwarzenegger in un ruolo più attivo della mera comparsata.
E funziona.
Perchè gli equilibri che nel primo sono molto deboli, con segmenti tenuti su con lo sputo, girano.
Non c'è più bisogno di spiegare chi siano (male) Jason Statham o Randy Couture. Ci sono prende anche il tempo di trovare una giovane vittima sacrificale che fa da motore all'azione in Liam Hesmworth.
E anche le scene d'azione, con la presenza di Scott Adkins, forse non a caso, permettono di creare dei momenti action decisamente molto meglio coreografati. Il puzzo sul progetto, tenuto assieme dai soldi cinesi, dovrebbe sorgere quando Jet Li si tira fuori nei primi 10 minuti, per non tornare mai più. Ma ne parleremo con il terzo.
La ragione per cui sono qui a parlare di questi film, è una sola: Steve Austin.
La carriera di Austin nel cinema sembra più un qualcosa di collaterale che una prospettiva reale per lui. Se andiamo a vedere la sua filmografia vediamo una singola partecipazione da protagonista nel film coprodotto dalla WWE, The Condemned nel 2007, per poi sostanzialmente sparire nei film direct-to-video. Un po' il destino di tutti i normali eroi d'azione dell'epoca. Come spiegavo nell'introduzione.
Ho provato a cercare qualche intervista specifica ma a parte un paio di episodi, non c'è un reale dietro le quinte della sua presenza.
Dato il forte legame tra la WWE e Stallone, non mi stupirebbe se sia stata una sua idea, senza un progetto concreto.
Dopo di questo approderà alla TV dove parteciperà a qualche reality di quelli con le prove di forza a eliminazione, ma senza davvero sfondare. Il che apre a un quesito sul suo starpower nel mondo reale. Anche se il 2010 è comunque 12 anni dopo il suo boom e forse la tempistica migliore è stata quella di The Rock nel debuttare al cinema.
Trovo interessante la scelta di inserirlo tra i cattivi. Qui il suo ruolo è quello di esere la nemesi di Couture. L'ex lottatore UFC che svolge il ruolo di face a fianco di Stallone e Stetham.
In generale uno che deve solo menare sembra il perfetto esempio di un esperto di MMA e un lottatore con delle linee di dialogo sembra più adatto a un wrestler. Eppure non è così.
Ora, Austin non è un attore di carriera, non ha sicuramente capacità recitative marcate, però un promo di forte impatto lo ha sempre fatto. Sia quando deve improvvisare sia quando deve recitare.
A questo punto mi verrebbe da chiedere i motivi della scelta, soprattutto tenendo conto che Randy non ne esce proprio bene. All'epoca la UFC era più grossa della WWE indubbiamente, ma è un mero discorso di marketing? Chissà se usciranno delle interviste che si focalizzano su questo in futuro.
Ma dunque che ruolo ha Austin nel film?
Rimane comunque un ruolo di primo piano. Si tratta del braccio destro del boss, un machiettistico David Zayas, che rimane praticamente costantemente sullo schermo.
Viene costruito come il più forte, dopo Dolph Lungdren quando passa dall'altra parte e per questo non può che essere una rappresentazione degna di nota.
Due sono i momenti chiave per lui. Lo scontro con Stallone, momento chiave anche per il reparto marketing, dato che molta della promozione è legata a lui che nella foga fa del male al collo di Sly. Ma la sua scena madre resta quella dello scontro con Randy Couture.
I due lottano alla pari e sembra portarsi a casa la vita di uno dei buoni, salvo poi venire ucciso dopo essere finito tra le fiamme.
Era una prova che poteva produrre qualcosa di più in termini di rilevanza futura per lui? Si e no, rimane comunque un comprimario che ha presenza scenica ma non ha un ruolo. Non parla per esempio. Quindi ci sta che i producer non abbiano visto in lui null'altro se non un attore buono per i DTV. E anche di quelli ci sarebbe tanto da dire. Ma prima, il prossimo step è parlare de I Mercenari 3, con Ronda Rousey.
Per chi ha commentato sul sito, al momento non mi è possibile
rispondere. Spero di risolvere la questione il prima possibile, intanto
potete riscrivermi su Facebook (qui), Instagram (quo) e X (qua) anche per rimanere aggiornati sulle uscite e sui prossimi appuntamenti.
Cerco sempre di mettere in piedi contenuti differenti per ognuno di
questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.
Alessio Garbini