domenica 24 marzo 2024

JeffoVisioni: due modi diversi di raccontare la storia

Ritorna l'appuntamento settimanale con JeffoVisioni, la rubrica che ogni domenica mattina parla del meglio della settimana wrestling appena conclusa.

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Ogni sabato alle 19 potrete trovare sui social il racconto in presa diretta di quella che è la storia italiana della WWE. Cioè il racconto delle puntate, come se fossimo ancora nel 2004, di SmackDown.


C'è quel qualcosa che rende i feud di Bryan Danielson unici. E non è quello stesso senso che si trovava in ROH, quel periodo fantastico della Ring Of Honor in cui lo si vedeva dare tutto di sè per diventare il migliore.
Questa run invece di Bryan è differente. Non deve diventare il migliore, deve dimostrare di esserlo ancora. Non a caso i feud principali in questa annata attorno a questo leit motiv hanno uno schema dendenzialmente simile. Quello con Kazuchika Okada, quello con Eddie Kingston, quello con Zack Sabre Jr. e adesso quello con Will Ospreay. Vertono proprio su questo punto specifico, Ospreay vuole dimostrare di essere il migliore, vuole far vedere di poter arrivare a quello che Danielson ha fatto e dunque affronterà anche lui Katsuyori Shibata.
Un match questo che diventa non solo una sfida essenziale in ottica futuro, ma che consolida il passato e che vuole anche mostrare la qualità in-ring dei tre coinvolti.
Un discorso differente da quella che è stata la sequenza con Kingston e la doppia sfida a Jun Akiyama. Lì la mancanza di rispetto di Danielson era tale da voler umiliare l'idolo di Eddie. Qui lo scontro è tra i migliori del mondo che si spingono al limite per essere i migliori.
E quindi tutta questa ultima run di Danielson assume un peso innovativo e mostra con tutta la sua potenza un feud basato sulla mera rivalità sportiva: "quale squadra è migliore?" "chi tra Mike Tyson e Muhammed Ali vincerebbe in un match?"; possa funzionare alla grande nel mainstream e che la WWE ci ha abituato per anni alla necessità di storyline all'estremo abbandonando la visione più classica e consolidata del wrestling. La AEW riporta in vita il wrestling dei territori e lo fa nella sua forma migliore presentando gli scontri al vertice della disciplina e ponendo la risposta a chi sia migliore nel suo campo di pertinenza.

La Bloodline è una di quelle storie che presenta delle serie problematiche. Sarebbe sicuramente interessante provare a rivivere i momenti chiave una volta che questa storia sia giunta al suo compimento. Proprio per provare a comprendere quanto fosse stabilito fin da subito e quanto questo si sia messo a punto mentre la storia avanzava.
In questo un esempio perfetto rimane il feud tra Jimmy e Jey Uso. Perchè la storia tra i due, cioè i punti chiave, sono evidenti e sono presentati fin da subito. Ma si sono persi così tanto pure loro che la conseguenza è che il promo di Raw non segue la stessa storia che hanno costruito negli scorsi mesi.
E quindi questo comporta davvero una dicotomia netta e evidente tra quella che è la necessità di una storia lunga e programmata ma che deve tenere conto di quelli che sono i punti evolutivi che si modificano, perchè non puoi pensare che un fruitore non si accorga delle problematiche varie che si presentano di volta in volta. Quindi una maggiore attenzione al dettaglio è fondamentale.

Che se ci pensiamo è un po' il tema che troviamo anche nella storia di Sami Zayn e Gunther.
Ne volevo già parlare settimana scorsa di come abbia letto il nome di Chad Gable messo in ballo, ma il fatto che sia stata la WWE stessa a riportarlo in auge è un aggancio fondamentale.
La storia di Gable si è conclusa ed è giunta a compimento con l'ottima sequenza di match, cioè non tutti i percorsi sono percorsi dell'eroe; ci sono anche nomi che non necessitano un lieto fine, ma fungono la funzione di vittima per la nemesi.
Per questo non c'è necessità che fosse lui a vincere. Chi è un nome perfetto per questo è proprio Sami Zayn. Il face definitivo contro il grande generale indomabile. Chi meglio di lui?
Sembra una storia perfetta e soprattutto il modo perfetto per togliergli il titolo. Un mostro di questo tipo può essere fermato soltanto o da uno migliore di lui, pensiamo a Ilja Dragunov che lo ha sconfitto a NXT: UK, oppure un face che vince con la spinta del pubblico.
Quindi la morte di Gable è giunta perfettamente a presentare la vittima sacrificale per dare a Zayn la vittoria e il trionfo che gli sono stati negati lo scorso anno. Perchè la dinamica che si proporrà sarà la stesa che ebbe a Elimination Chamber contro Roman Reigns, ma questa volta non dovrebbero esserci controindicazioni per farlo perdere.

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Alessio Garbini


1 commenti
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1 commento:

  1. Mi piace moltissimo il format degli Awards.
    Riusciresti a portare qualche articolo di questo genere anche sulle annate del passato?
    Anni 80, 90 o 2000…
    Magari meno “densi” ma indicando comunque il miglior wrestler, miglior incontro, ecc.
    Anche perché credo a distanza di tempo le cose si vedano sotto un’altra prospettiva.

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