venerdì 18 aprile 2025

WrestleMania 41: l'analisi della Hall Of Fame 2025

La stagione di WrestleMania ci porta come sempre alla Hall Of Fame. Andiamo ad analizzare le carriere degli introdotti in questo 2025.

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Paul Levesque

Sarebbe sicuramente insensato non pensare che HHH abbia avuto una carriera da Hall Of Fame.
Sebbene non sia uno di quei nomi che ha meriti o a cui possiamo dare un riconoscimento sul quadrato a tout court.
Il 2003 è considerato un anno horribilis proprio per suo demerito: promo terribili, match inguardabili e feud tra il razzismo e l’inutilità.
Non penso che sia un caso che voglia lasciare un sua eredità da un punto di vista più organizzativo e creativo. Ne sto parlando ampiamente in alcuni articoli.
Potete leggerne:la nuova EVOLVE.

Se questo sono elementi di cui diventa impossibile fare una previsione oggi, non possiamo che osservare dunque la sua carriera sul quadrato. 
Un wrestler che ha disperatamente voluto essere Harley Race o Ric Flair. Il feud Batista/Evolution non è altro che la riprosizione di quello tra Lex Luger e i Four Horsemen.
 
Ma di mano sua che cosa potremmo considerare come degno di nota, senza timore di poter essere smentiti?
Nel 1998 e 1999 quando prese in mano la D-Generation X e la sfruttó. Oppure il periodo successivo con Stephanie McMahon. Sono i momenti più importanti per lui, che hanno definitivo quella che è la sua effettiva carriera.
Insomma ha il pregio di essersi potuto ritagliare il suo spazio tra The Rock e Steve Austin, questo non è da tutti.
 
Il ritorno alla Royal Rumble 2002 divenne un momento eccezionale, non è seguito un periodo altrettanto brillante, ma quando la WWE lo ricorda, ne ha buoni motivi per farlo.
La sua prova di maturità avrebbe dovuto essere nll feud con Shawn Michaels da nemici e poi amici, cosí come quello con Undertaker conseguente al primo. E se il secondo visse più di hype, piuttosto che di un reale senso di perfetta narrazione, quello con HBK è l'altro apice della sua carriera dopo quello del 98-99.

Ma attorno c’è il vuoto. Quante persone non ha lanciato, per anni l'accusa fu quella di seppellire molti talenti. Non è stato in grado di diventare il Ric Flair degli anni ‘00 nonostante lui disperatamente avesse voluto esserlo. Ma ha lasciato una traccia di sè, nel bene e nel male.


Michelle McCool

Ci sono tanti momenti che possono fare da precursore alla Women’s Revolution di casa WWE. Sebbene l’unico reale motivo sono stati i soldi e la conferma che la gente avrebbe pagato per vedere due donne lottare.
Discorso lungo e complesso ma che alla luce della causa a Vince McMahon assume un senso, sia con le parole di CM Punk sul pensiero dell’ex chairman sulle donne che lottano, che il ruolo di Ronda Rousey. Vi rimando a questi vecchi articoli, non restaurati: l'intervista di CM Punk da Colt Cabana e il ruolo di Ronda Rousey.
Intanto sul WWE Vault hanno pubblicato il match che convinse Vince, inedito per dieci anni: qui tutto l'evento.

Nel periodo 2008-2010 a parte qualche sparuto sprazzo creativo la situazione era molto grave. Uno di questi act funzionanti è la coppia formata da Layla El e Michelle McCool. Per questo non esistono motivi, se non politici, per inserire solo la moglie di Undertaker.

I segmenti delle due con la cintura spezzata, oppura da tutor di Low Ki a NXT, rimangono tra i momenti più godibili della divisione Divas.
Poi rimane la prima campionessa della cintuta con le farfalle e un feud brutto con la compagna, ma niente che vada oltre il nulla assoluto della divisione costrette in spot morti con segmenti da massimo 5 minuti a puntata.


Natural Disasters

Parlando di raccomandazioni. Fred Ottman è lo zio di Cody Rhodes. Non ci sono altre ragioni per inserire Tugbot/Typhoon/Shockmaster nella HOF.

Discorso differente per John Tenta. Tralasciando il suo successo nel Sumo, entrato a 22 anni e imbattuto al momento del ritiro, ebbe un breve stint, di successo in AJPW e poi in WWE dove per la sua stazza ebbe un ottimo riscontro con un feud con Hulk Hogan particolarmente sentito.
La seconda parte di carriera viró sul comico con l’arrivo degli anni ‘90, ma non per questo meno significativa.

Inserirli in tag è forse l’unico modo per dare valore a entrambi.
 

Lex Luger

Cosa dire di Lex? Una persona che è arrivato a piena consapevolezza di tutto quello che ha fatto nella vita e lo ha accettato.
E sono quasi più i problemi fuori ring che quelli sul quadrato. Senza citare la situazione della morte di Miss Elizabeth (in cui non è coinvolto direttamente, ma era anche lui non in grado di intendere a causa delle droghe). Proviamo a soffermarci su elementi propri di questo business.
I vari passaggi WWE/WCW sempre avvenuti in modo irrispettoso. Non solo il famoso debutto nella prima puntata di Nitro, ma anche l’arrivo in WWE tramite la WBF.
Ah e la passione per il softball, che gli faceva saltare eventi o match per poter giocare.

Insomma se fuori dal ring è sempre stato problematico, per cosa potremmo ricordarlo?
È uno di quei casi dove il carisma è stato preponderante, una situazione in cui si è provato a spingerlo per la sua presenza.
Pensiamo al Lex Express, in tutte le intenzioni il modo per sostituire Hulk Hogan, ma che fallì miseramente. Non per colpa sua, o in parte (fare un tour nel paese a bordo di un bus, senza usarlo e quindi senza incontrare i fan città in città, è colpa sua). 
 
Il suo momento più alto è il giá citato feud con Ric Flair e gli Horsemen. Il suo match per il titolo è quello che lo ha davvero lacnito, anche e soprattutto grazie a Flair che, a differenza di HHH, seppe valorizzarne i pregi.
Il rapporto con Sting è un altro punto interessante. I due hanno pienamente rappresentato la WCW e il loro modo di concepire il wrestling.
 
Nome che giustamente risulta di seconda fascia, proprio perchè questa è la sua carriera.
 

Steve Austin Vs. Bret Hart, WrestleMania 13

Il miglior match della storia WWE.
Ho iniziato a raccontare sui social la storia dell’Era Attitude che viene spesso fatta partire proprio da questo incontro.
Uno scontro di pura perfezione narrativa sia dentro che fuori dal ring. Un classico intramontabile che ha rilanciato la carriera di Bret Hart e che ha permesso a Steve Austin di diventare uno dei wrestler più famosi della storia.
Non ne ho potuto ancora parlare bene nel sito, ma non mancherà l’occasione, magari a breve.
 
Sono contento abbiano rubato l'idea dalla UFC di inserire anche i match. 
 

Dory Funk Sr., Ivan Koloff & Kamala
 
Torna anche lo spazio per l'ala Legacy della HOF. Che è diventata "wrestler deceduti che non possiamo inserire in altro modo". Quindi una leggenda vera come Dory Funk viene accumunato a Kamala, nome importante nell'Era Gimmick, ma sicuramente non paragonabile.
In mezzo abbiamo Koloff, nome importante, ma non leggendario. Una seconda fascia, come dicevamo di Luger.


 
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Alessio Garbini
1 commenti
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1 commento:

  1. Flair era totalmente di un'altra categoria rispetto a Triple H.
    Le top star comunque devono jobbare pochissimo, altrimenti il job perde di valore.
    Dopo l'addio di Lesnar, non c'erano tantissimi giovani di valore da lanciare all'epoca.
    Forse l'unico caso è quello di Edge, che effettivamente divenne main eventer troppo tardi (e rimase un paio d'anni a vagabondare senza meta nel mid card).
    Cena e Orton hanno avuto una ascesa tutto sommato veloce.
    Fuochi di paglia come RVD (il più popolare fra il 2002 e il 2003) non li considero nemmeno.
    Non aveva la struttura mentale per reggere il peso di quel ruolo (sia con i mass media, sia nella giungla del backstage).
    Poi come nella vita ci sono momenti alti e momenti bassi.
    E' quasi impossibile mantenere uno standard di qualità elevato costante nel tempo.
    Sia perchè l'atleta invecchia, sia perchè gli sceneggiatori non sempre producono materiale degno di nota.
    Lo stint di Misawa negli anni 2000 non è minimamente paragonabile a quello del decennio precedente.

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