sabato 5 ottobre 2013

Jeffo Review #1: HHH - Thy Kingdom Come

In questo spazio, troverete le recensioni di libri, DVD o documentari relativi al wrestling.







Il documentario sulla carriera di HHH si articola soprattutto su due aspetti, l'essere totalmente un egomaniaco e la famiglia.

Iniziamo subito dalla parte positiva del documentario, che è la cosa più importante e forse il vero e proprio soggetto del tutto.
Fin dall'inizio si alternano due gruppi familiari, da un lato abbiamo i genitori di Paul e dall'altro invece il suocero, suocera e la moglie, il tutto permette di creare un insieme omogeneo tale che l'intero documentario assuma una sensazione familiare, sembra davvero di essere seduto a tavola con la famiglia McMahon-Levesque e di sentire i racconti relativi alla carriera di HHH.

Ovviamente sussite una specie di dualismo tra la dimensione personale e la dimensione lavorativa che fa da sottotesto a tutto il bipic, l'apice viene raggiunta forse in uno dei momenti più interessanti dell'intero documentario, ovvero quando viene raccontata la storia d'amore tra Stephanie e Hunter, viene ampiamente mostrato il forte conflitto e la dualità che questo comporta, sia dalle invidie in campo lavorativo che le preoccupazioni dei famigliari, oltre ad una velata minaccia di Vince nel caso fosse finita male la vicenda, oltre a soffermarsi su una delle critiche più forti che il HHH post-2003 abbia ricevuto, ovvero che fosse un raccomandato visto il suo ruolo di genero.
In questo contesto il momento di massimo coinvolgimento emotivo e di empatia viene raggiunto quando viene mostrato il matrimonio reale tra i due, con tanto di aneddoti legati al prete che li ha uniti in matrimonio e aneddoti raccontati da vari ospiti della cerimonia.

In quest'ottica assume un differente significato il forte ruolo che viene dato al feud tra Randy Orton e HHH che sfocia nell'orribile match di WrestleMania 25, dove i due si scontrano per la famiglia di Hunter, ed essendo focalizzato il documentario soprattutto attorno alla figura familiare di Hunter il concentrarsi in maniera pressante su questo feud, ignorandone altri di impatto decisamente differente sia per il business che per la carriera del Triplo (uno su tutti quello con Shawn Michaels),  diventa quasi un obbligo per mostrare come privato e pubblico convivano, come finzione e realtà si mischino in un prodotto che è quello della WWE.



Ora passiamo alle parti negative, innanzitutto c'è il solito fastidiosissimo revisionismo storico della WWE, inutile fare esempi come "The Self-Destruction of Ultimate Warrior" o "Rise & Fall of WCW", qui ce ne sono alcuni spesso accennati e non molto evidenti ed altri spiattellati con gusto in faccia allo spettatore, come il PG che arriva nel 2006 (in realtà sarà nel 2008 il passaggio da TV-14 a TV-PG) o il ruolo della Clique, qui presentata come una stable di amiconi che si divertivano, ignorando tutte le pressioni e il potere che avevano e le carriere stroncate.

Se questo è un aspetto in parte sorvolabile, non si può fare altrettanto per quanto riguarda l'essere un egomaniaco di HHH.
Tutto il documentario si concentra su quanto sia il migliore, sia il più talentuoso, l'unico con spirito, grandissimo attore e grandissimo padre di famiglia.

Insomma, dopo 2 ore e 30 in cui tutti elogiano Triple H in ogni ambito la cosa diventa decisamente stucchevole.

Ad esempio viene detto che il motivo per cui lasciò la WCW per la WWF fu perchè desiderava lavorare di più, concentrandosi sulla sua enorme etica lavorativa, ma gli esempi sono infiniti, e se nella parte iniziale o finale di un documentario biografico ciò ha anche un senso, non ce l'ha quando intervisti gli attori del filmaccio con HHH protagonista che lo definiscono un grandissimo attore o Kevin Nash che dice che guardasse la WCW solo per vedere Hunter.

Sono tanti anche gli aneddoti e le vicende narrate che rendono questo documentario interessante, come quando HHH racconta la sua reazione emotiva al ritorno nel 2002 dall'infortunio, mostrandoci tutti gli aspetti di come fosse soddisfatto delle reazioni visto il suo ruolo di top-heel e di tutto il calore ricevuto.

La parte più naturale forse è l'inizio, quando i genitori e lo stesso HHH mostrano come il wrestling sia parte stessa di Paul, che senza di esso non avrebbe altre ragioni di vita, il tutto racchiuso nella frase che espone dopo aver narrato il suo primo allenamento: "era la cosa più naturale che avessi mai fatto".



Alessio Garbini
3 commenti
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3 commenti:

  1. La WWE è passata al TV-PG nel luglio del 2008.

    It's True!/Giacomo

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  2. E' lodevole che HHH abbia dedicato tutto alla WWE: se anch' egli avesse voluto provare la carriera hollywoodiana non credo avrebbe trovato ostacoli, anzi sarebbe stato "aiutato", credo. Del resto nessuno ha ostacolato Shane quando questi ha deciso di vivere la sua "vita alternativa".
    Ma Batista che paragona HHH a Michael Jordan è davvero troppo. Per tutti.
    Risulta perfino ridicolo.

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