venerdì 18 aprile 2014

Jeffo Review #4: Oculus

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In questo spazio oggi andremo a parlare del’ultimo film co-prodotto e distribuito dallo WWE Studios ma senza la partecipazione di alcun wrestler, e vista la immensa qualità dei film precedenti con attoroni del calibro di The Miz o John Cena, direi che ciò sia solo un bene.



Il film sta procedendo molto bene al box-office americano, uscito l’11 aprile è nella top-3 dei film più visti della settimana (terzo posto) e si piazza secondo al momento per la filmografia dei WWE Studios a livello di visibilità (il primo è il film con la partecipazione di David Otunga, “The Call”, che riuscì a raggiungere la seconda posizione), parlando di introiti, nel mercato US al momento è il quinto film dietro a “12 Rounds” con John Cena, “See No Evil” con Kane, “The Marine” sempre con Cena e “The Call”, a cui andrebbero aggiunti i primi tre film di The Rock e “No Holds Barred” con Hulk Hogan ma all’epoca non esisteva ancora lo Studios ufficialmente, guadagnando per ora un totale di 12.005.402 dollari.
In Italia il film è uscito il 10 aprile e nella prima settimana ha guadagnato 402.978 euro ed ha raggiunto la settima posizione in classifica.

Il film è l’opera prima di Mike Flanagan basato su un corto precedentemente diretto dallo stesso Flanagan dal titolo “Oculus: Chapter 3 – The Man with the Plan”, il cast abbastanza ricco è stato preso da differenti serie TV di successo, abbiamo Karen Gillian (da Doctor Who) e Annalise Basso interpretare la protagonista femminile, Kaylie Russell, mentre Brenton Thwaites e Garrett Ryan rivestono il ruolo di Tim Russell il protagonista maschile, altri personaggi principali sono interpretati da Rory Cochrane (da CSI: Miami) e Katee Sackhoff (da Battlestar Galactica) con il ruolo di Alan e Marie Russell, genitori di Kaylie e Tim.


La trama del film vede il giovane Tim uscire da un ospedale psichiatrico dove è stato rinchiuso per una decina d’anni in seguito a dei fatti non meglio specificati, qui conosciamo la sorella ossessionata da un oggetto apparentemente mistico, uno specchio antico, secondo lei autore della morte dei loro genitori e, dopo vari tentativi, riesce a coinvolgere il fratello nella sua caccia allo spettro che, secondo lei, vive nell'oggetto.

Il film si propone sul filone del thriller-horror, a differenza di molti film dello stesso tipo dove spesso viene banalizzata la figura stessa del genere con una trama lineare e spesso banale, abbiamo in questo caso un film basato su una trama che comprende un continuo alternarsi tra passato e presente continuando in un continuum temporale non lineare la narrazione, la cosa interessante è come visto il tipo di potere dell’oggetto mistico in questione, si riesca ad avere presente e passato allo stesso tempo in un certo momento, e sono proprio l’alternanza tra il passato e il presente a dare forza ad un thriller buono ma non particolarmente ricercato.

Nella prima parte del film continua a sussistere il dubbio che il tutto possa essere un prodotto della mente di uno dei due fratelli, rendendo la pellicola particolarmente interessante sotto questi punti di vista, ma scoperta poi la verità il film si trascina via spostando il confine su un altro punto, molto meno riuscito, cercando di identificare la realtà e la finzione in quello che vediamo attraverso la narrazione dei personaggi, ma questo abbandono dei toni narrativi iniziali di fatto toglie al film molto del suo fascino e, sebbene alcune trovate siano molto interessanti, nell’ingresso totalmente in tematiche horror si ha la sensazione di non essere davanti che all’ennesimo film di spettri, con qualche elemento gore e torture che però danno al film un valore in più, infatti la loro non sovraesposizione forzata rende più d’impatto la loro riuscita.

In sostanza il film è una pellicola riuscita e metà ma che con i suoi buoni pregi riesce comunque ad essere differente e coinvolgente per lo spettatore, in questo modo si riesce a ritagliare il suo spazio all’interno del filone con alcune trovate registiche e di montaggio d’effetto, certo l’effetto “spavento” voluto ad ogni costo può risultare banale, ma merita sicuramente una visione per gli amanti del genere.


Dimenticavo, i vecchi proprietari dello specchio sono la famiglia Levesque, omaggio a HHH o semplice imposizione narcisistica?


Alessio Garbini
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