Buona lettura.
Era
il 2003 ed io e mio fratello ci picchiavamo (sul serio) a colpi di telecomando,
tra gli sguardi indignati di nostra madre.
Ahimè, aveva la meglio
sempre lui: possesso della tv, Italia 1 e SmackDown!
“Cosa c’era di così
eccitante, da lasciarlo con gli occhi incollati allo schermo e il fiato sospeso,
nel vedere dei bestioni picchiarsi pesantemente?”: me lo sono sempre chiesta e
mai ho trovato risposta, se non fino a qualche tempo fa.
Unica mia certezza, allora,
erano i cento quarantacinque kilogrammi di muscoli e lo sguardo semi-vitreo di The
Undertaker, il Becchino: non lo dimenticherò mai!
Poi
è successo tutto per caso, e mi sono lasciata affascinare dai racconti sul
wrestling di chi ne è appassionato. Ho sospeso il giudizio, ho ascoltato e ho fatto
domande, provando a comprendere cosa succede davvero su quel ring, cosa accade
dietro le quinte, cosa c’è prima e dopo lo show e, soprattutto, come ci si
sente in quel momento lì, da wrestler ma anche da spettatore.
E
così le settimane sono passate: qualcosa ho capito sul serio, qualcosa ho letto
in giro, qualcos’altro ho fatto finta di aver inteso e nel mentre ho spiato qua
e là dei video su YouTube, per capirci ancora di più; ed alla fine mi son fatta
invitare ad uno show.
Domenica
9 aprile, la Total Combat Wrestling organizza il suo evento mensile: non ci
penso su due volte e ci vado! Ore 17 sono lì tra i primi! Aspetto l’apertura
dei cancelli, in un misto di emozioni che si esplicano tra il “Dai, resto!” e il “Mi sa che torno a casa, ora!”; non ho mai visto uno show dal vivo. Nel
frattempo, per ammazzare il tempo e nella totale incoscienza, scrivo un
messaggio a mio fratello: “Oh, sai, sono
a vedere un incontro di wrestling?!” Risposta: “Oh, ma come un incontro di wrestling?! Ma che gente frequenti?” Sorrido,
e nel frattempo i cancelli si aprono.
Entro:
da lontano scelgo il mio posto ideale, da perfetta profana: divanetto, in fondo
a sinistra; così, a caso, per poi scoprire che di lì i wrestler li vedrò anche
entrare e tendere le mani al pubblico in visibilio.
Mancano
solo 10 minuti all’inizio dello show. Per un attimo mi passa per la testa tutto
ciò che ho letto e sentito nell’ultimo periodo; nonostante ciò, la mia memoria
da bambina, “traumatizzata” dal “Becchino”, non può che immaginarsi e
aspettarsi omoni spaventosi e cattivi, bisunti e unti, che si picchiano
violentemente facendosi male sul serio con indosso strani vestituncoli, ed un
pubblico che urla, strepita, acclama e inveisce contro l’uno o l’altro wrestler.
Scusate, avete ragione, mi sono lasciata prendere: resetto la mia memoria
episodica e ritorno alla realtà a cui sto per assistere!
Ormai
ci sono, non posso più scappare, e sinceramente non voglio neppure farlo. Sento
una strana adrenalina che non capisco affatto: si abbassano le luci, la musica
si alza e lo show ha inizio!
Il
primo ad entrare è Antonino Bellavita - Selfie King con i suoi stivaletti giallo
shocking, che presenta il suo “terrone
preferito”, Rocco Gioiello. Il siparietto tra Bellavita e Gioiello funziona,
ma con il suo total black ed il capello gelatinato penso subito che Gioiello sarà
il non plus ultra della giornata. Infatti, è amore a prima vista quando sulle
note di “It’s My Life” alza al cielo
la sua cintura da Campione Revolution. Nel mentre fanno ingresso Marieddu, risucchiato
da un’imponente acclamazione del pubblico, e Pain. Poi, a braccetto con
Campari, raggiunge il ring Carlo, che ricorda come Gioiello e Bellavita gli ha
rubato il titolo fingendosi arbitro: l’avevo detto io che era figo il Gioiello,
eh! Carlo, però, non sfiderà nessuno oggi perché infortunato.
Ci
siamo, “Il match è adesso”! Il primo
è Bellavita contro Marieddu, che tra gli applausi e “senza esclusione di colpi”, mette a tappeto più volte Bellavita, in
un match in cui passa più tempo fuori che dentro il ring! Marieddu, infatti, è
un attimo spazientito e nel giro di pochi minuti è il vincitore.
Siamo
al secondo match: Apollo, con la sua tutina bianco e oro, a dir poco
dionisiaca, sfida, in un triple treath match, Joker e Jacob. I miei occhi,
da appassionata di teatro, non possono che trovare il match superlativo e a dir
poco scenografico. A fare da protagonista, al di là del finale, è sicuramente
Jacob con il suo alter ego Camilla. L’invettiva sul bramato desiderio di
caramelle di Jacob e la sagacia, solo verbale ahinoi, di Joker, sebbene
facciano da padroni sulla scena, non depongono a loro favore, e la meglio
l’ottiene Apollo che esce di scena come una vera divinità greca.
Siamo al terzo scontro: Fenice Rossa, che il giorno prima ha
lanciato la sua sfida a Pain, a suon di “Vamos!”,
gioca un gran bel match. Tra colpi, schienate e ed un volo “alato”, da tenere
tutti con il fiato sospeso, il rosso mascherato trionfa, facendo uscire dal
ring Pain dolorante nel suo braccio destro. Dispiace per Pain, ma Fenice
gliel’aveva giurata!
Ed
eccolo qua, di nuovo lui, Rocco Gioiello. Di contro Campari, che dal canto suo sfoggia
il suo vestitino dalle verdi frange. Dà l’idea di un draghetto, subito amato
dai bambini presenti. Tenero sì, ma, mi spiace Campari, nulla può superare
l’outfit di Rocco! Inutile, quindi, dire che, nonostante i colpi bassi, Gioiello
fa da maestro sulla scena: vederlo col suo capello lungo volteggiare è il must
del match, dal quale ne esce vincitore tra l’encomio del suo compare Bellavita.
Il
momento di maggior pathos, però, è dato dal Tag Team Match tra i due brutti
faccioni, Darkness II e Mirco Il Prescelto, che sfidano la strana coppia Scandalo!
e Il Marchese. I due faccioni se la giocano bene, facendo saltare più volte
sulle sedie il pubblico, tra urla forsennate e colpi sul ring. Ma non c’è nulla
da fare, Scandalo! ed Il Marchese, contendendoseli, hanno la meglio, con
Scandalo! che schiena Darkness grazie all’aiuto del suo compare di rosso
vestito. L’arbitro, così, tira su le braccia ad entrambi per celebrare la
vittoria. Ma, colpo di scena, a fine incontro Il Marchese attacca Scandalo!,
chiaro segnale che le sue intenzioni sono quelle di riprendersi il titolo,
prima o poi.
Lo show è terminato, ed è un vero peccato! Le luci si alzano
e mi fermo a pensare. Le mie infrastrutture da profana del wrestling stanno per
cedere completamente e trovano conferma nei racconti appassionati di chi mi ha invitata
oggi qui. Sono stata coinvolta, o meglio rapita dallo show. È stato un po’ come
stare a teatro, lì sulla scena da attore e lì dietro le quinte da regista. Garcia
Lorca scriveva: “Il teatro pretende
che i personaggi che appaiono in scena abbiano un vestito di poesia e allo
stesso tempo che si vedano loro le ossa, il sangue". L’associazione è un attimo: sul ring e tra
il pubblico, tra la sceneggiatura scritta a priori e lo spettacolo a luci alte,
si scrutano, di certo, la testa ed il cuore, la tecnica e la passione, le ossa
e la poesia dei wrestler durante il loro match!
Caterina Pasculli
Jeff hardy fa schifo zero storytelling sul ring e zero mic skill
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