Il weekend ha offerto 4 eventi speciali delle 3 principali realtà su suolo US. Dopo l'analisi dello show in Arabia della WWE (leggetelo qui), è il momento di parlare dell'evento di anniversario della All Elite Wrestling. Ecco dunque Double Or Nothing 2023.
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Cerco sempre di mettere in piedi contenuti differenti per ognuno di
questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.
Tony Khan ha un metodo di scrittura chiaro per quanto riguarda la AEW. Permette a tutti i nomi del roster di avere una storia, di avere un personaggio definito che agisce in maniera altrettanto definita.
Questa è sempre stata una delle forze maggiori dello stile della federazione. Per questo è difficile trovare degli eventi che escono deboli su tutta la loro durata. Anche quando le storie o gli incontri che generano un interesse sono pochi, c'è una costruzione e una motivazione per tutto quello che vediamo sul ring. Questa è la descrizione perfetta per Double Or Nothing 2023.
Questa è stata la forza e la debolezza dell'evento. Uno show di 5 ore totale non può essere soltanto ok. Perchè la sua struttura è stata pensata proprio per cercare di valorizzare i due incontri finali che sono usciti come le reali punte di diamante dello show.
Non abbiamo avuto però una situazione in cui ci si è trovati davanti a un midcarding scarso, anzi la solidità della struttura è stata tale da permettere di mantenere l'attenzione di tutti chiara e ben desta perchè non c'è stato nulla di brutto, non c'è stato nulla di fuori luogo, però con un livello complessivo basso.
E questo livello basso non è fatto male. Difficile trovare qualcosa che non sia stata sufficiente, difficile pensare che tutto quello che si è visto non abbia seguito perfettamente la logica. Quindi come possiamo classificare DON? L'evento è riuscito, oppure no?
La risposta è sempre nel mezzo. L'evento è stato piacevole. Ma dimenticabile. Questa è una vittoria a breve raggio, nel senso che possiamo sicuramente parlare di evento che è riuscito. Ma quante persone possono ritenersi soddisfatte del PPV nel momento in cui i PPV sono pochi e ognuno dev'essere sempre valido?
In più parliamo anche di un evento come Double Or Nothing che non è solo il primo show ufficiale della AEW (il ruolo di All In è un discorso troppo ampio), ma che ha sofferto a livello di numeri. Il weekend di festa era stato un incentivo in passato, cosa è andato storto? L'investimento su altri eventi come Forbidden Door e All In?
Oppure è calato l'interesse sul prodotto? Sicuramente un calo fisiologico è normale per un brand in evoluzione come è la AEW, ma proprio per questo non bisogna dimenticarsi di rendere unico ogni singolo evento. Solo così il pubblico sa che deve essere tra il pubblico o comprare il PPV.
Questo concetto si percepisce lungo tutto la card, tanto che potremmo quasi dire sia una card classica, che più classica non si possa. O meglio, pensata come se fosse una card da UFC.
Abbiamo nel Buy-In un match da preshow; l'undercard che risulta in questo modo; i due match principali nel ME, nonchè gli unici davvero validi.
Ma come dicevo dal Trios del pre, fino al tradimento di Konosuke Takeshita, tutto risulta perfettamente sensato e con una costruzione.
La Battle Royal è probabilmente una delle migliori BR della AEW, tutto ha un suo senso perchè i nomi coinvolti si rivolgono alle persone con cui sono in feud, con un finale che è stato ben costruito e che ha ancora una volta dato valore al regno di Orange Cassidy. Aggiungo che sarebbe stato assurdo fargli concludere in questo modo il suo buon regno.
Una nota. Dato che non tutti possono stare in una card, avere soluzioni di questo tipo, però ragionate è un plus notevole rispetto ad altre situazioni come la Rambo della NJPW per esempio, che serve giusto a piazzare gente.
Un discorso simile, con una qualità nettamente inferiore lo possiamo trovare su altri incontri. In primis il match per i titoli tag. Come prevedibile è stato parecchio basso come livello, il ruolo di Mark Briscoe è stato quello che ha aiutato a dare una parvenza di senso al tutto.
Mi sento di far rientrare in questa categoria anche i due incontri femminili. Due e mezzo, diciamo.
La vittoria di Toni Storm conferma che Jaime Hayter sia infortunata e le parole della conferenza stampa ci riportano alla dimensione del titolo Interim e con la ferita di Thunder Rosa ancora aperta, questa sia stata la soluzione ideale, almeno per costurire un comeback d'effetto in seguito.
Comeback che è anche il tema della sconfitta di Jade Cargill. Si è riusciti a unire due storie in una. Da un lato chiudendo il cerchio con Taya Valkyrie, pensato proprio come il momento probabilmente migliore per arrivare alla sconfitta dell'imbattuta campionessa, momento che è arrivato grazie al rientro di Kris Statlander ma costruito su Taya.
La Statlande è la scelta migliore perchè ha un ruolo sulla divisone, sulla cintura e sulla campionessa stessa. Risultando la situazione migliore proprio perchè chiude entrambe le storie e al contempo ci porta a una nuova campionessa per svecchiare un act che stava diventando trito.
Di questo blocco, possiamo trovare una qualità in-ring migliore nella difesa del titolo Trios da parte della House Of Black. In questo caso è invece la storia a latitare, forse unico di questo in tutta la card, però lo spettacolo è stato sicuramente buono. La qualità generale delle difese da parte dei campioni sono sempre buone e gli Acclaimed sono in grado di portare dei piacevoli match.
Sono simili due incontri. La scelta di metterli uno a fianco all'altro nella card mi ha infatti lasciato un po' stupito. Per quanto la storia raccontata sia stata differente, il modo di pensare al match è stato lo stesso.
Wardlow in un Ladder match è una di quelle combinazioni che sulla carta sembrano con poca logica. Non tanto perchè non possa fare bene in questa stipulazione (è una modalità così standardizzata che aggiungendo un paio di spot diventa subito d'effetto), ma perchè non è un tipo di match a lui associabile. Proprio su questo si è basata l'idea stessa del match, cioè di mettere un vantaggio forte su Christian Cage per cercare di limitare l'ovvietà del finale. Il fatto ci siano stati buoni spot, in cui il campione TNT riesce a far vedere degli elementi sul ring differenti dal solito, lo rende sicuramente di impatto.
Invece lo scontro tra Chris Jericho e Adam Cole ha regalato sì dei buoni spot, quindi andando anche a usare tavoli e sedie come visto nello scontro per il titolo TNT, però ha avuto un momento più forte quando ci si è trovati ad aggiungere Britt Baker e Saraya alla questione. Questo è proprio il discorso iniziale, un focus meno sulla qualità generale e più sulla storia. Il che può andare bene in determinati contesti, ma che appunto è stato visto come negativo in molti commenti, proprio perchè va a limitare forse quella che si pensa essere il punto forte della AEW. Invece qui non si poteva fare scelta migliore. Il tutto unito agli scambi tra Jericho e Sabu, che rimandono a tempo fa.
Prima dei ME volevo dire due cose sul match del Buy-In, esempio di situazione in cui la storia prende il sopravvento su tutto il resto, andando quindi a sopprerire a carenze di altro tipo. Tutti i membri sono legati tra loro e c'è una storia che conduce direttamente all'incontro stesso.
Veniamo dunque ai due incontri principali. L'importanza degli incontri è stata sottolineata anche dal tempo che è stato dato a entrambi.
C'era un forte rischio, dato che in entrambi i casi non c'erano dei limiti di regolamento a quello che poteva essere fatto, si è però cercato di limitare la questione dando delle connotazioni specifiche a entrambi i match.
Questa connotazione ha voluto che i Four Pillars si scontrassero in un match che elogiasse le qualità di tutti e quattro, andando a lavorare sia su aspetti più scolastici e classici, ma al contempo vicini agli elementi derivati dalla Lucha Libre.
Invece l'Anarchy In The Arena si è più giocato sul concetto di "ogni cosa è fattibile", un concetto che ha permesso di vedere degli spot non solo hardcore, ma innovativi e divertenti. Un po' come questo match ci ha sempre abituato a vedere.
Sono anche diversi su quello che è l'esito. Nel senso che se il match a quattro sottolinea ed evidenza tutte le qualità dei quattro nomi coinvolti, cercando il più possibile di far capire perchè siano il futuro della compagnia, allo stesso modo il match finale è quello più esagerato che diverte ma che, sul finale, ci offre anche un importante hint sul futuro. Da un lato Konosuke Takeshita che chiarisce la sua alleanza con Don Callis e dall'altro il rimando a due nomi che Kenny Omega potrebbe chiamare. Indubbiamente il tutto non può che rimandare a Kota Ibushi e la possibilità di vederlo in AEW, anche se solo per Forbidden Door.
Quindi non posso che essere pienamente soddisfatto dai due main event, certo l'attesa di 4 ore non so se ne sia valsa totalmente la pena, perchè sono buoni match ma non penso che verranno ricordati in futuro come un punto cardine della storia di nessuno dei wrestler presenti. Però è proprio questo il tema iniziale, cioè che se gli eventi in PPV della All Elite Wrestling sono pochi, non dovrebbero essere tutti speciali?
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Alessio Garbini