Un evento che, per la prima volta, allontana l'ombra del Live Event e che sottolinea il ruolo politico della nuova WWE nei confronti della Arabia.
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Cerco sempre di mettere in piedi contenuti differenti per ognuno di
questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.
Il fatto che con l'acquisto da parte di Endeavor della WWE la qualità degli eventi in Arabia Saudita sia improvvisamente aumentata non mi stupisce.
Il legame del gruppo con i soldi Arabi è parecchio forte. Basti pensare al legame stesso della UFC con il paese del golfo e quanto investimento ci sia nello svolgere differenti eventi nel paese.
Accordo che per esempio tocca anche un altro progetto di Dana White. Power Slap.
Questo apre ovviamente a un aspetto ancora più inquietante. Il legame tra Dana White e Endeavor e l'alt right statunitense. Non a caso Power Slap, la lega di schiaffi in faccia di White va direttamente su Rumble. Cioè il servizio di streaming gratuito descritto come lo YouTube dell'estrema destra.
Un legame che non lascia fuori gli arabi e gli investimenti del fondo PIF, un investimento di proprietà diretta del governo e che aveva interesse nella compagnia. Fondo che finanzia compagnie e campagne di questa frangia politica.
Per anni l'evento era semplicemente un Live Event con tanti soldi dietro. 100 milioni di dollari per due eventi l'anno. Da Night Of Champions la situazione è cambiata.
Prima le difese erano poco più che normale routine e le apparizioni di ospiti importanti erano di passerella. Pensiamo all'uscita dal ritiro di Shawn Michaels. O il match tra Goldberg e Undertaker.
Da quest'anno si è deciso di puntare forte sullo show in sè. Proprio per questo abbiamo avuto non solo l'assegnazione del primo nuovo World Heavyweight Title, ma anche la sconfitta per Bianca Belair dopo 420 giorni di regno, il turn di Jimmy Uso con relativa fine della Bloodline e il ritorno sul ring di Trish Stratus.
Un evento che ha visto due match abbastanza deboli. Il primo non è propriamente un match, direi più un segmento. Cioè quello tra Rhea Ripley e Natalya. Il secondo è lo scontro tra Gunther e Mustafa Ali, un incontro che urla Vince McMahon da ogni parte. Perchè l'eroe di casa deve fare brutta figura; si ignora quanto l'ex WALTER sia over (basti vedere la conferenza stampa di venerdì); riempito di riferimenti nazisti.
Altri due invece hanno avuto una struttura molto simile. Parlo di Cody Rhodes e Brock Lesnar che hanno costruito bene sul tema di un Cody tenace, cercando di portarci a vedere il wrestler come in grado di poter avere la meglio su Lesnar ma che non ha potuto per via del braccio spezzato. Una narrazione interna al match e al feud molto buona. Il problema come per Backlash (leggete qui) è come manchi un senso narrativo più ampio sul personaggio che diventa dunque una semplice funziona narrativa.
L'altro è stato Bianca Belair contro Asuka. La vittoria della giapponese è obiettivamente stata ben costruita. Ormai era da inizio anno che le si stava dando questo nuovo personaggio che riprendeva gli elementi visti a NXT sotto Paul Levesque e quindi che possa trionfare su Bianca ha senso, soprattutto con un nuovo Mist che ha concluso il lavoro di andare a colpire i punti deboli della wrestler. Una sconfitta che potenzia entrambe. Asuka perchè ha mostrato di avere testa e la ex campionessa perchè ha perso, ma solo per una sommatoria di elementi.
Voto a entrambi:
Rimangono tre incontro. Che sono i tre migliori match della serata. Per motivi totalmente differenti.
Parto dal main event, perchè gli altri due hanno un legame su cui vorrei porre l'attenzione.
L'incontro è effettivamente un match da Live Event, cioè la struttura è atta tutta per capitalizzare su Sami Zayn e il tifo che avrebbe ottenuto.
Il motivo per cui è da ricordare, oltre alla perfetta capacità di adattarsi alle regole formali, è la conclusione. Come dicevo da parecchio sarebbe stato Sami ad andare a distruggere la Bloodline, questo elemento è ovviamente quello che, più di tutti, è emerso dal finale della serata.
Questo allontana ancora di più l'ipotesi di un Cody Rhodes trionfante a SummerSlam, che veniva vista come una possibile scappatoia dopo il flop creativo di WrestleMania. Questo perchè di suo la situazione porterebbe a spostare il focus sui fratelli Usos e sulle loro interazioni con i cugini, andando quindi a riprendere le fasi iniziali della storyline della Bloodline; in questo momento è probabilmente l'elemento narrativo più interessante che si potrebbe sviluppare del gruppo e quindi non posso che essere contento se Cody e il suo inseguimento alle cinture venga posticipato.
Come dicevo, ho tenuto per ultime le due facce della stessa medaglia.
Mi spiego meglio. Gli incontri rimasti sono due incontri che rappresentano due modi differenti di raccontare la storia e che spiegano bene certe codifiche della psicologia e costruzione di un match.
L'incontro tra Trish Stratus e Becky Lynch presenta una storia classica. Abbiamo la heel che usa tutti i mezzi di arroganza e cattiveria per portare un vantaggio concreto sulla face. Riesce, non esagerando troppo con gli spot, usando mosse in modo da costruire un heat che fosse funzionale al comeback della Lynch, in modo da darle un pop ancora maggiore.
Il finale con Zoey Stark risolve finalmente il quesito che mi ponevo nei JeffoVisione sui motivo del suo push (cliccate qui).
Il match tra AJ Styles e Seth Rollins invece usa una struttura che va volutamente contro alle normali leggi narrative.
Non si vuole creare una netta distinzione tra heel e face. Come se si partisse subito con le sequenze finali, quasi proprio per sottolineare che i due siano a un livello superiore rispetto a tutti gli altri e che per questo, per poter avere la cintura, debbano sfoderare le armi migliori fin da subito.
È un incontro che si basa molto sullo shine e si abbandonano le fasi di heat, scegliendo di andare a scambiarsi queste fasi per permettere al pubblico di schierarsi prima con uno, poi con l'altro ma non per far tifare uno sopra l'altro ma semplicemente per poter creare quel senso di perfetto equilibrio necessario alla contesa che permette di dare maggiore profondità e importanza al primo match valevole per la neo cintura.
Due facce della stessa medaglia perchè messi uno a fianco all'altro ci hanno permesso di notare queste sottigliezze strutturali che fanno capire quanto sia profonda l'arte del pro wrestling e quanto sia necessario pensare ogni singolo incontro come unico e speciale, ma sempre all'interno di una struttura che sia della card e a lungo termine.
Voto per tutti e tre:
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Alessio Garbini