Un evento che riporta in auge un'isola, la cui storia e importanza storica vengono ben poco considerate. Oltre a Carlos Colon e la morte di Bruiser Brody, abbiamo il ruolo di Gorilla Monsoon, oppure il territorio di sviluppo più caldo del mondo. Ma ora parliamo di Backlash 2023.
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Cerco sempre di mettere in piedi contenuti differenti per ognuno di
questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.
Ho letto di gente stupita della reazione che Savio Vega ha ricevuto. Il problema è che questa affermazione arriva da chi dovrebbe trattare di wrestling in maniera professionale.
La storia del wrestling a Porto Rico è lunga e complessa. Ne ho parlato in alcuni post esterni a questo sito, un elemento che già pensavo di riprendere e aggiornare per postarlo qui. Per semplificare se da un lato la reazione per Carlito, è stata giustificata per quello che è il suo ruolo nella storia WWE (?), si fa fatica a inquadrare Vega per questa sua parentesi.
Proprio perchè il punto di vista da cui iniziare è sbagliato. In entrambi i casi parliamo dei due volti di due realtà, le due realtà principali dell'isola. Tutti conoscono la storia di Carlos Colon e della WWC, ma meno nota è la storia della IWA e il suo uomo simbolo, Savio Vega.
Non sono in grado al momento di andare ad analizzare quanti degli spettatori si siano mossi per l'evento in sè e quanti per quella che è la tradizione del wrestling sull'isola però posso affermare che un programma visto dalla maggior parte della popolazione sia abbastanza popolare e il fatto che anche oggi la IWA si regga su un nome come quello di Vega (e tanti altri nomi più recenti, ma ci torneremo in futuro) o la WWC sul nome Colon è un perfetto indicatore che la sorpresa di molti sia da ignorante della storia.
Se la puntata di SmackDown sembrava pensata per essere qualcosa nata come un Live Event portato in TV, non si può dire lo stesso per questo PLE.
Il tema nasce nel momento che abbiamo avuto due situazioni di recente una in Galles l'altra in Arabia, se il primo ne esce come un evento a tutto tondo, i secondi sembrano più degli eventi non registrati. Ma a pagamento.
Ci sono stati dei match pensati più per essere dei match cuscinetto, nati con l'idea che non ci fosse molto da dire. Seth Rollins contro Omos e il Triple Threat per il titolo United States rientrano agevolmente in questo. Due match che sono godibilissimi nella loro dimensione ma che, nella loro "inutilità", non vanno a costruire o a pensare nulla di differente e ci portano in una dimensione che serve solo a portare via tempo, forse con l'idea di poter in un qualche modo aiutare i nomi coinvolti ad avere un minimo di considerazione.
Non posso dire se il piano di mandare Austin Theory a SmackDown sia stato pensato prima o se sia nato da un volerlo esporre a più gente possibile, però tutta la storia dietro questo 3-Way nasce in maniera superficiale, con un finale che presuppone a un ennesimo scontro con Bobby Lashley. Reed rientrerà nella lista di nomi rivoluti da Paul Levesque che devono essere puniti come Killian Kross?
Omos fa una prestazione dignitosa e questo permette comunque di preservarlo, soprattutto nell'ottica di un Seth Rollins lanciato verso il main eventing, che sia per una o per le altre due cinture.
Due incontri nascono con lo scopo di portare a casa il cheap pop. In situazioni diverse non so quanto Zelina Vega sarebbe andata contro Rhea Ripley, sicuramente sarebbe stato stupido non farlo sabato; sia perchè è originaria dell'isola, sia per il feud tra Judgment Day e LWO che va avanti da bel pezzo. Oltre a questo c'è poco da dire del match in sè.
Veniamo all'altro momento. Lo Street Fight tra Bad Bunny e Damian Priest. Partiamo dal presupposto che una stipulazione è il modo migliore per permettere anche a chi ha delle difficoltà di poter emergere e di coprire le proprie lacune. Perciò la stipulazione è stata ottima sotto questo punto di vista.
Proseguiamo con un secondo aspetto. Priest è sicuramente stato impeccabile nel portare in giro Bunny e aiutarlo a mettersi nel posto giusto al momento giusto.
Infine, la storia tra i due è il perfetto punto di incontro tra tutte le necessità narrative, sia attorno al singolo evento, sia più profonde legate proprio alla storia latino americana.
Premesso questo, il match com'è stato? Molto buono, tenendo sempre conto delle differenti limitazioni che si portano. Un po' lo stesso discorso che possiamo fare per Logan Paul o per Pat McAfee, nel momento in cui la tua interazione si limita a imparare a memoria gli spot, potrai realizzare un buon singolo, ma l'album viene meno. Giusto per usare una metafora in ambito musicale.
Quindi questo incontro è come quella canzone che funziona alla grande in streaming, ma che poi se mi vado ad ascoltare tutto il disco manca qualcosa.
Il Six Men Tag è stato una mezza delusione. Si poteva pensare/sperare in un match costruito a dovere usando lo stile PWG che ormai viene utilizzato anche in WWE in queste occasioni, ma la scelta di metterlo tra i main event e di impostarlo sullo sviluppo delle storyline lo ha penalizzato.
Di questo incontro ci ricorderemo dell'ennesimo micro-sviluppo della storia della Bloodline con un Solo Sikoa pronto a colpire Jey Uso.
Il match tra Cody Rhodes e Brock Lesnar non è sbagliato. Il match tra Cody Rhodes e Brock Lesnar è non ragionato. Non parlo tanto dell'incontro in sè che segue una sua logica anche abbastanza netta. Cody ha paura di subire quella che è la furia di Brock e quindi agisce in ogni modo possibile per evitare questo. Lo cerca di abbattere fuori dal ring. Riesce a usare la furbizia per strappare il pin. Corre via per evitare la furia.
Tutto perfetto. Però è incoerente con il personaggio stesso di Cody. Come può essere l'uomo a detronizzare Roman Reigns se non riesce ad avere la meglio su Lesnar?
In che modo il fatto che agisca da heel colpendolo prima che suoni la campana dovrebbe aiutarmi a identificarlo come l'eroe?
In che modo il finale dovrebbe farmi capire che sia migliore e ha davvero una possibilità contro Roman?
Domande che non hanno risposta, proprio perchè quello che si vuole costruire sembra quasi quello di usare questo match come staccato dalla macro-narrazione che vorrebbe dopo le ennesime morti, una rinascita di Rhodes.
Ma quindi abbiamo ulteriormente rotto il meccanismo classico della narrazione? Cosa ne è di quello che è davvero il lavoro di rinascita e del paragone con John Cena?
Non è chiaro.
Veniamo quindi al miglior incontro. Iyo Sky è riuscita ancora una volta nell'impresa di ricordarci che sia una delle migliori wrestler della sua generazione. La miglior wrestler femminile al mondo per molti anni pre-WWE.
Questo avviene perchè viene costruito un incontro che, più di ogni altro, va a rafforzare in maniera unica quelle che è la storia del match stesso. Abbiamo una Sky che porta sia le caratteristiche di quello che è lo stile impostole dalla compagnia, cioè il fatto che la vogliano come high flyer quando non è mai stato quello il suo punto forte, assieme a tutta la scuola del Joshi. Potremmo dire che sia il match più STARDOM della compagnia.
Ovviamente come tutti gli stili, questo viene preso e riadattato agli standard della federazione, il che non è un male, anzi quando questo produce un incontro di questa fattura non si può che rimanerne soddisfatti.
Il problema principale è sempre quello. Una Bianca che segue le sequenze imparate a scuola andando a risultare non naturale e di come la storyline dietro al suo regno sia solo quella di farle battere i record, perchè non c'è alcuna intenzione di andare a costruire e strutturare una storia o qualcosa che possa davvero portarla a metterci un pezzo suo dentro.
Punto extra per il Damage CTRL che prosegue i suoi dissensi; solo lo sguardo di Dakota Kai a Bailey quando vuole intervenire abbiamo una costruzione e profondità ben al di sopra di quanto visto nel match della Bloodline.
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Alessio Garbini