Quando ho parlato di WrestleDream settimana scorsa, ho sottolineato come fosse l'ennesimo show piacevole in ogni suo punto. Ovviamente la WWE risponde con un'illusione, l'illusione di aver creato un event imperdibile. Ma è solo un PPV Monobrand del 2009.
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Un abile prestigiatore ti mette davanti la mano destra, per fare il trucco con quella sinistra e questa sensazione inizia subito, con Jade Cargill che si presenta nel Kickoff.
Con tutti i presenti esaltati come se fosse Mildred Burke. L'unico valore è quello di averla strappata alla concorrenza, e la stessa cosa c'è anche per Brian Pillman Jr.; il fatto che entrambi siano molto green e che sono stati di interesse medio-basso nel loro stint non è importante. Il trucco sta lì, fingo che siano i più grandi di sempre.
Abbiamo John Cena. Un inganno ulteriore che blocca quantomeno il gioco che vorrebbe Roman Reigns assente da mesi e mesi per un infortunio. Ma fa niente. Abbiamo lui che, non appena lo sciopero finirà lascerà tutto rischiando di compromettere possibili storie. Intanto fingiamo sia il GOAT. Perchè tanto non esiste memoria.
Ma cos'altro abbiamo? Abbiamo Charlotte Flair. Che per fingere sia la più grande della storia riprende lo stesso tema visto nel match precedente. Il face che viene messo in difficoltà e resta fuori quasi tutto il tempo, per fare il suo rientrante ritorno. Togliendo senso sia alle sequenza con Asuka e Iyo Sky da sole, sia togliendo senso alla stipulazione.
La coreografia imparata a memoria è anche riuscita bene. Un incontro che si lascia guardare ma che ha poco senso di per sè. Forse c'è uno spiraglio per la separazione delle Damage CTRL, ma difficile dirlo.
Parlando di separazioni, veniamo al Judgment Day. Ne ho parlato anche domenica (leggete qui), il timore di uno sviluppo di molte storie con la separazione diventa più forte man mano che si risale il vertice della catena. In questo caso ovviamente si è voluto lavorare molto su questo. Su un stable quasi disunita nella loro difesa titolata, così come è stata unita nell'idea di non far incassare a Damian Priest, in un'occasione che sarebbe stata d'oro. Ha senso riprovarci con un Priest face in singolo?
Ha senso un cambio di leadership passando da Finn Balor a Rhea Ripley? Entrambe le domande mi lasciano abbastanza perplesso. Soprattutto perchè trovo completamente assurdo che non si riesca a concepire una faction che non sia strutturata come i Four Horsemen, soprattutto se tu citi (a caso) il Bullet Club in questo match.
La vittoria del titolo da parte di Cody Rhodes e Jey Uso è soltanto un altro classico stratagemma da parte della WWE. Il che mi porta a chiedermi se Jey stia in realtà ingannando tutti, dato che di solito questi team di superstar+midcarder nascono per dare un senso a un eventuale feud.
Per fortuna ci salva il Main Event. Sebbene avrei tanto da dire, ma mi soffermo solo sul bello. Un match che ha avuto una bella costruzione e un lavoro, anche grazie ai promo e al focus dato sulle condizioni della schiena di Seth Rollins che lo ha reso di valore in termini narrativi. Proprio per questo rimane un match che vale la pensa di essere visto. Mentre tutto il resto di Fastlane, no.
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Alessio Garbini