Quando il mio amico Nino Baldan mi aveva annunciato l'uscita del suo libro mi sentivo un po' titubante su quanto potesse uscirne qualcosa di interessante.
In che modo un'opera dedicata alla nascita del pro-wrestling in Italia (che poi si parla della terza generazione di wrestler italiani) poteva in qualche modo suscitare curiosità a chi, di wrestling, e soprattutto di wrestling italiano, non gline importava nulla?
Ma dopo averlo letteralmente divorato ho potuto vedere quanto mi fondassi su timori infondati.
Se dovessi provare a raccontare quallo che si nasconde dietro la trama di questo libro potrei provare a concentrarmi sul parallelismo tra le due macrostorie che si trovano al suo interno.
Da un lato abbiamo la narrazione di quello che ha portato alla nascita della scena indipendente italiana. Si parte quindi dalle differenti realtà shoot che, contemporaneamente, prendono vita in tre angoli agli estremi dell'Italia sul finire degli anni '90.
Da queste tre realtà differenti si creeranno le prime vere federazioni. Nel nord la ICW, fondata proprio da Nino, e la XIW al sud.
Tra dettagli organizzativi e primi incontri, si vede come una scena italiana sia sempre stata guidata dalle diatribe interne ed esterne e dal cercare una supremazia sull'altra fin dai tempi in cui non c'era nulla per cui litigare.
Quando si giunse all'apice di notorietà, il 2005. Quando ormai trasmesso in chiaro e spesso in prima serata su Italia 1, il wrestling, diventa un fenomeno forte di costume.E come tale queste diatribe crescono, aumentano e si creano ulteriori diatribe.
L'altra storia è proprio quella di Nino. Quasi un romanzo di formazione, dove vediamo l'autore passare dalle elementari con i suoi teneri ricordi d'infanzia, passare l'adolescenza e giungere all'età adulta. I racconti si accompagnano a quelli del wrestling. Che in fondo è l'altro protagonista del libro. Lo Yanez di Sandokan.
Ma questi due piani narrativi sono ovviamente strettamente legati. Proprio questa è la forza. Mentre nasce e cresce il panorama del wrestling italiano, al contempo cresce e si completa una tappa fondamentale della vita di Baldan.
Sono queste due dimensioni che si toccano e si intrecciano che donano al romanzo un interesse che va al di là del semplice raccontare qualcosa che è successo ormai 15 anni fa. Ma che donano una dimensione narrativa più profonda e più articolata della vicenda donando un punto di interesse sia a chi voleva leggere solo la storia del wrestling e chi invece non ne ha alcun interesse.
Un libro che mi sento di consigliare a molti. Sia ai lettori del blog che, si presume, siano fan di pro-wrestling sia a gente che di wrestling non gliene frega assolutamente nulla. Proprio perchè la sua dimensione di narrare la dimensione di crescita personale di Nino permette di renderlo un'opera in qualche modo completa.
Lo stile narrativo non annoia e anzi ti tiene incollato mentre come immagini si svolgono uno dietro l'altro i ricordi e le storie che hanno portato il buon Nino a diventare il fondatore del pro-wrestling italiano, sebbene con una mentalità troppo oltre rispetto a quello richiesto e svolto all'epoca.
Anche oggi uno come lui sarebbe troppo per una scena italiana che si basa sulle cose sbagliate. La mera esecuzione delle mosse e non la narrazione.
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Alessio Garbini