domenica 6 agosto 2023

Il turn del pubblico e del gemello: voti e analisi per WWE SummerSlam 2023

Partiamo da dire che ci sono state di recente delle mancanze sul sito dovute al periodo di vacanza; per le prossime settimane, cioè fino a settembre, ci sono degli articoli programmati in modo da avere comunque qualcosa da lasciarvi nonostante non possa commentare l'attualità.
Ma ora veniamo a SummerSlam.

Quando porti 50.000 persone e l'unica cosa che riesci a fare è qualcosa di già visto, in ogni ordine di incontro, c'è un grosso problema di fondo che rischia di trascinare giù tutto il momentum positivo che la WWE sta vivendo.
Proviamo a vedere in che termini la situazione è così brutta.

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Cerco sempre di mettere in piedi contenuti differenti per ognuno di questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.


In quello che è la storyline della Bloodline si fa spesso un grosso errore, si tende a considerare come se la storia sia iniziata a gennaio. Certo, la WWE sta cercando di convincerci che sia effettivamente così, purtroppo sono 3 anni di storia e quindi il discorso di cercare di ridurre il tutto agli ultimi ottimi 8 mesi diventa decisamente un problema.

Quello che ha reso funzionante la storia è un elemento, Sami Zayn, un elemento che per tutto il suo stint ha rivestito un ruolo, quello dell'eroe definitivo della storia, un ruolo costruito su misura su di lui e che anche grazie alle sue capacità ha permesso alla WWE di cavalcare un'onda mai vista prima.
Basti pensare come FOX non fosse particolarmente soddisfatta dei risultati che SmackDown stesse ottenendo e ora ne sia entusista.
L'enorme problema alla radice è Roman Reigns. Reigns non agisce o lotta come un cattivo, non è mai il reale antagonista, questo non succede nè sul ring, nè fuori, proprio perchè la WWE non si può permettere di aver investito così tanto su un heel, una figura che nell'ecosistema di Stamford è soltanto un personaggio di contorno, codardo e vile, Reigns è sempre stato pensato come il grande eroe, il sostituto di Bruno Sammartino, Bob Backlund, Hulk Hogan e John Cena. Con evidenti problemi in tutto questo.

In qualunque elemento narrativo, che sia un film, un libro o il wrestling, il protagonista della vicenda dev'essere il buono, certo ci sono delle eccezioni, ma il pubblico investe nella storia solo nel momento in cui può immedesimarsi in questa figura.
Per questo abbiamo avuto prima Drew McIntyre in Inghilterra, poi lo stesso Zayn in Canada e si è arrivati oggi a Jey Uso.
Il problema, come ho sottolineato già da Money In The Bank è che Jey non è un eroe credibile. Non ha il carisma o gli elementi necessari a rivestire questo ruolo e quindi si è dovuto provare a costruirlo in altri modi, per esempio dandogli il pin storico su Reigns.
Ma questa mancanza di carisma e la convinzione che il pubblico si sia ormai bevuto la Bloodline come grande cinema (parole di Paul Levesque) ha condotto inesorabilmente alla debacle.
Quanto abbiamo visto a SummerSlam è la perfetta implosione della credenza che sia Roman Reigns il drawer e che la gente non veda l'ora che la storia presegua all'infinito. Paul Heyman dice che siamo nella parte bassa del terzo inning (nel baseball gli inning sono 9).

Il futuro? Per Jey un feud contro Jimmy. Un po' come è stato per Drew o Sami o Cody, ci si è ritrovati a puntare su altro, perchè non sei in grado di costruire una storia.
Per Reigns sembra che la pantomima di Cody Rhodes sia pronta a ripartire.

Proprio perchè con Cody si è sbagliata tutta la narrazione. Il documentario appena uscito, di cui andrò a parlare approfonditamente in uno degli articoli in uscita ad agosto, evidenzia bene come si sia pensato a WrestleMania 39 come la fine della storia, ma i piani sono cambiati in corsa. Non all'ultimo, ma sicuramente non era il piano originario.

Questo porta a una storia totalmente sbagliata, una storia che ha il suo apice a WrestleMania 39 e non è quella una tappa per WrestleMania 40 come vogliono farci credere e come si raccontano a ogni occasione per provare a convincerci.
Quindi Rhodes ora proverà a riprendere il ruolo dell'eroe, un ruolo che è stato tenuto in caldo con Brock Lesnar e con questa epica eroica, volutamente emotiva, in cui Cody ha infine sconfitto Lesnar in un match classico, non con una stipulazione come la storia WWE vorrebbe (tre match, il primo finisce male per il face, il secondo provoca rabbia che sfocia nella resa dei conti finale con una gimmick). Il match proprio per questa logica ne esce bene, molto potente e sicuramente dev'essere ricordato tra i momenti chiave di questo 2023 in casa.

Cambiando argomento. La storia femminile di questo evento è stata funestata. Il Triple Threat è uscito scialbissimo, con gli evidenti problemi di Charlotte Flair con l'attire che probabilmente ha creato difficoltà. Iyo Sky incassa su Bianca Belair e spero che questo non sia solo un pretesto per una rincorsa della EST ma l'occasione di dare a Sky un degno push. Ricordiamo che è stata la miglior wrestler al mondo prima di approdare negli US.
Lo scontro di "MMA" tra Ronda Rousey e Shayna Baszler sembra riportare in vita il concetto di Raw Underground, cioè il tentativo di rubare Bloodspot a Josh Barnett. Dico solo che per fare un match in stile UWF non è sufficiente avere un passato nelle MMA. Guardate la GLEAT se volete del buono shoot style di qualità.

Uno sguardo al futuro. Gunther rappresenta sicuramente il modo migliore per andare a costruire un heel, non ci sono momenti dubbi, lui è il cattivo della storia e il suo avversario non viene costruito con una epica narrativa tale che possa essere considerato come l'eroe che ucciderà il drago. Ma viene costruito come un avversario di passaggio che potrebbe compiere l'impresa perchè ha dalla sua delle caratteristiche super positive. Quest'anno Drew McIntyre, lo scorso anno Sheamus, rappresentano bene tutto questo. Cosa dire del match. Classica versione annacquata dello stile british degli ultimi 10 anni, un prodotto che in queste mani si riversa in maniera eccelsa sul ring.
Seth Rollins risulta parcheggiato in un contesto in cui deve aiutare Finn Balor a continuare la sua storia di separazione da Damian Priest, una separazione che sarà propriamente il contesto narrativo per lui nei prossimi mesi. Il match è molto sottotono, legato alla sua posizione nella card, però ha una psicologia ben strutturata e basata sul braccio che lo rende divertente e da guardare.

Logan Paul ha raggiunto il suo apice. Non esiste un momento migliore per interrompere questo esperimento. Abbiamo spot per i reel di Instagram. Abbiamo la pubblicità alla Prime. Abbiamo i pugnetti per il Celebrity Boxing. Insomma è forse questo il momento più alto della sua carriera? Potrà mai fare altro che possa superare tutto questo? Non credo.
Bravo Ricochet che se lo porta in giro e gli ha insegnato a memoria le sue sequenze.

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Alessio Garbini




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