Iniziamo l'anno delle recensioni con un semirecupero. Come già capitato con la doppietta di All In+All Out, avvenute mentre ero in ferie, anche per Worlds End farò una recensione che copre un po' di aspetti pre e post PPV. Perchè questo evento rappresenta la perfetta fine di un cerchio e l'inizio di un nuovo ciclo per la All Elite Wrestling.
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L'idea dietro questo PPV sembra chiara fin dal titolo. Chiudere l'anno con il botto, chiudendo anche a un lungo arco narrativo e possibilmente a un anno pieno di controversie.
Tony Khan ha dichiarato che Samoa Joe fosse il piano A fin dall'inizio; non so dire se effettivamente fosse lui il reale nome che avrebbe concluso la storia di MJF da campione.
L'infortunio di Adam Cole ha inevitabilmente cambiato i piani dietro la tempistiche sul rivelare chi fosse il Devil e leader dell'Undisputed Kingdom; così come le vicende di CM Punk hanno allontanato la Summer Of MJF cancellandola e andando dunque a compromettere questa storia in 2 occasioni. Nel 2022 e poi di nuovo nel 2023.
Ma il 30 dicembre come conclusione di questo lungo capitolo, non poteva che essere il giusto contesto.
Il match tra MJF e Jay White aveva sofferto di un overbooking parecchio pesante, coadiuvato dal fatto che la gimmick stessa di White soffra di questa modalità. Ma ne ho parlato nel dettaglio nella recensione di Full Gear, che potete trovare: qui.
Ma questo ci serve perchè il main event aveva il forte rischio di rientrare in questa modalità.
Per fortuna una delle doti migliori di Tony Khan è quella di cercare sempre di migliorare e quindi il ME ha avuto dei segmenti più strutturati che hanno permesso di distinguere il lottato, il ruolo di Adam Cole e la rivelazione.
Il lottato è solido, con un buon lavoro nel costruire in maniera credibile la fine di questa run. Non viene devastato MJF, cosa che poteva succedere, ma viene motivata la sua sconfitta così come il regno stesso. Perchè non viene tolto valore a quello che ha fatto per oltre un anno, anzi.
Questo finale è poi perfetto sia per permettergli di prendersi una pausa per sistemare la spalla che per ritornare con la vicenda della Bidding War.
Allo stesso modo Samoa Joe risulta convincente e un campione pericoloso, in grado di fare quello che molti non sembravano in grado di fare e andrà a dare valore a chi lo sconfiggerà, perchè costruire l'aspettativa di un campione imbattibile serve più per dare valore maggiore al prossimo. Quello che non è stato fatto con Brock Lesnar nel 2014. O con Goldberg nel 1999.
Per questo MJF che sviene in quel modo, andando a prendere uno schema più vintage di sottomissione è importante. Aumenta la pericolosità di Joe.
Proprio per contrastare il rischio Full Gear, Adam Cole ha svolto un ruolo secondario fino alla campanella finale.
A questo punto possiamo commentare la scelta. Penso sia la scelta più sensata a questo punto. Nel senso che non ha senso nemmeno sforzarsi di pensare a qualcosa che sia troppo particolare, la scelta più sicura è dunque quella di far ripartire il feud tra i due a ruoli invertiti per il terzo scontro.
Ma questo porta anche a un ribaltamento totale del fronte. Perchè nel momento in cui due tue grosse faction devono allearsi, quindi creando una relazione "strana" tra il Bullet Club Gold e l'Acclaimed tu vai a dire chiaramente che l'Undisputed Kingdom mette da parte gli aspetti comici della realazione Roderick Strong-Cole e va a creare un reale pericolo, con un Wardlow che rimane nome chiave nella scena.
Quindi permetti di andare a sviluppare più fronti nel main event che possono andare a sopperire tutte le assenze delle ultime settimane, la Elite praticamente sparita (a esclusione di Adam Page, ci ritorno subito) e MJF fuori per un tempo non definito.
Quindi andare sul sicuro non è altro che il momento perfetto.
Il grande secondo momento del PPV è la fine della Continental Classic.
Il torneo è stato un ottimo torneo. Ha avuto differenti match di qualità e una costruzione dello stesso che ha permesso di raccontare differenti storie. Il rapporto Bryan Danielson-Eddie Kingston.
Oppure il ruolo di Brody King. Senza dimenticare l'indomabile Jon Moxley o Daniel Garcia. Però i singoli match li ho comementati di volta in volta: cliccate qui.
In questo evento sono dunque due i match. Il primo è l'8 man tag che ha visto praticamente tutti gli esclusi della finale e l'altra è la finale.
Il match di coppia è esattamente quello che ti aspetti da un match di apertura di un evento. Pieno di azione che va a sottolineare tutte le caratterstiche dei partecipanti. Un modo per tenerli convolti e che, più di tutti, sottolinea la qualità generale del torneo sia a livello lottato ma soprattutto per la forte ascesa di Garcia e King.
Questo lo abbiamo visto anche nelle puntate successive a Worlds End, in cui i due stanno continuando la loro ascesa feudando assieme agli FTR e la House Of Black. Quindi il torneo ha una sua utilità anche nel costruire questi due possibili protagonisti per il 2024.
La finale è un match strepitoso. C'è un'attenzione ai dettagli che rasenta la perfezione. Lo striking è costruito in maniera così meticolosa che permette davvero di vedere quel match e di non farlo sfigurare con un incontro più vicino alla MMA che un match "classico". Non a caso molte lamentele dai vecchi scoreggioni sono piovute.
Ma il modo di posizionarsi, la costruzione delle sequenze, per esempio la parata di Eddie Kingston che serve per costruire il lavoro sul braccio di Mox, in una sequenza di transizione che serve per costruire un segmento più importante del match.
Una finale degnissima, che come le finali del G1 Climax dà valore e fa capire le differenze logiche e di costruzione tra un match del girone, la semifinale e la finale.
Un altro incontro importante è quello tra Christian Cage e Adam Copeland. Un altro incontro che rischia di passare sotto silenzio in una card che ha più bassi che alti.
Lo scontro tra i due è quello che ci si può aspettare da un match tra loro. Non soltanto legato alle interferenze di Nick Wayne e Killswitch, ma anche per come si sono svolte le interazioni tra i wrestler e è innegabile che chi cresce assieme riesce ad avere quella chimica per cui anche un match tutto overacting come questo, ne esca assolutamente impeccabile (tranne gli Hardy, che non riescono a fare un match contro decente neanche pregando).
Tra l'altro la stable di Christian sembra che stia iniziando a trarre i suoi frutti per il 2024. Con il possibile turn face del fu Luchasaurus e l'esposizione al microfono per Wayne, dato che sappiamo essere un fenomeno sul quadrato. Ne avevo spiegato in questo articolo.
Anche Andrade che chiude la sua esperienza in federazione andando a perdere con Miro, è stato un match solido. Ci sarebbe da chiedersi se abbia avuto senso dare questo push a un wrestler in uscita.
Sinceramente, per me sì. Perchè ha avuto la sua esposizione nel Continental Classic che ha fatto risplendere Garcia e dato valore allo scontro Bryan-Kingston. Così come entrare in un feud con CJ Perry che ha aiutato a ricreare la coppia e portarci a un Miro nuovo per il 2024.
Se pensiamo che l'alternativa sia quella del perdere in 3 minuti in un C show, direi sia meglio questo trattamento. Anche perchè sono abbastanza certo che non rimarrà in WWE per molto tempo.
Note negative sulla scelta di dare un match a Dustin Rhodes. Perchè una volta che veniva distrutto nei primi secondi del match, è stato inutile far lottare Swerve Strickland per così tanto.
Mi spiace anche mettere i riflettori su Abadon e Toni Storm. La prima è migliorata tantissimo rispetto a quello che era l'inizio del suo stint in AEW, ma non è ancora al livello di un match in PPV.
Invece su Toni bisogna ancora trovare il giusto equilibrio tra la gimmick e il lottato. La sfida Eva contro Eva con Mariah May, sarà molto interessante.
Una riflessione su Hook, Wheeler Yuta e Willow Nightingale. Peccato, i tre avevano tutta la possibilità di risplendere, sebbene relegati al Kickoff. Per la Nightingale è mancata la relazione con Kris Statlander, poteva essere quel match che dava il là e concludeva bene la storia attorno al titolo TBS che ha lanciato Julia Hart.
Invece Hook con Yuta ha mostrato dei forti limiti. Da un lato il campione FTW si trova quindi in una fase di passaggio in cui deve provare a salire, non è più il rookie, ma gli manca qualcosa e Yuta non è stato in grado di condurlo nel match, ruolo in cui dovrebbe guidare un inesperto se vuole fare il salto anche lui. Per Hook il match con Samoa Joe potrà essere il momento di svolta. Quindi attenzione, per Yuta?
Bella domanda, però dato che il suo destino è legato a Daniel Garcia, mi sento di ipotizzare per lui che uscirà dal BCC a breve.
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Alessio Garbini
Samoa Joe ha avuto una carriera per certi versi strana.
RispondiEliminaDifficile da decifrare per una persona esterna alle dinamiche aziendali e da backstage.
Fra il 2004 e il 2007 era uno dei nomi più importanti della scena internazionale.
Poi la sua stella si è velocemente affievolita.
Già nel 2010/2011 nessuno parlava più di lui.
L'ultimo regno da campione mondiale risale addirittura a 15 anni fa in TNA.
Tu cosa ne pensi?