venerdì 20 marzo 2015

Le 12 cose che pensavo sul wrestling

Ospite speciale oggi, l'amico Nino Baldan, che dal suo blog http://ninobaldan.blogspot.it/ ci porta questo ottimo articolo.
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Amici appassionati di wrestling! Benvenuti a questa puntata speciale de "le 12 cose", che in via del tutto eccezionale va in onda sulle pagine di "The Jeffo Experience" dell'amico Alessio Garbini, che ringrazio per lo spazio messomi a disposizione!
Oggi parlerò delle mie convinzioni riguardo il wrestling avute nel corso dell'infanzia e della prima adolescenza, quando la Rete era ancora qualcosa di primordiale e misterioso, in mano per lo più ai servizi segreti americani e a pochi nerd impegnati con RPG testuali a velocità davvero deprimenti. Siete pronti?


01) Il wrestling era vero


Ho già toccato quest'argomento in passato, ma trovandomi davanti ad un pubblico che probabilmente non mi conosce, spenderò volentieri due righe per riassumere il concetto!
Da piccolo ero totalmente certo che ciò che accadeva sul ring fosse al 100% reale, e come prova mi riferivo spesso al SANGUE che spesso sgorgava copioso dalle fronti dei lottatori. Gli adulti ovviamente non la pensavano come me, sostenendo invece che fosse tutta una buffonata, compresa l'emoglobina, proveniente secondo loro da non meglio precisate fialette; dalla mia convinzione non retrocedevo di un solo centimetro, sicuro che i loro discorsi fossero soltanto dettati dall'invidia nei confronti del successo che il wrestling stava riscuotendo, a discapito della loro boxe, relegata nei palinsesti italiani a spazi sempre più ridotti e notturni.
Ma di alcune cose non riuscivo davvero a capacitarmene: perché i lottatori, una volta sollevati, non venivano scagliati direttamente fuori del ring invece che accompagnati al tappeto?
Sicuramente non volevano farsi troppo male... Già, in una disciplina dove l'obiettivo è vincere.


02) Randy Savage era soprannominato "Match man"
Le primissime volte che ho sentito parlare di wrestling e dei suoi protagonisti (avrò avuto cinque/sei anni), ero completamente all'oscuro dell'esistenza e del significato della parola spagnola "macho"; ero convinto che Randy Savage fosse soprannominato "Match man", ovvero "l'uomo dell'incontro". Pensavo addirittura che anche Dan Peterson sbagliasse, tentando di italianizzare il termine per farlo meglio comprendere al pubblico nazionale (infatti, come è noto, basta aggiungere una vocale ad un qualsiasi termine anglosassone per dargli un significato compiuto nella lingua di Dante). La doccia fredda quando lessi per la prima volta il nome sul cartoncino della action figure fu per me notevole.


03) Ultimate Warrior era morto nel 1991

Correva voce che dopo Summerslam 91 (data del suo temporaneo abbandono della WWF per motivi contrattuali), Ultimate Warrior fosse in realtà morto a causa dello scoppio di una vena localizzata su un bicipite, dovuta alla sua insana abitudine di lottare con dei veri e propri lacci emostatici legati alle braccia. E anche quando il Guerriero si rifece vivo a Wrestlemania VII, a scuola avevamo tutti il dubbio che non fosse più lui, ma un rimpiazzo truccato e messo sul ring per nascondere la morte del personaggio originale: non sarebbe stato carino dichiarare al mondo le cause della sua assurda morte.
(Ne avevo parlato qui).


04) Brutus Beefcake aveva tagliato il serpente di Jake the Snake
Ecco un'altra leggenda metropolitana che girava nella mia classe, probabilmente dettata da un collegamento mentale tra le forbici da giardiniere portate sul ring da Brutus "The Barber" Beefcake e la presenza di Damien, serpente di Jake "the Snake" Roberts; secondo quanto si diceva, il povero rettile sarebbe stato tagliato di netto al termine di un incontro, soltanto per dimostrare la superiorità di Ed Leslie nei confronti dell'avversario.
Damien ridotto come un'anguilla da fare in umido: il bello è che nessuno vide davvero quel segmento, ma a forza di parlarne eravamo tutti convinti che fosse accaduto sul serio; e come se non bastasse, quattro/cinque anni fa mi sono imbattuto in un mio coetaneo che ancora credeva che questa storia fosse reale: "Beh" mi disse "all'epoca non c'erano gli animalisti".
C'era solo il WWF, anzi, la WWF.


05) Undertaker e Zucchero erano in qualche modo collegati
Ero assolutamente convinto che tra Undertaker e "Sugar" Fornaciari ci fosse un qualche tipo di collegamento: o era il wrestler a rendere omaggio al cantante, oppure più probabilmente il bluesman italiano a prendere ispirazione dal deadman. La "conferma" arrivò nel 1992, quando Zucchero pubblicò insieme a Pavarotti il brano "Miserere"; il video era ambientato in una chiesa, nel quale un bambino di nove anni vedeva solo morte, funerali ed inesistenti riferimenti a Mark Calloway. Forse il cappello. Forse neanche.
06) Saddam Hussein stava invadendo la WWF
All'epoca di Wrestlemania VII avevo 8 anni, e a quei tempi avevo davvero preso a cuore la faccenda della Guerra del Golfo: immaginavo Saddam Hussein come un dittatore spietato e assetato di sangue, intenzionato a conquistare il mondo, proprio come nei cartoni animati per ragazzini. Tutte le nazioni buone del pianeta avrebbero dovuto allearsi per fermarlo, e anche io nel mio piccolo cercavo di fare il possibile, come impedire a mia madre di comprare lo zucchero SADAM, convinto che i soldi sarebbero in qualche modo finite nelle tasche del despota mediorientale.
Allo stesso modo, quando Sgt Slaughter passò nelle fila irachene, pensai che Saddam Hussein stesse proprio esagerando, arrivato ad invadere anche il mio sport preferito con i propri malvagi scagnozzi. Il main event di Wrestlemania VII fu in assoluto il match che tifai con maggior impeto e foga di tutta la mia vita: il baffuto dittatore meritava una lezione da parte degli amici americani, i nostri angeli custodi che vigilano affinché il mondo viva nella pace e nella democrazia.
(Avevo parlato di questa tragica edizione di WrestleMania: qui).


07) Shawn Michaels era un gay
Dal giorno in cui i Rockers si divisero, con quel siparietto all'interno del Barber's Shop ancora ricordato con sgomento dai fan della coppia, Shawn Michaels cambiò nettamente atteggiamento e modo di presentarsi: iniziò a vestire in modo ambiguo, a portare gli orecchini, ad ancheggiare, a lanciare baci alla folla. All'epoca avevo 9 anni, ma già avevo capito cosa gli fosse successo: era diventato un gay. Proprio come quegli scandalosi personaggi che vedevo in televisione (Solange, Michael Jackson…), aveva iniziato a comportarsi contro la legge di Dio insegnatami dalle suore già dalla scuola materna; e oltre a causare in me un certo imbarazzo, faceva parte di un mondo blasfemo e irrispettoso con il quale un bambino buono e religioso non voleva avere niente a che fare. Ma non potevo smettere di guardare l'allora WWF per colpa di Shawn Michales: decisi così di odiarlo, e di sperare che in ogni match uscisse sconfitto, in una sorta di vendetta divina che avrebbe così messo a posto ogni cosa.


08) Hulk Hogan dopo il 1993 andava in onda di notte
Già dal 1992 le apparizioni di Hulk Hogan avevano iniziato a farsi sempre più rade, finché, dopo King of the Ring 1993, il gigante biondo lasciò definitivamente la WWF. Ma un ragazzino di 10 anni non poteva sapere che negli Stati Uniti esistessero altre federazioni, anzi, ero convinto che la World Wrestling Federation fosse "il wrestling", come le "tartarughe ninja" fossero "le tartarughe ninja", "Holly e Benji" fosse "Holly e Benji" e così via; pensavo che l'icona nonché padre fondatore dello sport entertainment non potesse essersene andato, ma che lo facessero lottare soltanto negli eventi più importanti, trasmessi di notte, ovvero l'orario più consono ad essere seguito dagli appassionati adulti, mentre noi ragazzini avremmo dovuto accontentarci di match minori, che andavano in onda di pomeriggio. Incontri "soft", con performer insignificanti ed infantili (Doink the clown in primis), mentre mio padre, a mia insaputa, si sarebbe guardato le nuove, emozionanti sfide notturne di Hulk Hogan, pieni di sangue ed adrenalina, contro avversari temibili che mai e poi mai avrei potuto vedere...


09) Diesel e Razor Ramon rappresentavano la fine della WWF

Oltre al sopracitato pagliaccio, la WWF aveva cominciato a dare sempre più spazio all'omosessuale Shawn Michaels, a Yokozuna (che sinceramente mi ispirava tanta pena), e a due personaggi che odiavo dal profondo del mio cuore: Diesel e Razor Ramon; non tanto per il loro atteggiamento da cattivi, bensì perché rappresentavano gli antipodi del mio modo colorato e nostalgico di vedere il wrestling. Scott Hall e Kevin Nash sembravano presi da una strada, con i capelli unti, la barba…facevano pensare a dei rimpiazzi da quattro soldi, messi sul ring tanto per allestire un programma. Quando poi vidi che Hogan, Macho Man e Ultimate Warrior non erano più neppure presenti nei videogiochi della federazione, inziai a capire che ormai la baracca stava affondando, e che le cose non sarebbero più state come una volta.
Forse di quel periodo salvavo Bret Hart. Nonostante fosse vestito di rosa. 
(Di questo periodo ne parlo in questo articolo sulla Monday Night War).


10) La moda della WWF era passata

Dopo il 1994, il wrestling scomparve dai teleschermi italiani; per me fu l'ovvio risultato di una gestione sbagliata della disciplina, data in mano a personaggi assolutamente squallidi ed inadatti: visto che per un ragazzino undicenne quello che non va in onda in Italia non esiste, ero assolutamente convinto che la WWF si fosse sciolta come neve al sole anche negli Stati Uniti, e che gli eventi avessero addirittura smesso di essere disputati.
Come le "tartarughe ninja", come "Holly e Benji", anche il wrestling era passato di moda, destinato ad essere ricordato come un fenomeno circoscritto nel tempo, con i suoi miti, le sue icone, i suoi quaderni per la scuola, e che negli States fossero tutti passati a guardare qualcos'altro. Tipo i Power Rangers.


11) La WWF si era ridotta a fare show nel giardino
Nel 1996, dopo due anni di assoluto digiuno, mi capitò di vedere su una rivista di videogiochi una manciata di foto correlate ad un trafiletto dedicato al gioco "WWF In Your House".
L'ambientazione piuttosto insolita (palestre semivuote, club, giardini, il deserto) combinata al titolo fecero (parecchio) correre la mia immaginazione, portandomi a pensare che la World Wrestling Federation non avesse chiuso, ma si fosse ridimensionata, specializzandosi in eventi dedicati americani più facoltosi, che avrebbero avuto la possibilità di avere il ring montato in giardino per allietare le festicciole del monello di casa.
"In Your House", appunto, "a casa tua" (forse mi era rimasta impressa la figura di Doink the clown, ed immaginavo che oltre a combattere gonfiasse palloncini, spruzzasse acqua attraverso il fiore all'occhiello, queste cose qui).


12) L'nWo era un'alleanza di leggende buone
Fu nel dicembre 1997 che attraverso il videogioco "Virtual Pro Wrestling 64" scoprii l'esistenza della WCW, che improvvisamente fece riaffiorare tutti i miei ricordi d'infanzia, riaccendendo in me, dopo anni di lontananza, la passione per il wrestling.
Presi in mano il joypad e mi trovai catapultato in un mondo che non conoscevo, diviso in due sotto-federazioni: la WCW e l'nWo, quest'ultima contenente due veri e propri miti della mia infanzia, "Macho Man" Randy Savage ma soprattutto l'Immortale Hulk Hogan.
Perché il roster era diviso in due?
Completamente ignaro di ogni dinamica relativa alle storyline, ipotizzai che l'nWo fosse una specie di alleanza di leggende capitanata da The Hulkster, che di tanto in tanto (magari a notte fonda, come nel punto 8) organizzava eventi epici nei quali le stelle della disciplina collidevano in incontri memorabili, ma non solo: mossi da ideali quali l'onore e la fratellanza, Hogan e i suoi amici sarebbero intervenuti negli spettacoli WCW per riportare l'ordine e la giustizia.
In pratica un remake dei fasci di combattimento. E ne fui convinto per diversi mesi, almeno finché ottenni la mia prima connessione internet, ed iniziai avidamente a raccogliere quante più informazioni possibili, nonostante il modem 56k.
Ma questa è un'altra storia.

Nino Baldan

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