mercoledì 1 luglio 2015

ROH Best In The World 2015, review

Lo scorso 19 giugno si è svolto il PPV della Ring Of Honor, Best In The World. Un evento che senza ombra di dubbi rimarrà negli annali della compagnia per differenti ragioni.

Il primo evento a pagamento dopo il debutto su Destination America (se foste stati sulla luna nell'ultimo mese potete leggerne di più: qui).
La conclusione del regno e dell'imbattibilità di Jay Briscoe e la consacrazione di una stella nata in ROH e che giunge, finalmente, a un traguardo importante nella sua carriera.

Se non vi foste visti il PPV vi consiglierei di dare una lettura qui, dove potrete trovare tutti i feud che hanno condotto a questo evento.

Riuscire a creare l'atmosfera da grandi occasioni non è da tutti.
La ROH per questo PPV è riuscita in questa impresa che, definire titanica è un eufemismo, viste le premesse.
Si sentiva l'atmosfera delle grandi occasioni. Un pubblico diviso e una costruzione dell'incontro stesso basata anch'essa su questo.

Certo se si pensa a situazioni che si erano create per altri incontri con un livello di epicità senza precedenti, come Samoa Joe contro Kenta Kobashi (match che consiglio a tutti di recuperare, si trovava facilmente su Youtube), fa quasi ridere che un "semplice" incontro tra Jay Lethal e Jay Briscoe potesse risultare "epico", eppure è successo.

La costruzione nelle settimane che hanno preceduto il match ha influito significativamente a questo. La firma del contratto, i commenti di Corino e Kelly, le interviste,... tutto ha permesso a questo incontro di assumere un'aura inaspettata.
Lo stesso si può dire del video di presentazione del PPV che, giustamente, si è concentrato molto sulla spiegazione di chi fossero i due, la loro storia nella Ring Of Honor, che pone fortemente l'accento su quello che è un incontro, all'apparenza mediocre per le attese.

Temevo che questi toni potessero essere troppo eccessivi per l'effettivo valore dell'incontro messo in scena, ma, nonostante tutto, avevo particolare attesa per il match.
Dopotutto Briscoe nelle grandi occasioni sa tirare fuori il match importante, mi viene da pensare per esempio all'incontro con Adam Cole dello scorso anno.
Lethal ha dimostrato di nuovo di essere una macchina che tira su ottime prestazioni, si pensi ai match con Jushin Thunder Liger o Albert El Patron di quest'anno.

Il personaggio del neo campione era poi stato costruito in maniera ottima. Il campione senza cintura, un classico, ma che, nel giusto contesto, ha aggiunto valore alla contesa.
L'ex campione, dal canto suo portava un doppio fardello, il secondo regno da campione e una striscia di imbattibilità nei match singoli che durava da circa due anni.

Tutti questi aspetti, prima della visione dell'incontro, mi avevano portato a pensare che ne uscisse una contesa molto godibile, nonostante la titubanza della costruzione.


Ma veniamo al match vero e proprio. I due, come avevo supposto, hanno messo su un incontro di alto profilo.
La continuazione di quanto è stato costruito in precedenza si è vista durante il match. I due erano alla pari. E sono riusciti a trasmettere a tutti il fatto di essere due grandi wrestler che si incrociavano sul ring per un premio di alto valore.
Già solo questo basterebbe per considerare il match come imperdibile.

Ma a loro non è bastato, hanno messo in piedi una contesa ottima sotto tutti gli aspetti narrativi.
Fasi di studio prolungate in cui trasudava la parità tra le forze in campo. Hanno potuto unire differenti ambiti narrativi, da una fase fuori ring, che è un po' un marchio di fabbrica della gestione della ROH dei match importanti.
Dei momenti più high-flying mischiati a fasi più tecniche. Una sfida che ha quindi variato in differenti contesti e che non ha deluso.
Cosa dire del finale? Dopo degli scambi di finisher andati a vuoti, Lethal, si è reso conto di dover sconfiggere il suo avversario entrando nella sua mente. Rubandogli prima la Jay Driller e poi connettendo con la Lethal Injection. Una combinazione semplice, ma di fortissimo impatto, psicologico e concreto che ha di nuovo sancito quanto Lethal non sia più il ragazzo che era il protetto di Samoa Joe al suo debutto, ma è finalmente diventato un uomo, riuscendo nell'impresa che molti non erano riusciti a compiere.
Briscoe ne è uscito comunque bene, lottando alla pari con il double champion e crollando al suolo, soltanto dopo una sequenza distruttiva.





Posso capire alcune delle recensioni che ho letto in giro. Di come Lethal non fosse adatto a questo ruolo.
Ma credo che, Jay, non solo se lo sia guadagnato gestendo ottimamente questo feud, ma abbia mostrato in differenti momenti di essere un wrestler completo sul ring (basta vedere i suoi incontri in ROH dal 2011 a oggi) e nell'extra, basti pensare al promo dove risultò alla pari con Ric Flair.

Inoltre il personaggio che ha costruito funziona. Perciò ci sono tutte le premesse per avere un possibile regno da campione d'effetto.
Bisognerebbe rimuovere però l'ingrombrante figura di Truth Martini. Forse troppo per un wrestler che si deve imporre come volto e campione di una compagnia che punta a un pubblico mainstream.

Un buon banco di prova saranno sicuramente i feud e gli incontri che vedremo nei prossimi mesi. Già si prospettano sfide interessanti con lo scontato rematch contro Jay. Poi sicuro c'è Roderick Strong, vincitore di un incontro per il ruolo di #1 contender al PPV, che assicurerà sfide interessanti sul quadrato.
Nel quadro rientreranno quasi sicuramente anche Michael Elgin (anche lui nel match con Strong) e Adam Cole. Due ex campioni, due dei nomi più futuribili nel main eventing della federazione.
Poi abbiamo due variabili in Moose e Cedric Alexander.

Cedric Alexander si sta finalmente ritagliando uno spazio, dopo aver scazzato con Caprice Coleman, ha attaccato Moose (a cui interruppe la winnig streak settimane fa), dando inizio a un feud che potrebbe essere molto utile a Cedric per emergere e iniziare a diventare un uppercarder credibile. Mentre Moose almeno avrà un primo feud di un certo spessore per testare le sue reali capacità sul quadrato.

Anche il resto della card non ha deluso le aspettative. Un evento con qualche picco verso l'alto, come nel rematch tra la Addiction e i reDRagon per i titoli di coppia.
Anche un incontro all'apparenza inutile tra Silas Young e Dalton Castle nella complessità dell'evento ha mostrato di essere un incontro interessante.

Un PPV che in questo giugno ha buone possibilità di essere ricordato come quello più riusito. C'è stato anche Slammiversary di cui parleremo nel prossimo articolo, non credo che le parole saranno tanto lusinghiere.


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Alessio Garbini
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