martedì 28 giugno 2022

La passerella era un portone: recensione e Jeffini per AEW x NJPW Forbidden Door

Un evento sorprendente, ma soprattutto importantissimo per quella che è la narrazione futura della AEW e anche della NJPW. Commenti e Jeffini per AEW x NJPW Forbidden Door.

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Cerco sempre di mettere in piedi contenuti differenti per ognuno di questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.


Non pensavo che sarei andato a scrivere questo pezzo, ero convinto che avrebbe trovato posto dentro a JeffoVisioni, pensando più a una passerella che si sarebbe rivelata bella nella forma, ma con contenuti ben poco interessanti, se non appunto il concetto stesso dietro di essa che ne rappresentava la forza trainante.
Un po' come la maggior parte di questi eventi speciali in Giappone, come il recente show per i 60 anni della Korakuen Hall, dove il fatto di vedere contro membri delle due federazioni fosse già sufficiente.
Ovviamente negli US farlo in quel modo rischiava di diventare qualcosa di controproducente, andando quindi a inserire dei match titolati, perchè il pubblico US è abituato alle difese, a volte senza significato, piuttosto che a tag match random.
Invece questo non è avvenuto. Oltre a offrire l'incoronazione del titolo Interim per cause di forza maggiore, e l'assegnazione dell'All-Atlantic; che di per sè sono motivi validi per stare dietro allo show, abbiamo un insieme di tanti altri elementi narrativi sia per la NJPW che per la AEW che lo rende un evento non soltanto "passerella".

Il picco narrativo è il match per il titolo IWGP. Non tanto in ottica NJPW a dirla tutta, perchè comunque le interazioni White/Okada sono state minime; ma più per il discorso del Bullet Club.
Le poche interazioni iniziali tra White e Adam Cole rientrano perfettamente nella modlaità classica di costruzione di un match a più uomini, cioè i due heel che si alleano e poi si scontrano. Un po' la modalità tipica nei Triple Threat per esempio.
Questo si aggiunge alle interazioni con Adam Page, che sono quelle che ci interessanto. Se questo incontro a livello di lottato non si è tramutato in qualcosa di epico, il finale è quello che lo rende più importante.
Gli Young Bucks (con attire del BC per il loro ritorno speciale), che per prima cosa pensano a Adam Page, non a Cole. E questo si ricongiunge con tutta la narrazione iniziata dal match dove sconfisse Kenny Omega per il titolo e che piano piano ci sta venendo narrata anche a BTE.
Questo elemento avrà ripercussioni importanti sulla narrazione principale.


Il match per il titolo Interim è stata la perfetta interazione di due stili differenti. Lo stile perfetto di Hiroshi Tanahashi che ancora una volta mostra di essere uno dei wrestler migliori della storia, che si confronta con lo stile rozzo, più violento e selvaggio di Jon Moxley, una costruzione del match certosina, con punti sicuramente di spessore, da Tanahashi che usa la High Flow Flew fuori ring che aveva promesso di non fare più, fino a Mox sanguinante sul finale per sottolineare il suo andare sempre oltre.
Un pubblico che si schiera tutto verso il Tana, sottolineandone ancora una volta la potenza come Ace del mondo del wrestling.
Che dire del finale. Tralasciando la rissa abbastanza banalizzante è la ripresa del feud tra Eddie Kingsotn e Claudio Castagnoli che mi ha stupito.
Già ci avevano abituato nel riprendere discorso passati e di altre federazioni (lo stesso Eddie con CM Punk che tirò fuori una storia del 2003 in IWA-MS per esempio). Qui un feud durate quasi 2 anni tra i due in Chikara. Dove il nostro Eddie fu l'unico a sapere che CC non fosse quello che diceva di essere, tanto che andò poi a formare il BDK, mega stable rudos, concludendo la diatriba poi dopo quasi due anni, poco prima che andasse in WWE.

 

Quando hai un nome come quello di Claudio Castagnoli, fenomeno sul ring, che per anni ha dovuto fare il jobber e poco più, il modo migliore è quello di metterlo in un match da quasi 20 minuti con un mostro di tecnica come Zack Sabre Jr., una scelta perfetta.
Forse uno dei migliori debutti in casa AEW per come è stato pensato. Abbiamo un lunghissimo shine di Claudio all'inizio, che ha rimesso i punti sulle "i" sulle sue abilità, così come ha permesso a Sabre di mettersi molto in mostra, andando a prendere gli aspetti di forza che lo caratterizzano, valorizzandoli e mettendo in difficoltà Castagnoli che aveva iniziato con il botto il match di domenica. CC ha poi potuto mettere in mostra tutto il suo repertorio, sia da quello più noto per i trascorsi in WWE, che quelli del mondo indipendente.
Un incontro che mette entrambi in primo piano e che valorizza i punti forti di entrambi i wrestler coinvolti. Ben poco da chiedere di più dai due.

 

La storia narrata con Will Ospreay è stata molto interessante. Non tanto per la prestazione di Will che sappiamo sempre essere di alto livello, ma per Orange Cassidy. Il vero problema di OC è quello di legarsi troppo al personaggio. Che è quello che lo ha reso unico nel mondo del wrestling, che lo ha fatto emergere, ma che risulta essere limitante nella maggior parte delle narrazioni.
Qui hanno trovato una chiave di lettura interessante, con OC che deve sempre ritornare (come con Jericho) a lottare a un livello più duro rispetto al solito, per cercare di sorpavvivere a Ospreay. Ovviamente Will è troppo oltre, ma al contempo Orange riesce a cavarsela tenendogli testa.
Qui un elemento narrativo NJPW che viene esplorato e incorporato, ovvero il fatto di avere Juice Robinson he ancora non ha consegnato la cintura e che anzi è lì presente parlando di questo match come un First Contender. Insomma tutta la storia che abibaimo visto legata a lui, che continua a proseguire e che tornerà nei prossimi eventi targati New Japan.

In contrapposizione, la storia dietro al vittoria dei titoli degli FTR è venuta fuori molto male. Capisco la scelta old school di giocarsi questa modalità di hot tag, ovvero quella di avere tutti contro Cash Wheeler, mentre Dax Harwood viene portato via, aggiunge drammaticità, certo, ma questa drammaticità dev'essere unita a uno stile e un modo di stare sul ring diverso, molto più incentrato su questa minoranza numerica, mentre si è scelto di guardare un discorso di spot, spot che non sempre sono risuciti al meglio. Alla fine come si sperava abbiamo gli FTR campioni su 3 continenti (allarghiamo il Messico all'America del Sud per la metafora) con la possibilità di andare in Giappone e di poter fare come i Legion Of Doom o altri grandi tag del passato. 

Nonostante sia un match che non ha legame tra le due fazioni, Thunder Rosa ruba ancora una volta la scena, questo mese con Toni Storm.
Come speravo nelle settimane precedenti in JeffoVisioni, l'idea di dare match solidi, magari senza una costruzione troppo approfondita dietro, è un buon modo per sottolineare a valorizzare la cintura, soprattutto dato che, a differenza, di una Britt Baker che sul ring è sempre abbastanza mediocre le prestazioni di Rosa siano sempre solide.
Che una delle vittime sia Storm, non mi ha fatto impazzire, ma il finale permetterà di andare a costruire un rematch più approfondito, che può essere la scelta migliore.
Il match di suo è davvero solido, con un inizio molto forte, che sembra irprendere quanto visto con Serena Deeb, ma al contempo ci porta poi in un territorio diverso, sebbene queste due parti sembrino quasi scollegate tra loro.


La squadra di zio Eddie, assieme ai figli di Mox, Shota e Yuta, mette su un match per nulla male, soprattutto tenendo conto che si sia scelto l'occasione per fare uno show off di Shota Umino, che presumo ormai sia alla fine della sua excursion, quindi sta iniziando a mostrare le sue capacità sviluppate in giro per il mondo.
Non ricordavo assolutamente l'assalto di Jericho nel 2018, un assalto che è stato spinta narrativa a un match che ha retto su tutta la sua durata.

Riuscito forse meno, il match per il titolo All-Atlantic. In partenza non pensavo ci trovassimo di fronte a un match da 10. Il match doveva giocare sul dare lo shine a più nomi, mettendone in luce le qualità, ho apprezzato che PAC e Malakai Black abbiano passato molto del tempo a starsi dietro sul ring, in modo da continuare la narrazione che abbiamo avuto fino a ieri, ma al contempo, non è stato sicuramente il modo migliroe per sviluppare al meglio l'incontro.
Piacevole sicuramente. Ma come inizio per un nuovo titolo, mah, speravo in meglio.

Di quello che è stato il Buy In, anche qui abbiamo degli elementi narrativi in continuità che sono sicuramente importanti. Il primo è anche legato a un match che è risultato comunque interessante. Cioè quello con la coppia tra Keith Lee & Swerve Strickland che come abbiamo visto in JeffoVisioni, stanno iniziando a costruire uno scontro tra di loro, nel fare questo mettono in piedi una prestazione interessante contro Yoshinobu Kanemaru & El Desperado che ci fa quindi apprezzare l'incontro.
Alla fine del quale abbiamo Ricky Starks & Powerhouse Hobbs che riprendono il feud. Un feud che abbia nettamente già fatto il suo corso e che quindi ci sia bisogno di passare oltre.

Voto per gli ultimi tre match di cui ho parlato:

Un feud che si sta sviluppando a Dark, ma che qui prosegue, nonostente il coinvolgimento esterno con il LA Dojo, è quello tra gli Acclaimed, i Gunn e loro padre, Billy Gunn. Un feud che si sviluppa lentamente, attorno alla figura paterna e che con questo intervento di Danhausen, potrebbe portare a qualche situazione particolare.

Direi che per essere una data 0 di quello che sono le possibili interazioni tra la NJPW e la AEW, possiamo ritenerci più che soddisfatti, un evento che è risultato e risulterà chiave per i prossimi mesi di AEW e che, piano piano, può riaprire le porte anche ai nomi All Elite in Giappone.
Il sogno di Bryan Danielson al G1 Climax, è forse il sogno di tutti.

I prossimi appuntamenti, venerdì usciranno i pronostici per Money In The Bank e domenica appuntamento con JeffoVisioni.

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Alessio Garbini

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