martedì 8 novembre 2022

Il peggior match dell'anno: analisi e voti per WWE Crown Jewel 2022

Molti parlando del match di Logan Paul e Roman Reigns come grande incontro. La verità è che ci troviamo di fronte a un match a dir poco mediocre, tra i peggiori dell'annata.
Ne parlo insieme ai Jeffini e commenti per tutto Crown Jewel.

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Cerco sempre di mettere in piedi contenuti differenti per ognuno di questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.   

Penso sia tempo di parlare di Logan Paul. Come ho detto fin dall’inizio non ho trovato nulla di male nel suo coinvolgimento nella scena titolata. Abbiamo avuto sicuramente tutta una serie di vantaggi che posso riassumere (sebbene ne abbia già parlato in JeffoVisioni. Rubrica domenicale che vi invito a seguire): aver mandato lui contro Roman Reigns in Arabia ha permesso di evitare di veder sacrificato sull’altare del record, un nome parte del roster. Insomma ci ha permesso di evitare una situazione come quella di Clash At The Castle in cui Drew McIntyre è stato esposto malamente; inoltre i vantaggi mediatici dietro la presenza dei fratelli Paul sono parecchi e in un prodotto che punta a diversificarsi è sempre un bene fare affidamento a superstar di prima fascia; infine le assenze dei due contender ha portato a mettere in piedi una costruzione degna di un match di MMA o di boxe, in questo modo si è potuto dare un sapore diverso alla sfida andando a sfruttare i Celebrity Boxing con cui i Paul fanno un sacco di soldi, evitando situazioni in cui ci troviamo ad avere il first contender martoriato da assalti di vario tipo da membri della Bloodline, cioè come 3/4 dei feud di Reigns dal rinnovo contrattuale.
Ma non è tutto oro quello che luccica. Uno dei grossi problemi della scrittura degli incontri e dell’insegnamento della WWE è che si sia attori che si impara una parte.
Questo concetto non può che essere il peggiore per qualunque wrestler o aspirante tale, perché non ti porta a ragionare sulle cose. Lo si vede nei promo, dove se non hai le doti a recitare la conseguenza è che non si riesce a dare il tocco personale e lo si vede nei match.
Lo si vede nel momento in cui devi lasciarti alle spalle la mera nozione e devi andare a incastrarti con quella che è la psicologia dell’incontro.
L’assenza di una reale consistenza dietro questo è il problema reale con il match di Logan Paul.
Se nel 2023 dopo tutta una serie di situazioni nella major e una scuola ideologica creata attorno a questo ci sia ancora il bisogno di ribadire che fare spotfest a caso non sia indice di fare un buon match, alzo le mani.
L’incontro segue una logica standard di costruzione narrativa, segue quelle che sono le fasi tipiche di un incontro e questo permette di mantenere la narrazione a un livello tale per cui anche in caso di errori il pubblico possa apprezzare. E questo non è un male, rimane un metodo per aiutare chi è alle prime armi.
Sono presenti anche alcuni errori abbastanza classici di chi si allena da poco, quindi movimento di gambe errate, oppure presenza di no selling. Ma sono altri i problemi che sono decisamente gravi.
Sono gravi perché sono pericolosi in primo luogo e non permettono di creare la in ring psychology necessaria; sebbene Paul riesca a sopperirci grazie al suo carisma e alla sua presenza scenica.
Pericolosi perché non è in grado a impattare sul ring e usare quegli high spot richiede una capacità tale da riuscore ad ammortizzare il colpo, invece l’infortunio alle ginocchia ha confermato che sia un rischio per sè questo modo di lottare non in sicurezza. Ma è un rischio anche per l’avversario, non solo sulle mosse aeree, penso al non controllo del Cross Body sul corpo di Reigns che ha rischiato in più occasioni, oppure la non cura dell’altro sullo Standing Moonsault oppure sulla Frog Splash in cui non crea la protezione necessaria a Roman. L’apice di entrambi questi aspetti è l’Hip Toss. Scoordinata, con rischio di strapparsi il pettorale e di far del male a Reigns.
L’assenza di interazione col pubblico è altrettando dannosa sul match in sè; certo gli high spot servono a creare reazione positiva verso il face, quindi di base il fatto che tutto si sia costruito su questi aspetti ha aiutato a sostenere Paul col pubblico; non a caso mi sto lamentando proprio di come sia una spotfest senza costruzione logica.
 
Mi viene detto e fatto notare come Logan non sia un wrestler o che abbia lottato in pochi match, come se questo fosse una giustificazione. Se tu lotti una volta, come capitato a differenti nomi apparsi anche di recente, ovvio che si debba tenerne conto e si debba in un qualche modo lavorare in maniera limitata, ma quando tu dichiari di volerti dedicare al wrestling e ti viene mandato un ring e Drew Gulak per allenarti, allora non si può più chiudere l’occhio. Perché per quanto ci sia amore verso la disciplina, ci sono delle cose essenziali e questo incontro dimostra che la mentalità della spotfest, funziona sull’occasionale che viene a fare il match a WrestleMania, ma non può funzionare con qualcuno che invece di questo ci vuole campare.
Perché possiamo sicuramente apprezzare che il tono del match sia superiore a quanto visto nei suoi incontri precedenti, si è cercato di dare una costanza e un senso al tutto, ma a quel punto se evolve il modo di costruire il match e il suo scopo, deve evolvere anche come quel match lo so giudichi.

Ma quello di Logan Paul non è l'unico esempio in cui il sistema WWE ha fallito nell'allenare i propri nomi. Ci sono altri due match che evidenziano una difficoltà in due ambiti differenti, nel primo caso potrebbe essere colpa dell'inesperienza, nel secondo fa dubitare sulle qualità della wrestler in questione.
 
Omos è quello che potrebbe agire per inesperienza, essere vocal durante un match è un aspetto importante, però non puoi che a ogni mossa tu debba parlare, diventa un pelo assurdo. Poi il resto dell'incontro non sto nemmeno a commentarlo.
 
Il secondo caso è legato a Bianca Belair. Il discorso lo abbiamo già affrontato, Bianca non ha la mente da wrestler, non è in grado di tappare i buchi ha imparato a memoria lo spot e lo esegue, già in varie occasioni si era notato e anche a Crown Jewel, nei momenti in cui c'era da stare sul ring, quindi non da seguire o eseguire mosse dietro l'uso di strumenti è palesemente in difficoltà, ferma a aspettare che Bailey si posizioni, non riuscendo a seguire il flow narrativo.
Questo è un problema grosso, perchè presenta gli enormi limiti di Bianca che è sicuramente brava nel gestire gli incontri in generali, quindi a fare una prestazione comunque buona come è accaduto al PLE, ma manca di logica e di mente, per dire non sono nemmeno sicuro che abbia le capacità per condurre un match, quando non dovrà affrontare la gente esperta cosa succederà?
 

Sul resto userò un solo commento, che vale bene o male per tutti i match (tranne uno, ne parliamo in chiusura). Lo show è stato pensato e messo in scena come se fosse un gigante house show.
Lo vediamo da tutti i match che potevano potenzialmente essere molto buoni, quindi Bobby Lashley contro Brock Lesnar oppure il tag match,in cui si evidenzia un ulteriore aspetto legato all'essenza del Live Show: cioè cambiare schieramenti  a seconda di quello che succede e la reazione del pubblico, che messo in un evento dal vivo non ripreso non è un grosso problema, quello che è un grosso problema è di fatto che non fosse un live event ma un Premium Live Event e quindi uccide totalmente il match.

L'unica eccezione è rappresentata dal match tra Drew McIntyre e Karrion Kross non tanto perchè si parla di un match di qualità alta, ma perchè rappresenta un match che possiamo vedere e considerare come qualcosa di solido e che cerca di raccontare qualcosa che va oltre la mera situazione da Live Event, il perchè ci viene spiegato dal commento per cui sia la conclusione della rivalità tra i due. Lo Steel Cage è la stipulazione migliore per chiudere che però porta a un dilemma, cioè all'aver indebolito Kross che rimane forte giusto nell'act messo in scena e meno su quello che è il suo ruolo nel feud.
 

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Alessio Garbini

 

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