Siamo in piena stagione di Sanremo, quel momento dell'anno che si porta vià una settimana della nostra vita in cui non puoi respirare altro.
Nel 2006, nel pieno del secondo wrestling boom targato WWE, John Cena venne come ospite internazionale in Italia, in Liguria, al festival. Intervistato da Panariello. E oggi rivedremo questo strano momento televisivo.
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Il 2006 era il quarto anno di un piano quinquiennale della WWE per prendere il controllo dell'Italia.
Si era iniziato nel 2003 mandando Velocity prima (dopo la parentesi di esperimento a settembre 2002) e poi SmackDown su Italia 1 e un tour saltato; si passa al 2004 con il tour e il consolidamento del brand.
Il 2005 fu il boom reale, la WWE era ovunque, un tour mastodontico nell'autunno proprio per capitalizzare e infine il 2006 con il test di Raw (per vedere la durata e tenuta del marchio oltre alla tv in chiaro) per concludere con i taping del 2007 a Milano.
Perciò siamo proprio nel mezzo di questo, con un John Cena campione che si presenta il 3 marzo davanti a Panariello e al pubblico dell'Ariston di Sanremo.
Ci sono tre livelli di scrittura delle domande.
Da un lato c'è tutta la parte comedy, una parte comedy che fa da apertura e serie di intermezzi che servono a spezzare il ritmo.
Cena con un promo fa una open challenge al titolo WWE a cui risponde Pippo Baudo, che in realtà è Mammuccari mascherato e questo aprirà a una lunghissima serie di gag sulla paura che Cena gli procura, battute sul fisico o tentativi di puntare alla cintura.
Tutto sommato è anche accettabile come aspetto, sebbene ci siano dei momenti che sono troppo esasperati e un modo di girare attorno per cercare di non perdere tempo e di non lasciare momenti morti tra la traduzione e le domande.
Il secondo livello è quello della vergogna.
Si cerca di "smascherare" il prodotto Wrestling, cercare di far cadere in fallo Cena.
Si parte chiedendo degli allenamenti, cioè se e quando si allena lo fa con gli altri per preparasi, oppure se quando sono sul quadrato c'è una risposta alle mosse, o che essendo attori gli verrebbe voglia di fare sul serio con la risposta del pubblico.
Tre aspetti a cui Cena riesce a svincolarsi bene, non dà un reale peso e riesce a gestire e mantenere la kayfabe. Racconta di come il wrestling sia mentale e non solo fisico, quindi che si può effettivamente interagire e imparare dall'altro.
Un'altra domanda da notare è quella legata al discorso sul business, che è un po' un ibrido tra una del seconda e terza livello. Perchè Panariello vorrebbe la risposta legata al dire "tutta finzione", invece Cena ne parla per mandare over il pubblico.
Infine c'è un terzo livello, il piano in cui le domande sono su un versante più serio. Non tanto per i cotenuti, ma perchè manca l'intenzione di deridere oppure di smascherare Cena.
Il fatto che John riesca a rigirare una domanda apparentemente banale sulla pronuncia di Wrestling, ne è un esempio. Anche il momento in cui si parla dell'origine del nome chidedndosi se sia italiano e lui che spiega la sua genealogia e provenienza.
Sono due esempi di situazioni apparentemente vuote, ma portate seriamente.
I tre momenti topici di questo sono sul peso dell'Europa per la WWE; il che sottolinea la strategia di espansione sul territorio dal 2002 in poi (che è quello che possiamo vedere chiaramente a posteriori), sebbene rimanendo in questo modo all'interno della dimensione della marketta, il buon John dice che sia una novità. Tralasciando non solo tutta la storia europea del wrestling ma gli stint precedenti dal 1985 in poi della compagnia.
Il secondo è il discorso sulla costruzione del suo personaggio e di come si sia lavorato sull'unire le passioni. Il terzo è quello sul classico Don't Try This At Home. Ma detto in maniera molto potente, con un peso di Joh su di sè, sulla sua storia e di come sia importante l'educazione oltre all'essere professionisti.
Capitolo a parte il commovente momendo su Eddie Guerrero, dove si ricorda il campione scomparso da poco, con il pubblico di Sanremo che applaude e un Cena visibilmente commosso.
Potete vedere l'intervista così da farvi anche voi un'idea.
Tutto sommato la ricordavo molto peggio. Ci sono dei buoni momenti e soprattutto si mostra una capacità di John Cena di farsi notare anche in un contesto assurdo come quello di Sanremo con un pubblico, quello dell'Ariston, molto differente da quello che solitamente era il suo. Questa intervista dimostra chiaramente perchè sia stato un volto immagine della compagnia per 15 anni e come abbia saputo imporsi su molti altri nomi.
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Alessio Garbini