Il momento di chiedersi se la settimana tra All In e All Out sia la chiave di svolta della AEW o se invece segni l'inizio della caduta. Con questo concludo finalmente il recupero estivo, così da riuscire a rientrare nel loop normale settimanale.
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questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.
Invece di fare un'analisi approfondità delle due card, con aggiunta di voti e quant'altro, preferisco provare a concentrarmi sul capire il peso che questa settimana ha avuto per la AEW.
La settimana si inserisce in una rivoluzione più profonda che coinvolge il prodotto, ma ci tornerò alla fine; questa settimana ha prodotto sia All In, l'evento con il maggior numero di spettatori della storia che l'addio di CM Punk.
All In mette un punto di arrivo importantissimo. Una federazione attiva da 4 anni che non solo riesce a mettere in piedi lo show in uno stadio, ma che riesce a mettere 80k persone.
Qualcosa che nemmeno la WCW o la NJPW sono mai riusciti a fare. Solo la WWE è riuscita a farlo in tutta la storia. Lasciamo da parte gli eventi in Nord Corea e Jim Londos in Grecia.
E questo è inequivocabilmente un punto di svolta.
Il secondo aspetto è il licenziamento di CM Punk. Un licenziamento che potrebbe far pensare a una crisi negli ascolti, proprio ora che si era trovata una dimensione ideale con il dualismo tra Dynamite e Collision.
Eppure questo sembra portare a sistemare lo spogliatoio.
La presenza di CM Punk è stato un problema continuo dal 2022 e ha probabilmente rotto delle dinamiche che la AEW aveva fin dalla fondazione.
Tutte le azione devono crescere, ma non possono dimenticarsi di gestire al meglio determinati aspetti. Inutile dire che il roster del 2019 non possa essere lo stesso del 2023, almeno come profondità o come intenzioni e che quindi tu debba considerare il ruolo nello spogliatoio per mantenere questi fattori incontrollabili, sott'occhio.
Soprattutto se possiamo dire come MJF, Adam Cole o Jon Moxley siano tutti ottimi sostituti dello starpower di Phil Brooks.
Quindi il futuro.
Un futuro non pensato è questo. Cosa fare dei due programmi TV. Come reggere il possibile problema degli ascolti al sabato.
Un futuro è pensato. Andare a costruire un lasso di tempo di 3 mesi con dentro 4 PPV e puntate speciali, ha due scopi. Andare a dare una prova di forza chiara, perchè si è in grado di poter mostrare la propria potenza a chi dubita della federazione ma, al contempo, provare a testare il mercato, capire quanto può essere il drop.
Se pensiamo che All Out ha avuto lo stesso numero di biglietti dello scorso anno. O che il 50% di chi ha acquistato All In ha anche acquistato l'evento la settimana dopo, sono dati molto importanti che in una fase delicata come questa, in cui si andrà a trattare sui diritti TV è importante.
Però. Ci sono anche dei punti difficili. Il crollo delle vendite dei biglietti è evidente. Non c'è più l'effetto novità, che è stato inesorabilmente uno dei fattori chiave per il successo di All In. Si sta forse provando a creare un senso di continuità e di creare una solida base locale. Un po' come il modello delle squadre. Avere dei fedeli locali che vengono indipendentemente da quello che accade.
Così come gli ascolti, sono buoni, perchè se si va a vedere il dato delle TV è in fortissimo calo ovunque perchè mancano le TV. La gente non ha più il cable e quindi il numero di ascolti cala. Molti seguono in differita. Però non si può non considerare anche questo dato come un elemento importante.
Perciò questa settimana, più di molte altre, offre un reale banco di prova del futuro per la All Elite Wrestling.
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Alessio Garbini