lunedì 4 settembre 2023

Una puntata di Raw di dieci anni fa: analisi e voti per WWE Payback 2023

Programmazione tra le ferie e l'inzio effettivamente dell'anno. Ci sono delle grosse novità a cui sto lavorando e che spero possano fare piacere a tutti.
Però per oggi rimaniamo concentrati sul presente e parliamo di Payback. Un evento che sembra riportarci a anni fa ma con dietro una forte politica.

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Cerco sempre di mettere in piedi contenuti differenti per ognuno di questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.

 

Sto provando a pensare a quali possano essere gli aspetti di questo PPV che potremmo ricordarci domani. E trovo davvero difficile riuscire a individuare qualcosa che possa rientrare in questo.
La sensazione è stata quella di assistere a uno di quei PPV monobrand nel periodo in cui la WWE faceva 18 eventi a pagamento l'anno e che quindi ci si ritrovava con momenti praticamente montati senza uno scopo, se non quello di occupare spazio alla domenica sera.
Non siamo più in quell'epoca, siamo in un'epoca in cui gli eventi sono comunque a pagamento (in forme differenti, ma non più solo "gratuiti" con il WWE Network) ma ce ne sono circa uno al mese e quindi andare a produrre un evento così vuoto, diventa un tremendo autogol.
Soprattutto quando 1/4 del tuo evento è utilizzato per dei lunghi segmenti parlati che non muovono per davvero le storyline, ma sembrano sottolineare e ribadire l'ovvio.

Proprio perchè sono due segmenti che dovrebbero in qualche modo creare possibilmente interesse sul futuro. Da un lato John Cena che interagisce con LA Knight, probabilmente con l'idea di andare a spingerlo, sfruttando forse finalmente la sua overness. Ma dall'altro questo segmento lunghissimo con The Miz non ha prodotto praticamente qualcosa di immediato e se Cena rimarrà per due mesi a fare solo questo, non so cosa serva.
Così come Grayson Waller che ospita Cody Rhodes. Dovrebbe forse continuare il feud con Roman Reigns in vista di WrestleMania 40, però è proprio un modo abbastanza mediocre, con l'idea che forse Jey Uso possa andare per uno stint in singolo.
Questo apre a due domande. La prima è quanta intenzione ci sia nel fare un Jey/Jimmy, perchè andare a splittare un team funzionante, è un'idea tipica di Vince McMahon che produce il nulla la maggior parte delle volte.
La seconda è, quanto si sia scelto di usare John Cena per nascondere l'infortunio di Roman Reigns?
Perchè la concomitanza dei due eventi è particolarmente sospetta. Non l'unica coincidenza di Payback. E questo è indubbiamente una spiegazione più che sensata al vuoto pneumatico di questo PLE.

La seconda sospetta coincidenza è nel main event. Shinsuke Nakamura posizionato nel ME, nello stesso momento in cui Keiji Muto effettua un viaggio misterioso. Paul Levesque ha da sempre in mente il progetto NXT Japan, negli scorsi anni è stato presentato in differenti modalità: prima come realtà a se stante, poi con l'acquisizione della Pro Wrestling NOAH ma la pandemia aveva stoppato un po' tutto.
Sembrerebbe quasi che un certo tipo di produzione si sia rimessa in moto. Abbiamo l'evento in India a breve, un tentativo di espandersi in Messico (anche qui altro progetto di Levesque) e potrebbe dunque essere il momento di un nuovo rilancio per il versante asiatico. Magari sfruttando proprio Muto e KAIRI.
Tutte queste concidenze sono decisamente strante.
Dragon Lee è apparso in TV proprio nel momento in cui sia la AEW che la WWE si sono messe in lotta per cercare di far firmare Andrade a un nuovo contratto. Che quindi questa stessa modalità sia stata messa in atto anche a Payback?

Il match è stato molto deludente, assolutamente non a livello di un ME. La storia presentata è anche stata convincente, ma è mancato quel pezzettino per renderlo un incontro di livello più alto. Il che è un grosso peccato ma conferma che Shinsuke, dal passaggio in WWE, si sia semplicemente limitato a fare il compitino.

 

Per motivi differenti, anche l'incontro Austin Theory/Rey Mysterio e Rhea Ripley/Raquel Rodriguez sono stati di livello scadente. Si è sicuramente provato a dare a nomi nuovi un'esposizone maggiore in questo evento, però è mancato quel quid extra. Se Theory lottando in un match di meno di 10 minuti ha scelto una psicologia molto basica, per Raquel è il contrario, troppo tempo che ha limitato parecchio la qualità della contesa stessa.

Possiamo però trovare due incontri che possono essere quantomeno ricordati.
La sfida per i titoli tag è il match che più di tutti è riuscito a omaggiare Terry Funk. L'insieme di rimandi e di momenti che richiamano alla storia del grande Terry.
Il match se dovessimo scorporarlo da questo non ha praticamente significato, è un tipico match da evento TV, con qualche buono spot e che serve solo a continuare il dominio del Judgment Day, un tema e problematica che ho già sottolineato. Però sarebbe inutile togliere questi momenti e quindi possiamo sicuramente vederlo come un match molto interessante e un bellissimo omaggio.

Il secondo è l'opener. Finalmente Becky Lynch e Trish Stratus mettono in piedi il match che tutti si aspettavano da loro due.
Il match è una lenta costruzione verso il climax finale, una costruzione che segue in maniera impeccabile la strutturazione tipica della psicologia di un incontro, anche l'utilizzo di tutti i topoi tipici della struttura sono stati posizionati in modo da dare un senso perfetto. Sia l'uso della gabbia come corpo contundente, sia lo scalare che l'uso della porta. Un modo assolutamente impeccabile per andare a costruire un match che meritava decisamente uno spazio migliore nella card. Ma evidentemente la politica ha rivestito un ruolo chiave in tutto questo.

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Alessio Garbini

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