giovedì 5 ottobre 2023

Il debutto di Edge e l'omaggio ultimo a Antonio Inoki: analisi e voti per AEW WrestleDream 2023

La lunga estate della AEW arriva a compimento con questo nuovo show. WrestleDream è stato il primo evento di una nuova tradizione annuale. E che inizio è stato? Direi assolutamente positivo.

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Cerco sempre di mettere in piedi contenuti differenti per ognuno di questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.


Partiamo dall'elefante nella stanza. Edge, o meglio Adam Copeland. Che cosa possiamo dire del debutto della Rated R Superstar in AEW?
Beh, è un quesito interessante, nel senso che la storia è nota. Nel 2019 la trattativa tra la AEW e Adam ha portato la WWE a togliere il ban al suo ritorno in-ring (come fatto con Bryan Danielson) e lo ha riportato in TV. Perciò che il suo debutto avvenisse era una conseguenza logica, soprattutto con la partenza di CM Punk. La partenza dello Straigh Edge ha creato un vuoto in una certa sezione del roster e nell'immaginario del pubblico che necessitava di essere ricoperta.
Un debutto nel 2020 vs. un debutto nel 2023 porta con sè delle differenze immense. Non solo il roster del 2020 non era davvero così profondo, ma soprattutto non c'era Christian Cage.
Lo storico amico di Adam è riuscito a diventare uno dei nomi più interessanti nel midcarding della All Elite Wrestling in questo 2023. Perciò l'inserimendo di Copeland fa riferimento inesorabilmente a quella che è una caratteristica della federazione.

Il ruolo del veterano.
Il veterano in AEW non è un personaggio passivo, ha un ruolo attivo nello sviluppo del giovane. Una delle caratteristiche che Tony Khan ha preso dalla storia è proprio questa, quella di associare il giovane con l'anziano, ma non in maniera dannosa, non in modo da ricreare Zbysko-Sammartino come fa sempre la WWE (dal 1980), ma affinchè ne rivesta il ruolo da mentore. Christian ha fatto questo non solo su Luchasaurus (o Nick Wayne) ma anche su Darby Allin. Più di Sting, che con lui riveste il ruolo di compagno, è Cage che ha preso per mani Allin e lo ha portato nel main event, dandogli un match intenso e che mette in scena una storia assolutamente valida e ponderata. Motivo per cui al di là delle conseguenze (turn di Wayne e debutto di Adam) è stato un match che ha offerto tanto a livello generale di qualità.
Ma che ruolo potrà avere Copeland in questo? Una bella domanda. Per quanto l'età sia a suo sfavore, non è un nome come Sting, Christian o Jeff Jarrett. Veterani che possono rivestire il ruolo di leggenda o di midcarder. Un nome che arriva da uno stint intenso in WWE e che mette in chiaro nelle interviste che voglia anche accedere a scenari mai avuti prima. Pensiamo a Kenny Omega o Kazuchika Okada.
Perciò che possa essere lui il catalizzatore di uno dei due show? Che sia la persona che può rissolevare i biglietti AEW?

Sul lottato è la solita storia. Ogni match riesce a stare perfettamente nella sua costruzione e sua logica ed ha un perchè. Non entrerò quindi troppo nei dettagli dei match su cui ho poco da dire. Però vi rimando a Instagram dove ho potuto approfondire Josh Barnett contro Claudio Castagnoli (qui).

Se quel match ha un suo forte peso tecnico, un match che ha una narrazione molto potente è Eddie Kingston contro Katsuyori Shibata. Il match prende a piene mani dalla tradizione del puroresu. Quello che è il percorso di Eddie con la AJPW è noto, è stato sottolineato potentemente quando ha affrontato Jun Akiyama o quando ha incontrato Toshiaki Kawada durante il G1 Climax. Chi sia Shibata non penso sia necessario spiegarlo. Il match dunque prende a piene mani dalla modalità di gestione dello stile giapponese in modo da potenziare a dismisura il concetto di Strong Style. Un concetto concepito e reso grande da Antonio Inoki. Il perfetto omaggio.

Un paio di incontri hanno avuto una costruzione settimanale che è stata meglio del match in sè, ma non per questo non degni di nota. MJF orfano di Adam Cole che affronta i Righteous è un possibile danno collaterale molto importante, ma ne parleremo più avanti; il secondo è la prova di Julia Hart.
Avevo già apprezzato il lavoro sulla divisione femminile TBS nell'ultimo JeffoVisioni (potete leggerne: qui) e quello che ne è uscito è un match che chiude perfettamente questa lunga frangia narrativa. Tralasciando la pausa per il viaggio di nozze, non aveva senso una vittoria della Hart, perchè in AEW si ragiona come in Giappone, il titolo va guadagnato col sangue e il sudore, arrivare a un titolo è un punto d'arrivo non un pezzo di una storia. Questa costruzione ha permesso a Julia di essere messa sulla mappa e, per questo, arriverà il suo momento.

Prima di venire ai due veri main event, perchè per quanto il livello di Allin-Cage sia stato altissimo, se non ci fosse stato il debutto di Copeland non avrebbe occupato il ruolo principale.
Volevo parlare un attimo di due match tag. Il primo è stato il Six-Man Tag tra la Don Callis Family e la Golden Elite. Un match che poteva essere una mera passerella, come quello per il first contender ai titoli tag, ma che invece è stato un perfetto esempio di quello stile che ha reso famosa la PWG nel mondo e che sia la AEW che la WWE hanno spesso copiato negli ultimi anni.
Il secondo è la difesa del titolo degli FTR contro gli Aussie Open. Un match molto sottotono, ma sottono per un motivo; essendo l'incontro prima del ME, non può avere un livello troppo alto, per non danneggiare il match successivo e per questo è perfetto. I due team possono fare molto di più però in questo contesto, con questa posizione nella card, sono stati perfetti.

Voto per questi due e per il ME:

I due veri main event sono opposti. Come spesso capita nelle card AEW.
Il primo è lo scontro tra Swerve Strickland e Adam Page. Strickland ha sempre avuto quel qualcosa in più, in molti prima della WWE lo avevano capito e lo avevano subito spinto (penso allo show di rinascita della MLW che girava attorno a lui), ma oggi è pronto per essere un volto.
La Hit Row aveva creato un inganno, avevano pensato che non fosse lui il vero catalizzatore del gruppo o la mente che dietro poteva costruire e lanciare gli altri. Invece il suo carisma naturale, la sua capacità al microfono e la sua capacità sul ring lo rendono un nome di tutto rispetto.
Essere accoppiato ad Adam Page crea dunque un feud perfetto per il lancio definitivo. Non c'è un altro nome che sia perfetto per fargli scalare le gerarchie, anche sulla logica che ho spiegato per Hart, cioè le sue sconfitte passate che lo hanno forgiato e questo feud renderà perfetto il suo momento per il titolo massimo. Se dovessi pensare a chi sconfiggerà MJF, non posso che vedere lui, anche grazie a questo match. 

Il grande scontro tra due perfetti wrestler tecnici è finalmente stato messo in scena. Zack Sabre Jr. e Bryan Danielson hanno creato il match perfetto che ci si aspettava da loro.
Sabre è stato preso per mano e condotto nel riuscire a dare una struttura più complessa al suo incontro tipo, un po' come fa solitamente al Climax contro certi avversari, Danielson rimane uno dei migliori wrestler della storia e si evidenzia ancora una volta qui.
L'incontro è una perfetta costruzione di ogni mossa affinchè si possa sottolineare un altro aspetto di quella che è la tradizione di Antonio Inoki. La scuola Europea di Karl Gotch che è stato uno dei padri dello stile catch wrestling (che ha originato le MMA se proprio volessimo creare una continuità) e che è stato uno dei professori nel dojo della JWA, uno dei maestri proprio di Inoki e di tutta la generazione NJPW.
Questo è una perfetta chiusura per l'evento. Un modo perfetto per andare a creare un sentito e potente omaggio a uno dei wrestler più importanti di sempre.

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Alessio Garbini



1 commenti
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1 commento:

  1. Ciao, leggo sempre con interesse le tue analisi, ma quello che è difficile per chi non conosce gli aspetti più tecnici della disciplina è riuscire a cogliere i riferimenti che fai, spiegando i match: parlo ad esempio, limitandomi a quello che citi qui, dello stile giapponese, oppure dello stile della PWG, o ancora della struttura classica di un match di Zack Sabre Jr., della tradizione di Antonio Inoki o della scuola europea di Karl Gotch.
    Penso che sarebbe interessante una rubrica in cui si approfondiscono questi stili, elencandone caratteristiche ed elementi tipici, in modo tale che uno spettatore interessato possa riconoscerne i tratti anche solo guardando i match. Una sorta di educazione agli aspetti più professionali della disciplina, insomma. Pensi possa essere fattibile?
    Ti ringrazio in anticipo per l'attenzione e ti auguro buon proseguimento

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