Come un PPV può salvare una federazione? Scopriamolo assieme mentre vediamo l'analisi e i Jeffini per i match di AEW Full Gear 2022.
Vi ricordo che potete commentare qui direttamente sul blog utilizzando l'account Google; ricordatevi di seguirmi su Facebook (qui), Instagram (quo) e Twitter (qua) anche per rimanere aggiornati sulle uscite e sui prossimi appuntamenti.
Cerco sempre di mettere in piedi contenuti differenti per ognuno di
questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.
Quello che succede spesso è che ci si trovi in una situazione in cui non si riesca ad accontentare il pubblico. Parliamoci chiaro, nel wrestling il concetto non è quello di seguire il pubblico, ma quello di convincere il pubblico che quello che stai vedendo è quello che vuole vedere.
Ma ci sono dei casi in cui tu non puoi non seguire quello che il pubblico grida a gran voce. Pensiamo a cosa sarebbe successo se John Cena avesse mantenuto contro Rob Van Dam a One Night Stand 2006, o vediamo cos'è successo con Roman Reigns.
Per questo ci sono state quattro situazioni in AEW che erano un rischio. Perchè rappresentavano il momento in cui Tony Khan si sarebbe distaccato dal suo pubblico non presentandogli quella che era la scelta più desiderata e costruita, andando quindi a perdere il loro sostegno.
Siamo in un contesto di stato stagnante, cioè in cui per quanto i dati siano positivi, aver saturato alcuni mercati come New York o Chicago ha portato a risultati più freddi. Questo non coincide con un minor numero di acquisti in PPV o in termini di rating, quindi non c'è da preoccuparsi.
Sarà interessante vedere i risultati di tutta quella serie di debutti che avverrano a inizio 2023, sarà un modo per verificare la strategia che Khan sta mettendo in campo proprio per far fronte al calo recente.
In questa dimensione avere uno scollamento con il pubblico più fedele che ti sta seguendo anche se è calato il momento novità, sarebbe stata una pietra tombale.
Ho parlato di quattro momenti, due sono avvenuti in questo PPV e due sono precedenti. Il primo riguarda Wardlow, il pubblico aveva reagito bene e ha richiesto la separazione da MJF. Il problema concreto è che l'ex campione TNT fosse tutto sommato anche pronto ad andare da solo, ma per l'età, l'essere troppo green e soprattutto perchè non ci troviamo di fronte a un MJF con 20 anni di esperienza, il contesto era limitato e sebbene abbiamo ottenuto quello che volevamo, cioè la separazione con mezzo squash e regno TNT, quello che è seguito è stato un po' più deludente. Ma penso che il feud che uscirà con Samoa Joe gli farà bene. Il match nello specifico non è stato nulla di particolarmente interessante, però apre a scenari interessanti mettendo contro tre nomi apparentemente simili che creano reazioni per motivi differenti.
La seconda situazione è quella degli Acclaimed. Ho già parlato e apprezzato il percorso fatto dai due, iniziando a Dark lottando prima in singolo e poi trovando la loro dimensione in tag, trovando un personaggio e la loro connessione con il pubblico. Quello che è stato il rischio è stato All Out. In quel momento erano over, troppo over, sembrava la scelta voluta dal pubblico quella di fargli vincere i titoli tag in quell'occasione ma la scelta fu quella di andare verso Grand Slam per dargli un momento importante in casa. Era un rischio proprio perchè poteva portare i due ad abbandonare totalmente il loro momentum e distruggerli, mostrando un altro punto di possibile scollamento.
Il terzo capitolo della trilogia con gli Swerve In Our Glory è quello che ci aspettavamo un po' tutti, giocato non sul concetto di qualità sul quadrato, ma più sullo sviluppo delle storie con gli Acclaimed in secondo piano per permettere a Swerve e Keith Lee di scoppiare ufficialmente, erano settimane che il teasing tendeva in quella direzione ed è giusto così, non hanno bisogno di stare in questo contesto, ma di emergere da soli, soprattutto Strickland.
Ma il primo vero momento topico dell'evento è la vittoria del titolo Interim da parte di Jaime Hayter. Era da tempo che ormai il pubblico aveva addottato la Hayter, per il suo carisma, la sua bravura e anche il modo di coinvolgerla nelle storie di Britt Baker, se in questo caso l'inserimento nel match con Toni Storm sembra essere una scelta dell'ultimo minuto ma ha delle basi solide che si sono viste tutte nel match. Un incontro non proprio con alte aspettative ma che non ha deluso, permettendo al pubblico di avere la Hayter come campionessa.
Per quanto la storia tra Nyla Rose e Jade Cargill sia stata superiore rispetto alla media solita di storie legate al regno TBS, la qualità rimane bassa.
Un'ultima parentesi per la categoria femminile è quella legata al ritorno di Saraya sul ring. Un incontro buono, in cui però si evidenziano le difficoltà della rientrante legate alla ruggine sul ring, quindi si è optato di andare su due cose: da un lato la parte legata alla conduzione di Britt Baker, grande protagonista del match e infine sulla narrazione stile NJPW (ne avevamo già parlato) per cui si lavora sul collo e l'aggiunta di Zak Zodiac che aumenta il drama.
Arriviamo al vero momento topico del PPV. La vittoria del titolo da parte di MJF. L'arrivo di CM Punk, tutta la vicenda legata a infortuni e sospensioni ha rimandato di almeno un anno questo momento, quando la AEW è iniziata era chiaro che si cercasse di andare verso un feud tra Maxwell e Adam Page. Questa situazione si era tramutata in un feud attorno a Punk, anche qui mantenendo quindi il concetto di parallelismo tra i due, ma il mondo reale è andato a colpire duro su questa costruzione.
Perciò il dover attendere stava andando a distruggere il lavoro fatto. Sia prima con la costruzione di Wardlow, sia poi nell'attesa che Punk tornasse dall'infortunio; perso tutto questo tempo, in prospettiva, non si è dato qualcosa di diverso, ma ha permesso di creare un momento interessante comunque, un feud attorno al ruolo di William Regal e un suo schieramento durante il match che ha portato a dare un'evoluzione a tutti.
Molto bello l'incontro, un classico match titolato che prende a piene mani dalla tradizione di Memphis, legandosi al personaggio sia di Mox, che a quello di Friedman che ha potuto in questo caso andare ad abbracciare uno stile più classico in molti momenti. Un punto cardine per la storia AEW e che rappresenta la piena salvezza e il ritorno al pubblico di origine.
Qualche commento veloce su alcuni incontri. La storia della vittoria di Ricky Starks è carina, nel senso che si gioca sull'infortunio e sul dover affrontare "mostri" per poter aumentare il suo pop; sarà interessante capire se la scelta sarà di aumentare l'heat di Ethan Page, oppure di sfruttarne la scia per lui.
Apprezzo che abbiano voluto dare il senso di grande vittoria per Jungle Boy, però il punto di partenza è che il match non sia stato il migliore.
Prima di parlare di altri due incontri importanti, volevo parlare di quanto sia stato commovente il match tra Jun Akiyama e Eddie Kingston si è proprio respirato l'onore e l'omaggio del match, una di quelle cose che dovrebbero essere sempre presenti in match basati sull'essere un'occasione speciale.
Abbiamo quindi altri due incontri importanti per questioni differenti.
Quello valevole per il titolo Trios non vale di suo per l'incontro, che è stato sicuramente un piacevolissimo incontro, ma per la storia portata.
In primo luogo il ritorno dell'Elite sul tema di Wayward Son dei Kansas, canzone che si accompagna perfettamente a quello che è accaduto in tutte queste settimane.
Poi la scelta di andare a un Best of 7, una scelta che reputo assolutamente assurda sotto vari motivi, ma che analizzeremo man mano che i match si svolgeranno.
Sono rimasto piacevolmente sorpreso dal finale, hanno passato le ultime settimane a mostrare un Death Triangle in collisione, con quelli che sono state le possibili scorrettezze, sarebbe stato lo scenario ideale per chiudere la vicenda della vittoria di Young Bucks e Kenny Omega e invece si è scelto di annullare tutto questo, puntando a qualcosa di inaspettato.
Il Fatal 4-Way è a livello di in-ring psychology perfetto. Abbiamo gli scontri iniziali legati alle rivalità viste a Dynamite, un lavoro di squadra sia face che heel che implode con motivazioni differenti e un finale costruito proprio sulle implosioni.
Insomma se qualcuno dovesse andare a costruire o valutare un match di questo tipo, non può che prenderlo perfettamente come esempio. Ma se fosse solo un discorso di costruzione basata sulla perfezione tecnica, il match sarebbe di suo stantio, invece il finale apre a tanti scenari affascinanti, come il possibile lancio di Sammy Guevara che deve partire seriamente, o le conseguenze nel BCC dopo le azioni di William Regal.
Vi ricordo che potete commentare qui direttamente sul blog utilizzando l'account Google; ricordatevi di seguirmi su Facebook (qui), Instagram (quo) e Twitter (qua) anche per rimanere aggiornati sulle uscite e sui prossimi appuntamenti.
Cerco sempre di mettere in piedi contenuti differenti per ognuno di
questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.
Alessio Garbini