giovedì 15 dicembre 2022

Il collare del cane e il sopravvissuto: analisi e voti per Final Battle e Deadline

Con disonorevole ritardo ma, ahimè, le festività incombono, arriva l'analisi con i Jeffini per i due speciali/PPV che abbiamo avuto lo scorso sabato. Cioè l'evento di NXT: Deadline e l'ultimo show ROH dell'anno: Final Battle.

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Cerco sempre di mettere in piedi contenuti differenti per ognuno di questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.  


Partiamo da Deadline. Possiamo dire che sia stata una bella sorpresa?
Penso che si possa dirlo senza timore di smentita.

Il concept dell'Iron Survival Challenge sembrava un po' forzato, nel senso che le regola erano sostanzialmente una ripresa di vari concept in giro. Mi sembrava un po' il King Of The Mountain della TNA e un po' il concept dello Championship Scramble di Unforgiven 2008. Che diciamolo, entrambi  furono molto interessanti.

Ma la resa dei due match è stata molto interessante. Diciamo che non c'è stato il principio per cui devi per forza forzarti cose diverse. I due match sono differenti a livello narrativo, ma sostanzialmente a livello strutturale seguono la stessa regole. Questo è un modo che potrebbe essere usato anche nel main roster per evitare di avere due match identici.
Cosa differenza dunque i due incontri? Diciamo che la struttura è sostanzialmente la stessa, cioè un gioco in cui abbiamo i face che subiscono gli heel finchè non si spezzano le alleanze (cioè come la struttura classica dei match a più uomini) e questo porta a creare delle situazioni in cui il face deve recuperare o cercare di recuperare la distanza.

Ma a livello narrativo ci sono delle differenze non male. Nel senso che il primo gioca tutto sul concetto della top face, Roxanne Perez, che deve superare l'ostacolo e riprendere il distacco. Un distacco che piano piano si fa pressante e deve alzare l'asticella, riuscendoci. Il classico topos dell'erore in WWE.
Nel far questo abbiamo una serie di ottime sequenze, ben pensate e nella maggior parte dei casi ben realizzate (a parte Kiana James) e il format del tempo o della gabbia tiene alta l'attenzione.

Quello maschile invece gioca su un altro livello, andando molto a giocare sulla storia tra Axiom e JD McDonagh con l'aggiunta di Carmelo Hayes, i tre riescono a lavorare molto bene e la sequenza nella gabbia è sicuramente di livello. L'incontro tiene bene come il precedente fino al finale, dove quei 15 secondi di Grayson Waller che corre in giro sono un cheap heat assolutamente evitabile che uccide totalmente il match. Chiaro che sia in linea col suo perosnaggio, ma per questo dovrebbero costruire un pelo meglio.

Altri due match sicuramente godibili sono quello per il titolo NXT. Una struttura molto classica ma comunque piacevole. E quello per i titoli tag. Anche qui più che altro per la questione legata al cambio inaspettato e di come siano riusciti a dare un buon senso alla struttura del match.

Final Battle è stata esattamente quello che pensavamo.
Nel momento in cui hanno annunciato il terzo match tra i Briscoe e gli FTR si immaginava fosse un classico, ma non così.
Non sono molti i Dog Collar Match che hanno fatto la storia. Sicuramente uno dei più noti e forte fonte d'ispirazione è Roddy Piper contro Greg Valentine da Starrcade 1983.


Il match è una perfetta sintesi di quello che è unos tile hardcore classico, prende in mano l'eedità di Memphis e delle North Carolina per riuscire a costruire un incontro sempre più potente, un crescente senso e un forte concetto di sviluppo, andando a distruggersi fisicamente. Andando a colpire anche l'arbitro, usando la catena come strumento funzionale alla narrazione, non solo come un gimmick match messo lì.

La scelta di usare un attire bianco dagli FTR è perfettamente in linea a quella che è la storia e la narrazione. Tutto a livello strutturale è assolutamente perfetto, anche nella narrzione e nella costruzione dei segmenti del finale.

Lo show è stato molto solido, con i picchi nei momenti giusti, ma anche il contorno è risultato piacevolissimo.
Altri due incontri che hanno saputo spingere per bene sono quelli per il titolo Pure e quello per il titolo World.
Entrambi i match usano la MOSSA BCC, cioè la serie di gomitate direttamente in faccia, un po' un marchio di Bryan Danielson. Questo è il senso di una faction nata e costruita attorno all'essere un Team Sprotivo, non una stable tipo la Bloodline per intenderci.
Wheeler Yuta chiude quindi la rivalità con Daniel Garcia riprendendosi il titolo Pure, in una narrazione molto buona e molto forte; intanto anche Claudio Castagnoli si riprende il titolo World in questo modo sancendo la fine e la vittoria della Blackpool Combat Club sulla JAS.

Intanto non considero sbagliato il finale del match, con Jericho che sviene sulla Giant Swing. Anche perchè vediamo tutto il match con Castagnoli che lo colpisce ripetutamente proprio in quella zona, per andare a costruire e vendere i problemi di labirintite.

 

Il resto dello show come dicevo si regge tutto sommato bene, ci sono sicuramente dei picchi verso l'alto. Dei picchi medi sono Samoa Joe e Juice Robinson, che dentro lo spot della morte, non possono fare nulla di più. Così come Athena contro Mercedes Martinez, con il personaggio di Athena costruito a Dark, non avevi molto da giocare in più e quindi ne esce un match molto interessante, sebbene basico.

Nello stesso gruppo mi sento di far rientrare i due tag, quello degli Swerve in Our Glory contro la Shane Taylor Promotion e i Top Flight contro il The Kingdom, tra l'altro penso che in caso in cui la Ring Of Honor diventi una sorta di territorio di sviluppo per la AEW, i Top Flight debbano andare sul titolo e vincerlo.

Infine, ultimo match degno di nota, Jeff Cobb contro Mascara Dorada. Non ce n'è, un luchador di spessore, può dare tanto a un match, soprattutto contro uno grosso come Cobb che si limita a fare poche cose, ma tutto efficace.

  

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Alessio Garbini


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