martedì 14 marzo 2023

Parliamo del mondo verde: NOAH Vs. NJPW e ritiro di Keiji Mutoh

L'inizio anno della NOAH è stato un crescendo di due elementi fondamentali. Da un lato il feud contro la NJPW, dall'altro il ritiro di Keiji Mutoh.

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Cerco sempre di mettere in piedi contenuti differenti per ognuno di questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.

 

La NOAH è una di quelle realtà che negli ultimi anni ha fatto un ritorno alle origini.
Non so sinceramente quanto a fondo posso andare in questo articolo all'interno della storia. Cercherò di rimanere a livello della superficie. La NOAH nasce nel 2000 da uno scisma con la AJPW in seguito alla morte di Giant Baba.
Fino alla morte di Mitsuharu Misawa nel 2009 quello che proponeva era una evoluzione della Royal Road All Japan, di cui il regno di Kenta Kobashi rappresenta la perfetta summa.
Alla sua morte succede che pian-piano il prodotto perde mordente, andando a perdere molto della sua unicità e sparendo dai radar.
Negli ultimi 3-4 anni con il ritorno di alcuni nomi e di alcuni temi, ha portato a un prodotto più vicino a quello anni '90 e questo porta a un misto di situazioni in cui hai wrestler giovani che lottano come se fosse il 1995, il che non è per forza un pregio, certe volte appare datato vedere un ventenne lottare come se fossimo nella All Japan di Baba. Insieme a questo abbiamo anche molti nomi veterani che con varia fortuna occupano spazi anche importanti.

Perciò il fatto che Keiji Muto si trovi qui per concludere la sua carriera è la combinazione perfetta. Un'altra realtà in cui Muto coinfluì nel 2002 fu la AJPW, che anche lei oggi è diventata un prodotto simile a quello che oggi è la NOAH. Sarebbe stato interessante vedere una collaborazione anche con loro per l'occasione. Ma ci siamo limitati a ospiti internazionali.

Shinsuke Nakamura l'1 gennaio ha affrontato Great Muta, la versione demoniaca di Muto.
C'è questa caratteristica della sua carriera. Muto ha vissuto due carriere quella da Keiji Muto e quella da Great Muta; questo risponde alla domanda su come mai ci siano stati due match di ritiro distinti, uno il 22 gennaio e uno il 21 febbraio. Uno per gimmick.

Il 22 gennaio abbiamo avuto Muta fare team con la coppia AEW di Darby Allin & Sting, contro tre persone che hanno una storia profonda con lui: AKIRA, Hakushi e Naomichi Marufuji. Con aggiunta di Great Kabuki. Infine il 21 è stata la volta di Tatsuya Naito.

I tre incontri sono stati tutto sommato molto simili. Nel senso che abbiamo avuto un Mutoh che ha voluto costruire gli incontri come uno show off del suo arsenale e della sua storia. Quelli come Muta più legati alla gimmick in sè, mentre quello con Naito si è voluto giocare molto sul lato della tecnica e della costruzione dell'incontro, con un Tatsuya che ho per anni considerato l'erede spirituale sul quadrato proprio di Mutoh che ha costruito i vari cut off proprio con lo scopo di omaggiare una leggenda.

Il post in cui abbiamo avuto questo impromptu match con Masa Chono è un altro tocco nostalgico di forte impatto. I due simboli degli anni '90 in casa NJPW, che hanno debuttato assieme, si ritirano assieme.

Oltre a Naito abbiamo anche un altro legame nello scontro NJPW/NOAH tra Okada e Kiyomiya. I due si affrontano il 21 gennaio in tag, questo scontro porta al famoso calcio di Kaito, una capacità di costruzione del momento tale che in molti hanno pensato fosse un segmento shoot. Il richiamo al passato ad Akira Maeda che si trova in una situazione simile con Riki Choshu riaccende le campanelle.
I due si sono evitati, con Okada che non lo voleva come avversario, giocando perfettamente il ruolo di heel e aspettando la fine dello show di febbraio per attaccarlo; infatti per non andare a sminuire le altre difese abbiamo avuto in contemporanea Okada che l'11 difende il titolo contro Shingo Takahi e il 12 è Kaito che difende contro Jack Morris una solida difesa che porta a valorizzare quello che è Morris e il suo ruolo nel roster. Questo percorso misto tra shoot/work in cui il ruolo dell'avversario e della federazione stessa sono messi in discussione, porta allo scontro del 22 febbraio.

Il match tra i due vede un Okada rivestire in maniera nuova il ruolo di heel. Anche solo per questo è un incontro assolutamenre meritevole di essere visto e che permette di leggere come mai possa senza dubbio essere considerato tra i migliori wrestler che ci sono al momento.
Kiyomiya gioca il ruolo un po' dell'underdog, il che sarebbe sulla carta anche corretto data la differenza di esperienza, però parliamo di uno scontro tra i due massimi campioni, una cosa che rischia di diventare pericolosa per la federazioen verde nel momento in cui risulta quasi sminuito.
Ma come dico fin dall'inizio, questo è uno dei problemi di una realtà che non è più di primo piano.


Una delle tematiche della federazione è quella dello shoot style. Lo possiamo riconoscere in quello che è stato sotanzialmente il feud che ha girato attorno alla figura di Masaaki Mochizuki, ma più nello specifico per il team di Takashi Sugiura.
Il Sugiura-Gun è una stable che è una di quelle più rappresentative perchè presenta uno stile più vicino a quello dello shoot style con nomi coinvolti che arrivano direttamente dagli anni '90; pensiamo proprio al team di campioni tag di Satoshi Kojima e Takashi Sugiura, che portano sia all'eredità degli anni '90 che allo stile.
La presenza di El Hijo Del Dr. Wagner Jr. e Timothy Tatcher è propedeutica alla costruzione di un ponte. Cioè alla perfetta creazione di un modo di affacciarsi al passato per costruire, forse un futuro. Non su di loro nello spacifico, ma per avere delle stelle solide da utilizzare per spingere i giovani (però abbiamo delle limitazioni concrete in questo, l'assenza praticamente di Young Lions).
La rivalità con Mochizuki che è quella attorno a cui ruota la stable, sembra essere un ricongiungimento con il pecorso messo iniziato nel 2020 tra i due gruppo. Questo va a intrecciarsi con il rapporto di collaborazione con la Dragon Gate (la figura di NOSAWA Rongai su cui mi focalizzo dopo), per questo i vari match portano a generare scontri non di immediata comprensione, ma unisce questo discorso.
 

Un elemento di ci accennavo è come si dia un forte peso "ai vecchi", come dicevo uno dei grossi problemi affrontati dalla federazione è quello di utilizzare molti nomi attempati. I già citati Sugiura, Kojima o Mochizuki, non solo con lo scopo di aiutare i giovani, ma spesso rubando effetivamente dello spazio.
Penso all'utilizzo di un Kazushi Sakuraba o Kazuyuki Fujita. Due nomi che rimandano alla tradizione shoot su cui a volte sembrano far peso con stipulazioni specifiche, ma che al contempo risultano anziani sotto differenti aspetti e questo crea un effetto uncanny valley abbastanza forte che sembra quasi andare a sminuire i giovani.

Giovani su cui comunque non possiamo lamentarci troppo, se per giovani intendiamo wrestler sui 30 anni pronti al ME. Come appunto  il campione  Kiyomiya o il neo innesto dalla AJPW (e più volte Triple Crown champion) Jake Lee.
Questi si fanno aiutare da veterani della realtà come Nakajima, Marufuji o Kenoh. Nomi che sono una solidità nella federazione ma che al contempo non sono ancora vecchi. Sebbene rimanendo bloccati qui, senza essere andati da altre parti come fece KENTA, si sono un po' rovinati la carriera. So che può suonare come opinione controversa, ma spero di avere il tempo di parlarne in maniera adeguata.
Quella strana idea tutta jappa di fedeltà a una sigla diventa spesso un problema (cosa che Lee non ha subito dato che TAJIRI lo ha indottrinato a non seguire questa regola).

Un altro scontro principale è stato quello tra Hiromu Takahashi e AMAKUSA. Dal cambio di nome il campione NOAH ha mostrato capacità non indifferenti mettendosi ampiamente in mostra nel corso del 2022 e questo match conferma come anche il 2023 possa essere senza troppe difficoltà un suo anno.

Un accenno anche alla questione di NOSAWA. Diciamo che come sua natura ha cercato di rubarsi luci dei riflettori annunciando di ritirarsi anche lui il 22 febbraio. Il rapporto con la Dragon Gate è infatti legata a lui, a come si sia preso il ruolo di booker di entrambe le realtà andando a lavorare con una continuità sui trios però perdendone in qualità.

Infine concludiamo con lo scontro del 21 gennaio tra i due team. Da un lato i Los Ingobernables De Japon e dall'altro i Kongo. Il match trae origine dallo scorso anno dove vinsero i LIJ e la proposta di una sfida uno contro uno è il modo migliroe per appianare le differenze e riuscire così a superare il limite di un 8-Men tag.

Tutti gli incontri sono stati godibilissimi, con dei buoni momenti soprattutto nelle interazioni tra Shingo e Takagi e Nakajima e Naito con Kenoh. MA tutti i 5 match sono stati un'aumento progressivo che ha creato e mantenuto interesse per uno show che risultava debole in partenza, dato che proponeva più una sfida superficiale, senza nulla in palio. Ma la qualità complessiva della card e dei match ha aiutato molto.

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Alessio Garbini






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