lunedì 30 marzo 2015

WrestleMania 31: Il punto di partenza di una nuova era

L'edizione numero 31 di WrestleMania è passata agli archivi.  Come sappiamo le aspettative non erano certo delle migliori ( come visto nel primo sondaggio: Jeffo Sondaggi) e questa edizione ha di fatto rispettato quanto ci stavamo aspettando.

Dove siamo arrivati e cosa ci ha lasciato questa edizione?
Queste sono le domande in cui cercherò di trovare risposta in questo articolo.

Doveva essere l'edizione che avrebbe sancito il lancio definitivo, come nuovo volto della compagnia, di Roman Reigns.
Questo non è (fortunatamente?) ancora accaduto, eppure ci troviamo davanti a un'edizione che rispetta in maniera evidente quello che, la tradizione, vuole come simbolo di WrestleMania. Un inizio di molte cose.

Perchè sì, questa edizione ha segnato un inizio soprattutto, non un punto d'arrivo e, ogni incontro, sembra essere indirizzato proprio a seguire questo.

Lasciando da parte al momento gli incontri nel Kickoff (di cui parleremo nella Review che uscirà giovedì), ogni incontro ha rappresentato un punto di partenza ideale.

Come avevamo previsto (pronostici WrestleMania 31), i titoli minori sembrano trovare da ieri sera una nuova linfa, una nuova linfa che li pone nuovamente al centro dell'attenzione.
Simbolicamente rappresentato dal primo campione Intercontinentale della WWE, Pat Patterson, Daniel Bryan ha trionfato in un discreto incontro e, "benedetto" da una serie di ex-campioni, sembra iniziare un nuovo cammino per questo titolo.

Discorso analogo lo si può fare per il titolo US. John Cena ha "riconquistato" l'onore degli USA sconfiggendo l'indomabile bestia russa (è mancato il discorso finale di Rocky IV, ma l'ingresso con tanto di carro armato ha donato quel tocco trash dal 1986 che non guasta; nonostante lo stesso Cena si sia rivoltato) e ora anche per questo titolo sembra aprirsi una nuova epoca, in cui non dovrebbe più passare da una persona all'altro in maniera casuale.

Questi due titoli dovrebbero riacquistare prestigio, solo che, non sono solo i nomi che li rendono tali, ma sono le storie, unite ai protagonisti che se lo contendono, a rendere queste cinture importanti.
Perchè se domani, Cena se la vedrà con Fandango e Bryan dovrà affrontare R-Truth, non ridai prestigio al titolo, ma porti in una condizione al di fuori della reale dimensione due protagonisti.






Da un certo punto di vista anche gli incontri di Sting e di Undertaker hanno rappresentato un punto di inizio.
Taker ha sconfitto un infortunato Bray Wyatt (autore di una prestazione eccelsa se si pensa che ha lottato con un infortunio alla caviglia), in quello che rappresenta un nuovo punto di inizio per la sua carriera. Certo difficilmente lo vedremo di nuovo al di fuori di WrestleMania, ma questa vittoria rappresenta una specie di rinascita per lui, dopo la batosta della rottura della streak (di cui potete leggerne: qui).

Per Sting invece, sebbene questa sconfitta sia giunta in maniera totalmente illogica, si è ridefinita la sua carriera, ora anche lo spettatore meno attento sa chi è Sting è cosa rappresenti.
Certo gli eterni rimandi alla WCW, con tanto di atteso (15 anni fa) scontro tra D-X e nWo è stato stucchevole e, soprattutto, una sua sconfitta giunge in maniera quasi insensata, perchè che senso ha rendere Sting un grandissimo nome se perde nel suo primo e (probabilmente) unico incontro a WrestleMania.
Poi ripensi al senso di rivalsa eterno che Vince McMahon ha nei confronti della WCW e tutto assume un senso.





Ma giungiamo, infine, al main event.
Roman Reigns è stato travolto di fischi fin dalla cerimonia per la Hall Of Fame e qui non è stato da meno. Un Roman che, era platealmente irritato dalla situazione, ha in sostanza messo su il match che ci si aspettava.

L'incontro è stato impostato molto bene, con un Reigns dominato ma poi, con un colpo di fortuna, sembrava stesse per vincere, fino all'incasso di Seth Rollins.

Come dicevo tra le due strada possibili la WWE (come salvare Roman Reigns?) ha scelto di tenerlo face e di cercare di ricreare il suo momentum contrapponendogli Seth Rollins e l'Authority. Scelta che, rappresenta appieno la testardaggine tipica di McMahon.
Abbiamo poco da dire, il pubblico sembra inesorabilmente perso. Anche se, le prospettive di meterlo contro a HHH potrebbe in qualche modo cercare di salvarlo, cercando di ricreare in qualche modo una situazione a lui favorevole che possa poi portare alla sua incoronazione.

Eppure, il piano B, l'utilizzo di Seth Rollins, potrebbe rivoltarsi a loro sfavore. Già ieri sera il pubblico non sembrava del tutto contro a Seth. Ovvio in questo caso non si è trattato di un pubblico classico (come per ogni WrestleMania), ma il rischio che ci sia un ribaltamento di fronte, con il pubblico che sostiene Seth e fischia Reigns è alto.

L'unica soluzione plausibile, anche e soprattutto per il bene di Roman, sarebbe quella di renderlo un heel, in modo da catalizzare i fischi in maniera sensata rendendolo uno degli heel più odiati.

E Lesnar? Brock ne è uscito forte, ma, come alla Royal Rumble, ha rischiato molto contro la nuova generazione, questo permette in qualche modo di rinforzare i "giovani", e al contempo mantenerlo forte in modo da poterlo utilizzare in maniera eccelsa nei prossimi tre anni.

In teoria ora avrebbe un re-match e Reigns rimarrà nel giro titolato. Perciò anche la situazione del main eventing si rende interessante e, forse, potrebbero salvare Roman da se stesso.

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Alessio Garbini
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