Non è passato molto tempo da quando, su queste pagine, si parlava di come Ronda Rousey stesse avendo un ruolo chiave nella rivoluzione a cui stavamo assistendo a NXT (La divisione femminile di NXT e Ronda Rousey).
Quanto successo il 13 luglio a Raw sembra essere una diretta conseguenza di quelle parole e di quei fatti a cui abbiamo assistito settimanalmente durante lo show giallo.
Questa serie di articoli ha lo scopo di raccontare come siamo arrivati a quell'ottimo debutto a cui abbiamo tutti assistito. In questo primo appuntamento parlermo degli altri tentativi della WWE per provare a lanciare una divisone di wrestler. Ma il contesto storico e sociale che stiamo vivendo potrebbe rappresentare il momento giusto perchè questa rivoluzione abbia luogo.
Il primo vero tentativo che Vince McMahon ha messo in atto per cercare di sviluppare una divisione femminile è nel 1984, tramite Wendi Richter.
L'idea era quella di avere una lottatrice di bella presenza, che fosse impermeata di cultura pop (tramite Cindy Lauper) e che al contempo fosse anche una lottatrice.
Insomma si cercava di creare una versione femminile di Hulk Hogan.
Il 24 giugno si tenta il lancio della divisione. Lo speciale su MTV "The Brawl To Settle It All" era incentrato sullo scontro tra Cindy Lauper e Captain Lou Albano, il padre/padrone nel video di "Girls Just Wanna Have Fun", il grande successo della Lauper.
I due avevano scelto delle wrestler per rappresentarli, la Richter per la Lauper, Fabulous Moolah per Albano. L'incontro doveva significare anche un passaggio di consegne e il lancio di Wendi.
Nonostante il rating di 9.0 fatto registrare dallo speciale, al primo vero riscontro il pubblico non ha interesse per la neo-campionessa, rendendo gli house show incentrati su di lei degli insuccessi.
In seguito a tutte le vicende che hanno portato allo Screwjob tra la Richter e The Spider Lady (The Original Screwjob, per maggiori informazioni) l'idea fu accantonata.
Un secondo lieve tentativo lo troviamo nel periodo 1987-1988. All'epoca il Giappone stava impazzendo per la All Japan Women's Wrestling. Soprattutto grazie al feud tra le Crush Gals di Chigusa Nagayo e Lioness Asuka contro Dump Matsumoto e Bull Nakano. Magari torneremo a parlare del periodo splendente del joshi puroresu tra gli anni '80 e '90, che ne dite?
Alcune di queste wrestler vengono messe in degli house show. Ma senza copertura televisiva e con uno stile più vicino allo shoot e dei look a cui non erano abituati non riescono a connettere con il pubblico statunitense. Accantonando il progetto.
Il secondo vero tentativo lo possiamo trovare solo nel 1993.
Debra Micelli si era fatta un nome in AWA e poi aveva avuto un ottimo stint in Giappone, dove aveva appreso il differente stile di lotta. Fece così il suo debutto come Alundra Blayze in WWF.
Per leggere la sua storia vi rimando all'articolo: Hall Of Fame: Class 2015; per capire meglio l'importanza che aveva tra i fan dell'epoca invece: ECW History: La Tri-State Wrestling.
Il suo ruolo sarebbe stato quello di un bel volto, con capacità sul ring, da contrapporre soprattutto a monster heel.
Le portano dal Giappone Bull Nakano, Monster Ripper e Aja Kong. Tre delle migliori wrestler nella terra del Sol Levante.
Ma qualcosa non funziona comunque, Alundra ha difficoltà a connettere con il pubblico e, dopo una serie di buoni incontri con Bull Nakano, la giapponese viene licenziata per aver fallito un test anti-droga, risultando positiva alla cocaina.
Monster Ripper, diventa una vignetta comica. L'interesse amoroso di Harvey Wippleman. Il tutto era basato sulle dimensioni della Rippa, il doppio rispetto a quelle di Wippleman.
Aja Kong dura meno di una settimana. Dopo un match di prova il suo stile troppo stiff unito al vedere delle donne sanguinare avevano spaventato gli official. Questo ricorda i commenti fatti da McMahon sulla divisione femminile della UFC, come detto da CM Punk: intervista CM Punk.
Alundra viene licenziata alla fine del 1995 e questo esperimento considerato un fallimento, come possiamo vedere in: Monday Night War: Episode 1.
La terza fase ha un nome, Sable. Quando diventa evidente che lei sia più over del marito Marc Mero, si decide di puntare molto forte su di lei.
Le vengono insegnate le basi del ring e le si costruisce attorno la rinata divisione femminile.
Ma questa volta si tratta di modelle messe su un ring per mostrarsi il più nude possibili.
E inizialmente funziona. Nell'Era Attitude le modelle seminude sono un appuntamento fisso per gli spettatori più smaliziati e meno colti dal punto di vista del wrestling rispetto al passato.
Con questa idea in mente si aggiungono anche qualche buona wrestler come Trish Stratus, Lita, Micky James, Victoria o Gail Kim insieme a diva di bella presenza ma che al contempo siano in grado di reggere dei buoni incontri, a volte anche più che buoni. Il feud tra Trish e Lita, o tra quest'ultima e Victoria sono stati dei must, arrivando anche a occupare spazi importanti durante Raw.
L'unione di modelle scelte dai cataloghi di costumi da bagno con qualche base del ring guidate da Fit Finley permette di avere una divisione che si regge senza troppi problemi, alternando buone wrestler con altre mediocri.
Eppure il pubblico non ha mai avuto interesse nel seguire le loro vicende.
Ma qualcosa è cambiato, come ho potuto parlare in maniera più approfondita in: Ronda Rousey e la divisione di NXT.
Ma è nella mentalità della compagnia che si è svolto il cambiamento. O meglio non solo. Anche il pubblico ora è pronto a vedere delle wrestler e non solo delle miss che si tirano i capelli.
Ronda ha cambiato il rispetto del grande pubblico per le donne lottatrici.
Quindi forse questa potrebbe davvero essere una rivoluzione, così come potrebbe essere solo uno dei tanti momenti nella storia in cui si poteva osare ma non si è arrivati a nulla.
Questa serie di articoli, andrà a raccontare come si è arrivati ad avere 3/4 delle Fourhorsewomen sul ring di Raw. Sia per chi è arrivato tardi a seguire le vicende della categoria, sia per chi ha solo voglia di rivivere certi momenti.
Vi dò quindi appuntamento a tra una settimana con la prima parte di questo mini-progetto.
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Alessio Garbini