martedì 31 maggio 2022

Ho dovuto prendere un giorno di ferie per finirlo: analisi e voti per Double Or Nothing 2022

Siamo giunti a quel momento dell'anno, cioè quando la AEW propone uno dei suoi PPV; della storia per arrivare a questo evento, ne ho parlato sia in fase di pronostici (clicca qui) che in JeffoVisioni analizzando l'ultimo episodio ponte (clicca quo), ora non rimane che vedere la resa di questo evento fiume da 5 ore e mezza con analisi e jeffini.

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Cerco sempre di mettere in piedi contenuti differenti per ognuno di questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.

 


Il vantaggio e lo svantaggio di avere solo 4 PPV all'anno è quello di rendere ogni singolo evento come imperdibile.
Il vantaggio penso sia abbastanza evidente a tutti, cioè quello di creare una situazione che va sold out velocemente, per cui i fan della tua federazione non possono mancare; se ci si pensa è un po' il meccanismo dietro alla UFC e agli eventi a pagamento che propone, un po' meno per la WWE che, nel modello di un Peacock, permette a questa unicità di non essere necessaria. La situazione con Money In The Bank e il suo spostamento da stadio a arena lo rende evidente a tutti.
Lo svantaggio emerge anche questa domenica; il fatto che si debba far in modo di offrire uno spazio a tutti, arrivando a card fiume, con parecchi match che superano le 5 ore.

I due aspetti sono spesso coincidenti, perchè a parte il Main Event che non è necessario con quel valore, il pubblico compra i biglietti senza reale necessità di conoscere tutta la durata dell'evento e cosa la compone; motivo per cui alcuni match sono stati annunciati ben oltre la settimana procedente, infatti in fase di pronostici non si conoscevano ancora.
Non è assolutamente da considerare un problema sostanziale questo, va a dimostrare come il pubblico AEW sia un pubblico che, senza particolari limitazioni, si pone la possibilità di poter scegliere l'evento in sè, sa di non rimanere deluso e i numeri in aumento su tutti i fronti (1.1 milioni di ingressi solo per questo PPV) sono la dimostrazione di una progettualità ben strutturata e funzionale per cui l'esperienza in sè e il nome del brand, siano superiori al valore dei singoli ma rispettando ogni componente.

Il rischio di offrire così tanti match, è quello di non riuscire a costruire bene la tua card seguendo le logiche classiche di un evento di wrestling. Questo è effettivamente un qualcosa su cui riflettere e che non solo va a limitare la reazione dei fan, ma che va anche a rendere meno efficaci alcuni incontri.
Faccio un esempio su tutti, Adam Cole Vs. Samoa Joe, se fosse stato il ME di un PPV appositamente pensato per la Owen Hart Cup, sarebbe stato ragionato e messo in scena in maniera ben differente, invece è stato proposto come antipasto alla finale femminile e alla cerimonia, quindi come momento iniziale di un segmento molto più lungo e articolato, e questo lo ha narrativamente depotenziato.


Parlando proprio di questi, il match maschila ha sofferto come spiegavo, ha avuto una buona storia, ben raccontata, sebbene classica, il rimando al "calcio ROH" che usano anche in NOAH (lunga storia), è una chicca interessante soprattutto dato che viene usato come cut off tra lo shine e il primo heat; molto ma molto meno riuscito il match femminile, Britt Baker è sostanzialmente imbarazzante, non tanto per gli errori tecnici, ma proprio a livello formale, non è in grado di seguire una logica, tira due gomitate a Ruby per liberarsi dalla Wrist Lock e questo non funziona, ma subito dopo basta che le tiri i capelli. Il match ha comunque una buona storia, è risulta quantomeno sufficiente. 

Voto per entrambi:

Devo ammettere che tutto il resto ha rispettato bene o male quelle che erano le mie aspettative, forse due incontri specifici le hanno modificate, entrambi in positivo.
Sto parlando del Mixed 6 Tag e dell'Anarchy In The Arena. Il primo pensavo e temevo fosse qualcosa di montato male e messo in piedi giusto per dare il bonus a tutti i nomi principali in AEW, invece ha una sua logica ferrea e una sua narrazione molto ma molto efficace, soprattutto per tutto quello che riguarda la relazione Frankie Kazarian con Sammy Guevara, dove i due uno face e uno heel, che si trovano a convinvere andando a scontrarsi e tutta questa narrazione è funzionale alla vittoria dell'altro team; sebbene rimanga irrisolta la questione del fatto siano heel, ma tecnicamente dovrebbero essere face dato il feud con Sammy in corso. Paige VanZant fa una prestazione un pochettino mediocre.

Il secondo è invece stata una spotfest, molto efficace, con delle chicchette qui e lì molto interessanti. Pensavo che potesse essere qualcosa di diverso, soprattutto più verso un versante di protezione del BCC come pure wrestler, invece si è scelto di abbracciare l'anima rissosa di Eddie Kingston e Jon Moxley.
Wild Thing che continua a risuonare, per costruire uno scontro tra fazioni ancora più marcato (vs. Judas) con un Chris Jericho che da mattatore (che il JAS sia funzionale solo a lui, lo abbiamo già ribadito più volte) va a spegnere la musica prendendosi un bel heat. Per il resto il caos totale che ha regnato è stato un caos controllato, perchè sebbene i segmenti del match fossero tanti hanno seguito una loro logica. Proprio per la complessità del match, merita di essere premiato.

Parliamo dell'elefante nella stanza, avrei forse dovuto farlo prima, ma a questo punto siamo a metà card e va bene così: MJF. Non si sa ancora nulla di quello che effettivamente sia successo e stia accadendo. Il fatto che sia stato professionale e sia andato a jobbare come previsto su Wardlow, fa togliere il discorso di non professionalità che rishciava di distruggergli la carriera. Ne parleremo meglio sui social appena avremo maggiori informazioni anche sul suo futuro.

Per stemperare, non posso che trovare Mike Sterling come il vero MVP di tutto il PPV.
Prima prendendosi maledizioni e suplex dalla coppia Hookhausen, match che funziona egregiamente come pre-show, e poi vendendo ancora il tutto accompagnando Jade Cargill, nel peggior match della storia PPV della AEW (senza timore di smentita). Almeno abbiamo l'ex Malcolm Bivens qui, il che è molto ma molto buono. Ottimo manager e in WWE i manager non esistono più, quindi qui avrà una dimensione decisamente più consona.

I primi due niente voto perchè dei segmenti, ben fatti, ma non dei match. Il terzo penso che si possa parlare di 1 Jeffo.

Il primo match di cartello, cioè lo scontro tra gli Hardy e i Bucks, ha rispettato le aspettative. Non mi sento di scrivere di più di quanto già detto, nel senso che è un match ben strutturato, con quello che è lo schema dei tag team match che gli Hardy hanno iniziato a sviluppare e che i Bucks hanno ultimato e reso importante, perciò uno scontro al vertice che necessita anche di avere più spazio a più lungo raggio, presumo un Ladder Match debba uscire prima o poi e, avere finalmente, la storia che i due team meritano di mettere in piedi, che la WWE interruppe nel 2017.
Ci sono gli errori che tutti ci aspettavamo, uniti con quelli che sono gli spot che tutti ci aspettavamo.

C'è un match che, anch'esso ha rispetto la previsioni, ma lo ha fatto nei migliore dei modi. Mi riferisco allo scontro tra Thunder Rosa e Serena Deeb, che bisogna sicuramente vedere almeno 2/3 volte per cogliere tutte le sue sfumature.
Abbiamo un inizio più vicino al catch wrestling (notare il lock up utilizzato), che ha preso ad ampie mani dalla tradizione messicana della sottomissioni particolari, unita a una narrazione della sfidante sicuramente di impatto.
Un match molto complesso che ha mostrato le estreme doti della sfidante; Rosa è sicuramente un nome importante e che sul ring sa il fatto suo, solida, ma la Deeb è obiettivamente su un altro livello. Spesso Rosa ha mostrato di avere qualche difficoltà a riuscire a stare dietro a quello che Serena creava sul ring.

Jeffini per entrambi:

Abbiamo un trittico un po' così di cui parlare. Il trios con gli House Of Black, che porta anche alla conclusione della storyline di Julia Hart, una storia interessante e che spero porti a riprendere in mano Griff Garrison e Brian Pillman Jr., due che hanno potenziale, ma necessitano di avere spazio. Soprattutto perchè non giovanissimi e il rischio è quello che rimangano sempre dei possibili talenti inesplosi (come Colby Corino in NWA).
Il match è stato il classico Trios di impatto PWG, come anche abbiamo visto in WWE.

Possiamo dire che lo stile del Triple Threat per i titoli di coppia sia anch'esso molto semplice e classico. Il match è il classico Triple Threat di casa AEW, con gli stessi difetti e le stesse prospettive di ogni incontro con questa stipulazione.

Infine il match del nulla, che in una card con 13 match, era così necessario? Cioè Darby Allin e Kyle O'Reilly. Che sia ben chiaro, il match è molto buono, un classico match da PPV lottato cioè con un livello alto sia di tensione che di costruzione, che porta a una bella spotlight ed esperienza per Allin; è quella classica situazione di incontro preso e messo in piedi rispettando gli schemi classici, ma che nel mentre offre anche qualche spunto interessante, penso alla ginocchiata iniziale di Kyle.

Jeffini per tutti e tre:

Possiamo parlare del Man Event.
Qui finalmente i due wrestler possono mettersi effettivamente in mostra, cosa che, con le limitazioni della struttura della card, non tutti hanno potuto fare per davvero.
Lo stile messo in campo è quello delle grandi occasioni; hanno rispettato in maniera meticolosa la struttura classica dei match, cosa su cui CM Punk sta costruendo le sue narrazioni e questo ha permesso anche ai singoli momenti chiave dei match di essere posizionati in maniera impeccabile.
Ma non è soltanto Punk il fautore di questo match costruito così bene; anche Adam Page è riuscito a mettere in piedi questo tipo di incontro, riuscendo a raccontare quello di cui è protagonista. La furia iniziale, raccontata col corpo, così come la storia di frustazione durante il match e il finale.
Che dire del finale: l'insieme di tutti gli elementi che hanno portato a un Page così ossessionato da Punk trovano una loro realizzazione, dalla paura che possa distruggere la AEW che lo porta a diventare lui stesso il cattivo della storia, rinsavendo solo poco prima di commettere qualcosa di irreparabile. Lottando perfettamente da heel per tutto il match.
Un sacco di collegamenti e di possibilità per il futuro come si diceva nei pronostici, sia per quanto riguarda il feud con Punk e per Punk stesso, sia per quanto riguardano le possibilità di Adam, che si ricollegano tutte a quanto visto a BTE negli ultimi mesi e che potranno trovare un nuovo sbocco per All Out, il prossimo PPV only AEW.

Se dovessimo considerare l'evento come un banco di prova, uno starting point per quelle che sono le storyline dei prossimi mesi, non possiamo che vederlo in maniera totalmente positiva.
Veniamo dal periodo peggiore per i rating, anche andando a vedere un confronto anno per anno, quindi che il prodotto fosse risultato più "stagnante", in una fase di passaggio, in costruzione per la nuova fase, non possiamo che quindi prospettarci un periodo nuovo per la federazione a partire da mercoledì, soprattutto con anche la conclusione della stagione NBA imminente.


Sulla durata eccessiva, non posso che collegarlo alle parole di Tony Khan che voleva riuscire a offrire il Main Event anche a chi stesse guardando la finale di Conference tra Boston e Miami; il problema è che no puoi sapere le reali tempistiche delle partite (quantomeno non era un match di Baseball), quindi ti ritrovi a inserire un Kyle/Allin o allungare all'estremo il Triple Threat titolato per riuscire ad allungare appositamente il tutto.
Se questa strategia sia effettivamente funzionante, o se sia stata una scelta legata ad altro, non possiamo saperlo adesso. 

Fatemi sapere cosa ne pensate.

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Alessio Garbini


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