Come accennato nel precedente articolo, ho deciso di celebrare la vita di Antonio Inoki in maniera diversa da quello che avevo fatto in passato.
Finchè avrò argomento da sviscerare andrò avanti a postare questo tipo di contenuto, analizzando i feud, i match o solo raccontando i momenti storici più importanti nella carriera di uno dei più grandi wrestler di sempre: Antonio Inoki.
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Potete leggere gli altri appuntamenti seguendo il tag: In Ricordo di Antonio Inoki.
L'articolo precedente, con le apparizioni sui quotidiani italiani: lo trovate qui.
Oggi andremo a parlare del primo main event della storia della NJPW. Un tipo di articolo che va a toccare tante aree e tanti aspetti legati alla carriera di Antonio Inoki. Il match sarà il primo confronto pubblico con il suo maestro, Karl Gotch. Ma non potremmo parlare di questo match senza parlare della nascita stessa della New Japan Pro Wrestling o dei titoli del mondo che poteva portare con sè.
La scelta di Karl Goch non fu casuale; non solo era uno dei maestri proprio di Antonio Inoki, ma era considerato assieme a Lou Thesz uno dei Kamisama (Dio) del Puroresu. Creare questo incontro permetteva di sancire una netta distinzione ideologica con la JWA, la prima federazione giapponese da cui proveniva Inoki. La federazione si basava molto sul ruolo della NWA e lo stile era più americano legato al concetto di invasore da contrapporre all'eroe locale (Rikidozan prima, Giant Baba poi).
La NJPW nasce con l'idea di avere un'imposizione più legittima, più vicina alle arti marziali, andando proprio ad abbracciare le caratteristiche locali del territorio, per questo ancare contro Gotch, leggenda del Catch Wrestling da cui tutto il pro wrestling mondiale ha origine, era la cosa principale per settare l'eredità stessa di Inoki e la linea guida della federazione.
Un pezzo in più era legato al titolo. Avere un titolo mondiale era fondamentale per essere vista come realtà seria. Però quelle che erano le opzioni erano tutte prese. La JWA aveva l'esclusiva sul titolo NWA, la AWA era invece in collaborazione con la IWE. Mentre il titolo WWA non era considerato mondiale fuori dal territorio di Dick The Bruiser e secondario a quello AWA, in aggunta a questo il titolo WWE era rientrato sotto la NWA. La soluzione? Creare un titolo ad hoc.
La scelta è quella di dare una cintura a Karl Gotch e venderla come il Real World Heavyweight Title, cioè il primo titolo del mondo che fu vinto da Georg Hackenschmidt nel 1905.
Nella realtà il titolo rimase in mano a Jim Londos dal 1938 fino al suo ritiro nel 1946 e idealmente sostituito del titolo NWA a partire dal 1948, soprattutto con l'unificazione dei differenti titoli del mondo sparsi per gli USA grazie a Lou Thesz.
Andiamo ad analizzare il primo incontro di oggi. Sì, il primo.
Il match si apre con delle prese e modalità in puro stile Catch Wrestling, guardare la posizione del clinch per come è costruito ed elaborato.
Iniziamo subito con uno shine, con un Inoki che riesce a metterlo in una headlock cercando di costruirne quindi la posizione di dominio sfruttando una serie di pugni e gomitate.
Sono i calci, che pochi anni dopo segneranno il match contro Ali, a rendere sicuramente il vantaggio per Inoki più convincente, ma Karl Gotch sa di essere migliore ed è proprio questa sua arroganza il momento chiave, dato che riesce non solo a resistere con facilità ai colpi ma anche a reversare un tentativo di Octopus.
Per questo appena riesce a prenderne il controllo con una headlock e poi usando le armbar riesce facilmente a controllarlo: una costruzione dell'heat molto convincente; dato che abbiamo un Inoki che sembra sul punto di potercela fare ma invece deve fuggire dalle prese e dalla solidità di Karl.
Così sebbene Inoki sembra sempre sul punto di poter avere la meglio, quelle che sono le capacità del suo maestro entrano a gamba tesa e riversano tutto, oppure riesce a resistere.
Un primo Comeback avviene dopo la fase di controllo delle gambe, il pubblico sembra in visibilio tanto che Gotch deve ricorrere alla corda (sarebbe meno punti per le regole UWF oggi, proprio perchè rappresenta una fuga) e questo legittimizza Antonio come sfidante.
Quindi il secondo heat di Karl non è più arrogante, ma sicuramente ben più selvaggio, proprio perchè sa che può essere pericoloso e quindi il giovane Antonio dev'essere punito.
Lavora sulle gambe perchè prima erano state un punto debole per lui, una potenza nelle gambe che potrebbe essere fatale come sappiamo.
Il finale inizia con un controllo di Gotch come non mai, con una sequenza di Bodyslam e German Suplex da cui Inoki si salva soltanto perchè oltre la terza corda e deve addirittura uscire dal ring per riprendere fiato.
Questo aiuta Inoki a creare un minimo di spittin fire, per questo Gotch deve bloccarlo e usare un Piledriver per cercare di metterlo KO sfruttando il collo, ma la forza di Inoki è troppo, la sequenza di Dropkick e Octopus sembra poter finalmente chiudere il tutto ed essere un punto di svolta per l'incontro a favore di Antonio, ma il lavoro fatto sul collo e sulle gambe si fanno sentire permettendo a Karl da maestro di uscire dalla presa e riversarla con un ponte e rubare così il pin.
Un match che permette al pubblico Jappo di rendere giustizia a Karl Gotch "Il Dio del Pro Wrestling" ma che nel mentre legittimizza Antonio Inoki come grande nome, tanto che il post in cui Gotch solleva e lo omaggio non può che essere un perfetto esempio di questo.
Ma questo non è l'unico match che vedremo oggi.
I due si affronteranno ancora il 4 ottobre, il match non è sopravvissuto. In quell'occasione Gotch perse il titolo per Count-Ou a Tokyo. Così Inoki riuscì a compiere un primo step importante, diventare campione del mondo, sebbene fosse di un titolo finto. Questa situazione resterà tale finchè non acquisterà la NWF negli USA, una federazione della zona di Pittsburgh e andrà a vincerne il titolo del mondo. Ma di questo ne parleremo in un'altra occasione.
Oltre a sfide in singolo, i due si affronteranno anche in due Six-Man Tag nel 1972; l'austriaco in tag con Sean Regan e Red Pinpernal, mentre il team giapponese vedeva Kotetsu Yamamoto e Katsuhisa Shibata (il padre di Katsuyori), sia a Oita che Yamagawa.
Un altro grande match fu l'1 agosto del 1974. I questa occasione Lou Thesz fu l'arbitro speciale di un match valevole per il titolo NWF di Inoki. Finalmente (dopo almeno altre due occasioni in cui Gotch sconfisse Inoki inhouse show, nel 1972 a Oasaka e nell'agosto del 1974 a Tokyo) fu la volta di Inoki ad avere la meglio in quello che è nettamente il match più importante della serie di incontri singoli tra i due. Non sopravvissuto purtroppo.
Ma è invece rimasto un altro grande match, considerato leggendario in cui Antonio Inoki assieme a Seiji Sakaguchi affronta la coppia divina: Karl Gotch e Lou Thesz. Il 14 ottobre del 1973. Il match veniva dalla serie di incontri del 1972 in costruzione di quello del 1974.
Un Thesz sofferente ancora, è titubante su chi dovrà affrontare la potenza delle braccia di Sakaguchi. Non a caso Seiji usa proprio delle Snap Mere per colpire la schiena di Lou che deve ricorrere alle corde per prendere fiato.
E nella terza che i Gaijin usano il modo scorretto di agire, Thesz aiuta Gotch mettendogli la gamba sulla corda, per interrompere il tentativo di Armbar di Inoki. Ma non basta e la sequenza di chiusura della Armbar, dopo quasi 3 minuti che costringe Antonio a salire sul paletto, tenendo comunque la presa, è indicativa della differenza tra i due rispetto l'anno prima.
Nel momento in cui anche Lou Thesz soffre molto questa sfida. Interessante il confronto con Sakaguchi, dove i colpi si fanno sentire e Lou continua a soffire a lungo, però riuscendo a uscire sia dai pin che dai tentativi di sottomissione di Sakaguchi.
Inoki interviene per cercare di capitalizzare, gli scambi di schiaffi tra i due sono narrativamente importanti, nel senso che abbiamo avuto Thesz che lo ha fatto tutto il match per mncare di rispetto ai giapponesi, reagendo, riesce a dominare, tanto che Lou usa l'umiliazione massima, cerca di rubare la Octopus di Inoki.
La fine è in mano a Gotch e Inoki, i tentativi di pin e di sottomissioni a vicenda rendono incerto e dubbio il vincitore, ma è la furbizia di Antonio a dominare, quando Karl esce, riesce a danneggiarlo sufficientemente per poter capitalizzare con i Dropkick e riuscire quindi con un ponte a chiuderlo in pin. Schienandolo e portandosi la vittoria al suo team per 2-1.
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Alessio Garbini