domenica 23 gennaio 2022

Jeffo Awards 2021

Con il nuovo anno ho deciso di riportare in vita questo sito.
Non ho smesso per anni di scrivere, parlare o occuparmi di wrestling, avevo solo messo in pausa gli aggiornamenti qui.

Lo sforzo dietro al sito, rischiava di diminuire sempre più, soprattutto a favore di nuove forma narrative. Da un lato la pagina Facebook (Qui) e dall'altro la pagina Instagram (Quo) dove, devo ammettere, i miei sforzi negli ultimi anni si sono concentrati, con buoni risultati.

Vi invito dunque a seguirle entrambe, sia per poter avere contenuti diversificati quotidianamente, che per sostenere il progetto.

Oggi, per poter ricominciare al meglio, ho deciso che sia tempo di tornare a parlare dei Jeffo Awards con il meglio dell'annata 2021. I premi che, annualmente, hanno premiato il meglio dell'annata appena trascorsa. Sul blog potete trovare gli appuntamenti del: 2017, 2016, 2015, 2014 e 2013.

Per gli anni 2018-2020, preparerò un articolo apposito,una specia di "Jeffo Awards perduti". Non saranno premi fatti ex-novo, ma recuperando quanto scritto in giro negli anni.



Anche in questa edizione 2021, andrò a mantenere le stesse categorie di premio delle altre edizioni, aggiungendone uno nuovo dedicato alla migliore performance sul ring; che rivestirà un po' l'altra faccia della medaglia per il premio del miglior wrestler al microfono. Apriamo le danze proprio con questo nuovo Award.


Best in-ring performer: Shingo Takagi (NJPW)

Se si pensa alle prove messe sul quadrato durante tutto il 2021, Shingo emerge abbastanza agevolmente tra i nomi che hanno sempre messo in piedi ottime performance per tutto l'anno.
Quello che ha reso una prova da uppercarder in una prova da reale main eventer è il G1 Climax.
Il Climax è questa occasione che, più di tutte, permette di riconoscere e di nominare una prestazione degna di questo titolo. E non parlo solo all'interno della scena della New Japan.
Ha saputo adattarsi contro ogni avversario, riuscendo a mettere in scena dei match differenti dove, non solo ha valorizzato le sue doti, ma ha potuto mettere in evidenza i punti di forza dei suoi avversari e questo ha permesso di far risplendere anche chi ha maggiori difficoltà sul quadrato.
Proprio questo ci permette di differenziarlo da un Tomohiro Ishii, un ottimo mid-uppercarder ma che al Climax mette in scena sempre le stesse prestazioni.
O che ha permesso di creare un regno diversificato, con tante difese e match significativi, anche qui, permettendo di rendersi meno anonimo rispetto a un regno come quello di Manabu Nakanishi o Togi Makabe.


Shocking Moment Of The Year: Il ritorno di CM Punk (AEW)

Ci sono inequivocabilmente dei momenti che, definire iconici per il pro wrestling, è spesso limitante. Anche guardando questa categoria, emergono dei grandi momenti, momenti importanti nell'annata e, in alcuni casi, per portare a cambiamenti significativi nella storia, (il ritiro di Bryan, per la storia sua; l'addio di Punk per la storia del wrestling).
In questo 2021, non si può che osservare il grande ritorno di CM Punk come uno dei momenti che, più di tutti, è risultato come un momento chiave, non solo per la storia di un wrestler, non solo per la storia di una federazione, ma per la storia tutta del wrestling.
Un momento costruito e anticipato in maniera sufficientemente criptica, tanto da lasciare segnali concreti fin da subito, che ha portato a conseguenze sul business di primo piano e di cui, in questo 2022, ne parleremo ancora.

2017: Kevin Owens aggredisce Vince McMahon (WWE)
2016: Ritiro di Daniel Bryan (WWE)
2015: Royal Rumble 2015 (WWE)
2014: CM Punk lascia la WWE (WWE)
2013: Keiji Mutoh fonda la Wrestle-1 (AJPW/Wrestle-1)
 
 

Women Of The Year: Utami Hayashishita (STARDOM)

Ci sono dei wrestler che sono quasi predestinati a diventare dei nomi importanti di tutta la scena. Quello di Utami è sicuramente uno di questi. Portata sul ring e scelta, di conseguenza, per rivestire il ruolo di Super Rookie, portandosi a casa risultati incredibili (come Kenta Kobashi o Shinsuke Nakamura).
Proprio queste sono le lenti attraverso cui è da vedere la vittoria del titolo massimo della STARDOM avvenuta dopo 15 mesi dal debutto.
Tutto questo, sarebbe stato importante, ma forse non del tutto necessario per darle questo titolo.
Quello che è successo in questo 2021, è un'ascesa dell'esposizione sia locale (terza realtà per spettatori in tutto il Giappone) che all'estero, con Dave Meltzer che è stato "costretto" a aggiungere la voce dedicata a questa realtà nella sua Newsletter settimanale.
Questa ascesa non la si può considerarla se non come la risposta a un feud e una serie di match che ha permesso, non solo a Utami, ma anche a Syuri, di posizionarsi perfettamente sulla mappa della scena mondiale.
Ma non è stata soltanto la serie di match e la storia con Syuri, nel corso di quest'anno la wrestler ha potuto mettere in piedi prestazioni degne contro qualunque avversaria, mostrandoci le sue doti sul quadrato e la sua versatilità contro avversari di natura differente.
Sul feud con Syuri ci torno a breve.

2017: Io Shirai (STARDOM)
2016: Io Shirai (STARDOM)
2015: Sasha Banks (WWE)

 

Match of the year: Syuri Vs. Utami Hayashishita, 12.6 (STARDOM)

Di solito, essendo questo uno dei premi principali, lo posiziono più in fondo ma dato il discorso che avevo iniziato proprio in relazione a questo feud e a questa serie di match, non posso far altro che inserirlo in questo contesto.
Il MOTY non deve essere solo un match bello dal punto di vista del lottato ma essere anche significativo.
Questo match nello specifico, è stato quello che, più di tutti, ha permesso alle due, alla federazione e al movimento Joshi di riemergere anche a livello mainstream.
L'esposizione della AJW, soprattutto a cavallo tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90, è stato uno dei picchi della scena, basti pensare agli esperimenti di portare Bull Nakano in WWE nel 1994.
Il match è narrativamente perfetto, sia per quanto riguarda la sua cosruzione interna, permette alla heel di agire da heel (il grosso limite di Roman Regisn oggi, per esempio) e permette alla face di emergere e di collegare tutti i vari punti: la storia tra le due, la storia personale di entrambe.
Syuri che promette alla madre morente di vincere il titolo, Hayashishita che vuole mostrare di essere la "next big thing", tutti aspetti che si assaporano nel match e che emergono prepotentemente.

Parlando di AJW, penso a una Mimi Hagiwara che divenne famosissima da noi, nel periodo in cui Tony Fusaro commentava la NJPW, anche la AJW veniva trasmessa in Italia, alcuni match si trovano commentati sia su internet che, nella mai troppo elogiata, collana di DVD che uscì nel periodo della seconda ondata italiana del wrestling, che raccoglieva anche dei piccoli gioielli della storia New Japan.

2017: Kazuchika Okada Vs. Kenny Omega (NJPW)
2016: Hiroshi Tanahashi Vs. Kazuchika Okada (NJPW)
2015: Jimmy Havoc Vs. Will Ospreay (PROGRESS)
2014: Katsuyori Shibata Vs. Hirooki Goto (NJPW)
2013: Kazuchika Okada Vs. Hiroshi Tanahashi (NJPW)


 

Feud of the year: Kenny Omega Vs. Adam Page (AEW)

Una delle più importanti innovazioni che la AEW ha promosso è sicuramente la profondità dei feud e l'ossessione quasi da disturbo clinico per Tony Khan sui dettagli.
Sì, ammetto che non sia da considerare una vera e propria innovazione, si tratta di una versione riproposta del booking certosino di vittorie/sconfitte di Gedo in NJPW e, soprattutto, si tratta di riportare modalità di scrittura andati perduti con il predominio della mentalità WWE dove, a partire dal 1990, e la sua politica del 50:50.
Questi elementi non possono che porre l'accento su una storia che è iniziata esattamente tre anni fa all'annuncio della nascita della AEW, questa storia ha portato a costruire una rivalità importante, sebbene a volte allungandone il brodo, penso sia alla storia per le cintura di coppia in cui i due feudanti si sono contrapposti agli amici/nemici degli Young Bucks o alla storia con il Dark Order, non per come si sono sviluppati o per il pay-off dei momenti in sè, ma per quanto sia stato, per l'appunto, allungato il brodo.
Penso che senza la pandemia il pay-off sarebbe giunto prima ma, che gran pay-off ne è uscito.
 

2017: Kenny Omega Vs. Kazuchika Okada (NJPW)
2016: Jinny Vs. Laura Di Matteo (PROGRESS)
2015: Jimmy Havoc Vs.
Will Ospreay (PROGRESS)
2014: Dean Ambrose Vs. Seth Rollins (WWE)
2013: Hiroshi Tanahashi Vs. Kazuchika Okada (NJPW)

 

Segment of the year: La vittoria del titolo di Page (AEW)

A proposito del quale. In questa edizione molti premi sono conseguenti uno all'altro, quindi mi viene più semplice spezzare la discussione piuttosto che girare in circolo.
Il lavoro di costruzione certosina, sebbene allungata, ha portato a quello che è il momento principale di questa annata.
Quel momento in cui gli Young Bucks riconoscono il valore di Page e si mettono al suo fianco  (come Adam aveva richiesto a maggio 2019), oppure quando Kenny Omega raggiunge la consapevolezza che, Adam Page, questo Adam Page non è più il Cowboy Depresso ma è la Cowboy Shit, rappresentano pienamente il valore immenso che la vittoria di Page ha avuto.
Il trionfo festeggiato assieme agli amici veri del Dark Order rimarrà negli annali.

2017: Christopher Daniels conquista il titolo del mondo per la prima volta (ROH)
2016: The Final Deletion (TNA)
2015: Will Ospreay vince il titolo (PROGRESS)

2014: Daniel Bryan sulla cima della gabbia con tutto il pubblico che grida “Yes!” (WWE)

 

Promo Of The Year: Page affronta i suoi demoni e Kenny Omega, AEW Dynamite 16 ottobre (AEW)

Quando Adam Page, mette da parte tutte le sue insicurezze, completa il suo viaggio e riesce finalmente a dire a Omega e ai Bucks, i suoi amici, quelli che lo hanno cresciuto nel mondo del wrestling, cosa davvero pensa di loro, che cosa significhi Cowboy Shit e cosa davvero rappresenta per lui e per chi ha seguito il suo percorso, quello è sicuramente il miglior promo che questa annata possa presentarci.
Per contenuti, per modalità di espressione, per la reazione del pubblico. Uno di quei momenti che, probabilmete, dovrebbe essere visto e rivisto, compreso e rielaborato per comprendere quale sia lo scopo reale di un promo nel mondo del wrestling.

2017: The Miz imita John Cena, vari SmackDown (WWE)
2016: Daniel Bryan annuncia il suo ritiro a Raw l’8 febbraio (WWE)
2015: Kevin Owens debutta a Raw il 18 maggio (WWE)
2014: Bray Wyatt canta “He’s got the whole world in his hand” a John Cena a Raw il 28 aprile (WWE)

 



Tag Team of the year: RK-Bro (WWE)

Quest'anno una sezione dei premi che mi ha messo profondamente in difficoltà. In un periodo in cui la categoria di coppia dovrebbe essere in una forte fase di rinnovamento, penso ai Good Brothers, penso al ruolo dei Bucks, dei Lucha Bros e infine degli FTR nel tenere l'attenzione sulla categoria anche in maniera anche cross-promozionale (AEW-AAA-Impact Wrestling), non riesco a riconoscere un vero e proprio vincitore, limitato spesso anche da un lato da limiti oggettivi dei componenti dei team (Good e Lucha), oppure a difficoltà di gestione (come gli FTR) e, ritrovandosi senza degli avversari con cui far risplendere la loro nuova attitude, anche i Bucks, veri mattatori di questa categoria di premi, non sono riusciti a risplendere.
Mi trovo, quasi a sorpresa, a cercare nomi in WWE. La coppia Randy Orton e Riddle ha rubato la scena. E non parlo della inesistente categoria della compagnia di Stamford (New Day, Usos, Street Profits o Mysterios non sono minimamente paragonabili ai nomi fatti sopra), ma parlo di aver presentato una serie di fulcri narrativi all'interno delle puntate.
Da quanto tempo non si vedeva un team occupare spazi importanti all'interno di uno show?
Certo potremmo dire che i New Days tra King Of The Ring e Money In The Bank hanno rubato l'attenzione nel periodo morto dell'annata, ma come team?
Usos sono stati occupati sia della rivalità che poi come alleati nella stable del cugino Roman Reigns, ma anche qui non al centro.
Sicuramente il team servirà per lanciare Riddle nei piani alti della federazione, cosa che, se non ci fossero quelle brutte accuse di abusi sessuali, mi renderebbe felicissimo. Ho sempre sostenuto il lavoro di Riddle, sia in EVOLVE che poi in GCW e nelle altre realtà indipendenti.

2017: The Young Bucks (NJPW)
2016: The Revival (WWE)
2015: Dangee Yankess (Zero1)
2014: The Young Bucks (Free Agent)
2013: ReDRagon (ROH)


Newcomer of the year: Bryan Danielson (AEW)

In questo 2021 di nomi che hanno lasciato la WWE accasandosi in varie realtà ne abbiamo parecchi, ma nessuno ha avuto un impatto come Danielson.
Certo, abbiamo già parlato del peso del ritorno di CM Punk, ma volevo fare una distinzione più netta e precisa, riconoscendo anche il ruolo avuto da Bryan.
Quanto messo in piedi non è solanto un discorso di quanto Danielson sia stato importante per la federazione, ma anche quanto il suo arrivo abbia portato a dei miglioramenti dei suoi avversari e della qualità in ring.
Penso ovviamente alla serie di match con Adam Page attorno al titolo massimo, rivalità costruita su dei match assolutamente impeccabili e innovativi, ma non solo con lui, anche nel resto dei match (anche mascherato a Dark) ha potuto mettersi in gioco, divertendosi e portando match interessanti, vivendo una nuova vita.

2017: Aleister Black (WWE)
2016: AJ Styles (WWE)
2015: Samoa Joe (WWE)
2014: AJ Styles (NJPW)
2013: Go Shiozaki (AJPW)

Face of the year: Adam Page (AEW)

Il trasporto totale che il pubblico ha investito in Page, che ha portato al suo feud e alla sua vittoria come elementi chiave dell'annata, non può che essere considerata come la massima espressione di quello che un face rappresenta per davvero.
Aggiungendo anche questo a quelli che sono gli elementi che compongono un'ottima annata per l'attuale campione della AEW.

2017: Kenny Omega (NJPW)
2016: Sami Zayn (WWE)
2015: Kota Ibushi (NJPW)
2014: Daniel Bryan (WWE)
2013: Daniel Bryan (WWE)


Heel of the year: Matt Cardona (Free Agent)

Difficile pensare che Cardona potesse vincere qualcosa. Certo per carità, parliamo di un wrestler che ha saputo mettere in piedi alcune cose interessanti durante la sua carriera, quasi tutte fuori dal ring in realtà.
Potremmo dare le giuste colpe a una WWE che non ha mai saputo che farsene di un wrestler andato over da solo, se non quella di seppellirlo nei peggiori dei modi, penso alla roba con John Cena o Eve, ma il materiale umano di partenza è sempre stato quello che era.
Però, ed è qui che questo premio assume un senso, in quello che ha fatto fuori dal quadrato, è stato rivoluzionario. Z True Long Island Story, è stato il primo vero Vlog e super successo, forse senza non avremmo la AEW oggi, chissà. Così come si è rinnovato parlando di action figure, con una lunga serie di prodotti sia fisici che online, ma mai aveva avuto la reale occasione di mettersi in mostra su un ring di wrestling, mostrando di poter dire la sua anche in questo contesto.
A Impact Wrestling alla fin fine ha lavorato in maniera classica, agendo un po' come il classico ex-WWE che gira nelle verie federazioni indipendenti, invece in GCW ha saputo puntare gli occhi su di sè, costruendo il personaggio heel perfetto: l'ex WWE che lotta con lo stile WWE e che fa quello che farebbe in WWE (per dire chiamare il pubblico GCW Universe, vestirsi come Mr. McMahon), questo ha permesso di mettere in risalto sia i suoi avversari che la federazione stessa, lo stint da campione, poi la rivalità con Effy, hanno permesso al wrestler di portarsi a casa dell'heat legittimo, riuscendo a dar valore ai suoi avversari e alla realtà.

2017: Cody (NJPW/ROH)
2016: The Miz (WWE)
2015: WWE
2014: Bully Ray (TNA)
2013: WWE


Best on mic: MJF (AEW)

In questo 2021 ci sono stati vari wrestler che avrebbero portuto ambire a questo premio.
Sicuramente i nomi che più di tutti emergono possono essere quelli di Paul Heyman, reale anima e sostegno del The Bloodline.
Oppure penso a CM Punk, autore di un momento e serie di promo perfetti e sviluppati nella maniera più funzionale del mondo.
Però MJF, è stato una costanza in questa annata, si è ritagliato spazio promando con i migliori promoman in circolazione, Chris Jericho o lo stesso Punk. Motivo per cui reputo importante riuscire a dare un peso maggiore a un giovane che ha saputo mettersi in mostra, rispetto a nomi consolidati. Questo riuscire a mettersi in mostra è il fattore principale, il fatto di aver tenuto testa a Punk, di aver attirato l'attenzione di FOX e della WWE, sono elementi chiave, un giovane che riesce a trascendere la sua realtà e riesce a portare forza al suo nome a suon di microfono, rompendo davvero la Forbidden Door.

2017: Kevin Owens (WWE)
2016: Kevin Owens (WWE)
2015: Kevin Owens (WWE)
2014: Paul Heyman (WWE)
2013: John Cena (WWE)

 

Most improved wrestler of the year: Josh Alexander (Impact Wrestling)

Nel momento in cui Ethan Page ha deciso di lasciare Impact Wrestling per passare in AEW, era difficile immaginare un futuro più roseo per Alexander.
Il team tra i due, non è stato solo un ottimo progetto, i due lottavano come un vero team, proprio la loro  alchimia sembrava complicato emergere da singoli, risultava difficile vederli separati.
Josh è riuscito a ritagliarsi spazio prima nella X-Division, mostrando le proprie qualità, mostrando il modo in cui è riuscito a costruire una carriera e dei match in maniera completamente differente rispetto a poco prima, soprattutto con TJP.
Infine, a fine anno, l'ultimo cambiamento. Quello per il titolo massimo, per il main event, riuscendo a mettere in mostra le sue qualità anche in questo ambito. Si è ancora una volta trasformato, per la seconda volta in un anno, andando a riempire lo spazio e lo stile di lotta da main eventer.
Per questo non si può che non valorizzare e sottlineare il percoso di Josh in questo 2021, perchè è uscito come uno dei protagonisti veri dell'annata.
Si spera che la storyline di Moose non diventi troppo ripetitiva rovianndone una rincorsa verso il titolo massimo e rubandogli lo spazio che gli spetta.

2017: The Miz (WWE)
2016: Matt Riddle (EVOLVE)
2015: Seth Rollins (WWE)
2014: Konosuke Takashita (DDT)
2013: Alex Colon (CZW)

 

Rookie of the year: Jack Cartwheel (Free Agent)

Di fatto avrebbe debuttato a metà 2019 ma, per buona parte del 2020 non ha potuto far nulla, quindi obiettivamente il 2021 è il suo anno da Rookie.
Nome che si sta facendo conoscere tra GCW, PWG e indiz varie, ha uno stile accattivante. Mi ricorda per alcuni aspetti Matt Cross (mi aspetto abbia lo stesso background di ginnastica), non che il suo sia uno stile innovativo o mai visto, soprattutto nello stile videogioco tipico della scena attuale, ma quello che lo rende un nome molto interessante è la sua mentalità con cui costruisce i match, come farebbe un veterano.
Il modo in cui mette in mostra le differenti fasi, il modo in cui porta l'avversario nel punto in cui lo  deve trovare per gestire il match, un  modo di costruzione che è, appunt,o da veterano, viene difficile pensare che siamo di fronte a un rookie.

2017: Katsuya Kitamura (NJPW)
2016: Matt Riddle (EVOLVE)
2015: Chad Gable (WWE)
2014: Cachorro/The Panther (CMLL)
2013: Daiki Inaba (Wrestle-1)


 

Comeback: CM Punk (AEW)

Diciamo che il grande ritorno di CM Punk non è stato soltanto un singolo momento. Si tratta di un ritorno atteso da anni, tra speculazioni, tentativi altrove (MMA, Fumetti, Cinema), il desiderio dei fan di rivedere Punk era grande e l'attesa è stata rispettata.
Il segmento, costruito nelle settimane precedenti, ha creato un buzz mediatico unico per la federazione.
Possiamo discutere se poi si sia riusciti a cavalcarne davvero l'onda. Di sicuro non è tornato ad alto livello ancora, probabilmente quei 7 anni di stop si sono fatti sentire e vuole prima riacquisire sicurezza. Attenderei il 2022 per giudicarlo in quest'ottica ma, per quanto riguarda il segmento e il ritorno in sè, solo vedere i numeri che esso ha generato ci pone di fronte a un momento innegabile di Storia.

2017: Kota Ibushi (NJPW)
2016: John Zandig (CZW)
2015: Samoa Joe (ROH)
2014: Matt Sydal (ROH)
2013: Nick Mondo (CZW)

 

Promotion of the year: GCW

Il 2021 ha visto principalmente il proseguio di quanto si è iniziato a costruire nel 2020. La data è uno spartiacque per quanto riguarda la scena: l'ascesa della AEW, la fine del progetto NXT Globale, la chisura e le difficoltà di sigle storiche (EVOLVE, ROH, CZW, PWG), ma anche di alcune nuove realtà che fino al 2020 si stavano ritagliando uno spazio risentendo della crisi (la Beyond, la BLP per esempio). Eppure ci sono due realtà che hanno potuto emergere e farsi notare (si se volessimo contare la Gatoh Move con la sue ChocoPro sarebbero tre, ma parliamo di realtà importanti, però la cito perchè mi sembra corretto farlo).
Una è la STARDOM, l'altra è la GCW.
Su quella che è stata l'ascesa della federazione joshi in questa annata ne ho già parlato. Innegabile il suo successo nazionale (terza realtà per spettatori) e internazionale (abbonamenti e spazio sul WON), ma ho scelto di premiare la GCW per un lavoro che ha iniziato a fare dall'estate 2020.
La Game Changer Wrestling si è caricata sulle spalle tutta la scena indipendente. Ha preso quelle realtà che stavano soffrendo, che non avrebbero potuto mettere in piedi degli show e ha organizzato eventi come il Collective o la 24 ore di gennaio 2021, per permettere a tutte le realtà di rimanere vivi.
Brett Lauderdale, il capo della federazione, si è caricato le spese di luoghi e di alcuni nomi per permettere alle realtà di sopravvivere.
Oltre a questo ha spinto molto per l'inclusività, ha promosso eventi All Black o LGBT, così come hanno costruito due side project: per i giovani (JCW) e per dare risalto ai talenti della Costa Ovest (LA Fights). Oltre a questo non nega il passato, 2 Cold Scorpio o G Raver hanno spazio, così come molti giovani (Tony Deppen, Blake Christian o Alex Zayne che si sono promossi arrivando in ROH o WWE), o nomi che non ti saresti mai aspettato (Matt Cardona su tutti).
Tutti motivi che mi spingono a considerare l'attuale regina della scena indipendente come federazione principale di questo 2021.

2017: PROGRESS
2016: PROGRESS
2015: Lucha Undeground
2014: CHIKARA
2013: AJPW & CHIKARA



Wrestler of the year: Shingo Takagi (NJPW)

Ho già anticipato alcuni degli aspetti che hanno reso interessante Shingo Takagi in questo 2021.
Il fatto di essere "uno qualunque", di essere riuscito a mostrare la differenza tra un campione di passaggio e un campione a tutto campo, sul ring e fuori, riuscendo a portare avanti più rivalità anche all'esterno dal quadrato e dagli schemi più classici della narrazione NJPW, lo rende un nome importante.
Altrettanto grosso rimane il modo in cui ha saputo imporsi in questa annata, con prestazioni sempre ottime e sempre più costruite e complesse, adattandosi agli avversari e non dando mai la sensazione di essere un tappabuchi (cosa che, se si va a vedere la realtà dei fatti è), questo suo lavoro a tutto campo gli ha permesso di emergere definitivamente dal mucchio (peccato l'infortunio di Naito, che ha sicuramente stroncato una narrazione interessante) ed è stato premiato dalla federazione stessa che, a differenza di come fatto con altri nomi (EVIL, per citare un caso recente), ha scelto di farlo passare come main attraction dei due eventi principali dell'annata New Japan: il G1 Climax e il Tokyo Dome.
Un premio "alla carriera", come si usa dire in questi casi, ma mai come in questo caso specifico, più che meritato e occasione vera di consolidarsi.

2017: Kenny Omega (NJPW)
2016: AJ Styles (WWE)
2015: John Cena (WWE)
2014: Hiroshi Tanahashi (NJPW)
2013: Kazuchika Okada (NJPW)



E con questo ultimo premio si conclude la carrellata di premiazioni per questi Jeffo Awards 2021, primo articolo sul sito da molto tempo e, soprattutto primo articolodel sito in questa nuova fase.
Ci vediamo a brevissimo (se tutto va come programmato entro qualche giorno) con un nuovo articolo.
Per rimanere aggiornati quotidianamente sia sulle news che con mini articoletti di attualità e storici, il consiglio è sempre quello di seguirmi anche su Instagram e su FaceBook.

Alessio Garbini


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