Si è spento ieri notte Scott Hall. Nato il 20 ottobre del 1958, aveva 63 anni.
Lo scorso primo marzo era stato ricoverato in seguito a un incidente in casa in cui si era fratturato l'anca, l'operazione era andata bene ma un coagulo ha portato a tre infarti uno dietro l'altro e il 13 marzo era stato tenuto in vita artificialmente.
La mattina del 14 marzo Kevin Nash ha reso noto che, non appena i suoi familiari, tra cui il figlio Cody (wrestler anche lui) e la figlia Cassidy Lee lo avessero salutato, sarebbero stati spenti i macchinari che lo tenevano tra noi. La notizia è stata diffusa dalla WWE all'inizio della puntata di Raw.
Oggi celebriamo la vita e la carriera di uno dei nomi più iconici degli anni '90.
Vi ricordo che potete seguirmi su Facebook (qui), Instagram (quo) e X (qua) anche per rimanere aggiornati sulle uscite e sui prossimi appuntamenti.
Sono
anche su Threads, il nuovo social legato a Instagram. Non ho anche un
link diretto, appena lo creo lo incorporo al messaggio.
Penso che tutti o quasi abbiamo conosciuti Scott Hall per quella che è stata la sua vita burrascosa, spesso piena di episodi non professionali legati ai suoi problemi con alcol e droghe.
Mi viene in mente subito il 2007, quel famoso promo di Samoa Joe in TNA, quando Hall non si presentò perchè troppo ubriaco per prendere l'aereo; oppure il 2011 e quel video che finì anche su TMZ e ESPN di lui che lottò ubriaco e non si reggeva neppure in piedi.
Oppure penso a dei ricordi non direttamente connessi con lui, ma al contesto: il 2002 e il suo ultimo stint in WWE o il 1998 con la storyline in WCW che di fatto pose fine alla sua carriera proprio su questa sua problematica. Storyline indubbiamente oscena e irrispettosa.
Ma Scott non è stato soltanto questo; è stato per un lungo periodo durante tutti gli anni '90 uno dei nomi principali del mondo del wrestling; con ottime capacità in-ring, ottima esecuzione al microfono e un carisma naturale che lo ha reso unico.
Il triennio 1993-1995 è sicuramente il periodo magico per Razor Ramon sul ring. Aveva debuttato nel 1992 in WWF e grazie a un personaggio ispirato dallo Scarface di Al Pacino aveva preso sempre più spazio e sempre più riconoscimenti nella compagnia. Tutti ricordano il periodo attorno al titolo Intercontinentale. All'interno del quale possiamo tralasciamo alcune storyline abbastanza dimenticabili (come quelle con Jeff Jarrett o Dean Douglas) ma, fu il lungo feud con Shawn Michaels che lo ha reso un nome noto a tutti.
Un feud iniziato attorno al titolo e con il titolo finito. Un feud che si è sviluppato attorno a una scala e ai tag team. I feud paralleli con Diesel o 1-2-3 Kid che sostanzialmente vanno a costruire le fondamenta della Kliq; sono piacevoli, importanti ma mai quanto i due match con HBK.
I due Ladder Match; quello straordinario a WrestleMania X e il rematch di SummerSlam 1995, dimenticabile. Quello che viene riconosciuto come il primo Ladder Match della storia WWE (non vero, ma per oggi facciamo finta di niente). Un incontro che ha mostrato davvero che cosa potesse fare sul ring e quanto rivoluzionario potesse essere.
Anche se il mio match preferito rimane quello della Royal Rumble 1993 contro Bret Hart. Un ottimo match, costruito magnificamente nonostante la fretta, che ha permesso di far vedere a tutti che Scott non fosse solo quello visto in Florida o in AWA, ma fosse un wrestler fatto e finito pronto per il grande salto. Che non c'è mai stato.
Il 1999 è ufficialmente l'ultimo anno di Scott Hall a grandi livelli. Sebbene fu il 1998 a distruggerne la carriera per davvero. I problemi di alcol e droghe erano diventati insormontabili. Tanto che Eric Bischoff decide di affidarsi a un trattamento shock per cercare di aiutarlo, quello di parlarne pubblicamente e farne una storyline.
Ma nonostante questo, Hall non ha più avuto la fiducia di nessuno. Diventato il secondo di Kevin Nash per buona parte del 1999; viene licenziato e da quel momento non riuscirà più a tenere un lavoro. Prima il ritorno in WWE, poi i tentativi in TNA. Ma niente da fare.
Una lunga serie di apparizioni nelle federazioni più sporadiche: ECW, WWC, JCW, NJPW.
Ma una carriera ormai conclusa.
Il debutto e la formazione del giovane Scott Hall avviene in tag team. Viene associato a Dan Spivey da Dusty Rhodes in Florida e spedito a fare esperienza nelle Carolina, territorio specializzato in questo stile; concludendo nel 1984 in Central State. Qui, allo scioglimento del team, rimane nel circuito NWA con un primo stint in singolo.
Ma la AWA, orfana dei wrestler presi dalla WWF, ha bisogno di nuovi nomi. Siamo nel 1985 e Hall, prima come Magnum Hall e poi come Big Scott, riceve un buon push con l'intento di diventare il nuovo nome di richiamo al posto di Hulk Hogan. Per questo viene messo assieme a Curt Hennig, per completare la loro formazione e renderne due star.
I due assieme portano a casa sia successi sul ring che fuori. Questi giovani aiutano la AWA a riprendersi dalla batosta e sembra quasi che possa esserci un futuro per lui qui.
Questa volta è il futuro incerto della compagnia che porta Hall a lasciarla tentando altre strade. Nel periodo 1989-1990 fa esperienza internazionale: in Giappone con la NJPW, in Germania alla CWA e a Puerto Rico con la WWC; accasandosi poi in WCW nel 1991, con pochi sbocchi e lasciandola l'anno dopo per la WWF.
Dal 2008 al 2013 le problematiche di Hall con le sostanze lo portano a incrociare spesso la strada della legge.
Viene arrestato in differenti occasioni per comportamenti violenti in seguito all'uso di alcol. Assale un uomo che aveva fatto una battuta su Owen Hart; assale dei poliziotti che erano stati chiamati perchè creava problemi in un bar; viene arrestato perchè aveva tentato di strongolare la fidanzata sotto effetto di sostanze.
Seguono vari tentativi di rehab. Alcuni in autonomia, altri promossi dalla TNA o dalla WWE. Ma in poco tempo ricadendo nelle stesse problematiche.
Kevin Nash, forse l'unico amico rimasto sempre con lui, anche nelle ultime ore della sua vita, ha tentato spesso di aiutarlo, non solo standogli a fianco ma pagando anche i suoi interventi.
Il suo nome entrerà nella storia nel 1996. Il 27 maggio si presenta a Nitro. In un mondo dove non giravano ancora le news come oggi, la sua presenza e quella di Kevin Nash poche settimane dopo, fu qualcosa di mai visto. Qualcosa che nessuno pensava possibile.
Nasce così il team degli Outsiders che, nel luglio, assieme a Hulk Hogan porterà alla nascita dell'nWo. La stable che più di tutti ha portato il wrestling fuori dagli anni '80, che ha permesso alla WCW prima e alla WWF poi con l'Attitude di conquistare vette mai viste in precedenza.
Il periodo 1996-1997 a livello personale e di introiti è forse quello migliore per lui. La storyline lo porta prima a conquistare i titoli di coppia e poi a dominare attorno al titolo US, con varie toccate nelle parti alte della card. Un suo futuro da campione del mondo sembrerebbe fattibile. Fino al 1998.
Nel 2013 solo l'intervento di DDP, un altro amico vero, ha permesso di poterlo rimettere in piedi. Non solo ne ha curato il corpo, ma soprattutto lo spirito. Questo ha permesso a Scott di rinascere (un po' come Page fece già con Jake Roberts).
La WWE riconosce gli sforzi e per premiarlo nel 2014 lo inserisce nella sua Hall Of Fame come Razor Ramon. Questo apre a tutta una serie di apparizioni sia come membro della Kliq che come membro dell'nWo. Con anche ruoli importanti in due WrestleMania: nel 2015 dalla parte di Sting contro HHH e nel 2016 chiedendo a Miz di dare una nuova possibilità a Zack Ryder per il titolo Intercontinentale.
Nel 2018 e nel 2019 appare di nuovo a Raw in vari segmenti vintage; ottiene un riconoscimento unico entrando per la seconda volta nella Hall Of Fame come membro dell'nWo.
Fin da sempre per me Scott Hall ha rappresentato uno di quei nomi importanti. Un grande talento sul ring, i match citati sono pezzi di storia.
I suoi promo sono sempre stati fenomenali. Da quelli come Razor Ramon a tutti quelli come Scott Hall in WCW. Tutto questo assieme a un carisma e una presenza scenica unica.
Uno di quei wrestler tra i miei preferiti senza pensarci troppo. Una di quelle storie di vita in cui un grande talento viene oscurato dal suo passato, che già troppi danni aveva portato alla sua carriera e che, come un orologio ben calibrato, colpisce inesorabilmente portandoselo via.
“Hard work pays off, dreams come true. Bad times don't last, but bad guys do.”
Potete commentare qui direttamente sul blog utilizzando l'account Google, oppure su FaceBook o usando Instagram.
Alessio Garbini
Nel periodo di razor Ramon mi garbava un botto era tra i miei preferiti stavo tutto il tempo in casa con lo stecchino in bocca come faceva lui
RispondiElimina