Il weekend di WrestleMania ha portato alla rinascita della Ring Of Honor sotto l'egidia di Tony Khan e della AEW; oppure, questo è stato l'ultimo chiodo sulla bara che ha portato la federazione a morire definitivamente dopo 20 anni di onorato servizio.
Difficile dirlo a oggi ma, quello che possiamo fare, è capire tramite la sua storia e tramite il primo evento di Khan, Supercard Of Honor, a che punto siamo arrivati e dove possiamo andare.
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La Ring Of Honor è morta.
La Ring Of Honor non è mai stata così viva.
Difficile pensare a un mondo senza la ROH. Quando nel 2001 Rob Feinstein e Gabe Sapolsky assistettero al torneo King Of The Indies, messo in piedi dalla Californiana APW, capirono di avere in mano un possibile nuovo step evolutivo del wrestling.
Dopotutto i due nacquero e si formarono sotto la ECW: uno come produttore, l'altro come booker. Potetterò assistere a tutta l'evoluzione del prodotto messa in piedi da Paul Heyman; ci sarebbe molto da discutere della scena indipendnte che ha generato la ECW e che, come appunto possiamo vedere, ha portato alla ROH, ma penso che non sia il luogo adatto per parlarne.
Ho sentito spesso parlare di come la Ring Of Honor avesse perso la sua essenza. Ma un prodotto che si è modificato negli anni così tante volte in così tanti modi diversi, come può essere veramente visto come cambiato?
Per questo l'acquisizione di Tony Khan può tranquillamente essere rappresentata sotto quest'ottica, cioè quella dell'ennesimo cambiamento di un prodotto che, per sua natura, è andato a modificarsi in differenti occasioni e, in esse, ha sempre trovato una sua dimensione e un suo successo.
La ROH ha lasciato la sua impronta indelebile nella storia. Non solo perchè ha portato a creare nomi praticamente da zero rendendoli delle superstar, penso a Samoa Joe, Bryan Danielson, CM Punk, Nigel McGuinnes, Davey Richards, Adam Cole, i Briscoe,...
Ma anche per quello che è lo stile. In una situazione dove lo shoot style stava riprendendo piede, in contrapposizione allo stile WWEcentrico, riuscì a trovare una sua modalità chiara e precisa legata proprio a questo ritorno a uno stile di lotta più puro. Le influenze giapponesi sono evidenti, le influenze delle MMA pure. Penso a Kenta Kobashi contro Joe, penso alle sequenze di match tra Danielson e McGuiness, così come alle presenze di gente come gli SteenErico, o i nomi giapponesi: Go Shiozaki e Takeshi Morishima su tutti.
Oppure a come Nick Bockwinkel disse chiaramente che Bryan Danielson era il futuro, in quel famoso giorno del 2001.
Il ruolo del Bullet Club è stato decisivo.
Non tanto nel rovinare il prodotto (come ho letto in giro), ma proprio per cercare di andare a sviluppare un nuovo modo di vedere il wrestling.
Il ruolo della ROH e la sua alleanza con la NJPW nella nascita della AEW è evidente.
Così come il concetto di alternativa, tanto che HHH andò a creare e strutturare il progetto NXT proprio per stoppare la ROH sul suolo US.
Il 2016, cioè il momento in cui nasce la Elite, il momento in cui Cody si stacca dalla WWE, sono due momenti chiave nella storia del wrestling attuale e la Ring Of Honor gioca un ruolo centrale in tutto questo scenario.
E tutto questo scenario, ha forse portato alla fine della ROH.
Il 2020-2021 è stato un periodo terribile. Non tanto per il prodotto in sè, ma per la scena wrestling mondiale, una scena che, più di tutte ha sì sofferto, ma che ha permesso a chi ne fosse in grado di risplendere (penso alla GCW, in primis).
La Ring Of Honor veniva dall'aver perso sostanzialmente uno degli elementi clou delle sue card, il Bullet Club. Questo porta per tutto il 2019 a ricercare una sua propria identità, nonostante ci sia stato l'evento al Madison Square Garden, ma fu più un evento NJPW che ROH.
La nuova era della fedrazione sarebbe stata attorno all'unico membro del BC rimasto, Marty Scurll. Uno Scurll che si è scoperto avere relazioni con minorenni.
Il cambio di rotta verso uno stile più vicino al Pure Wrestling, con ritorno della cintura e uno scontro quasi ideologico, ha permesso alla federazione nel 2020 e 2021 di rialzarsi un po', ma mai con gli stessi risultati del periodo 2016-2018.
Il fatto che i Briscoe non potranno essere in questa nuova incarnazione della federazione è probabilmente il primo vero grosso problema.
Purtroppo i dirigenti Warner Media sono stati chiari con Tony Khan. A causa di un paio di Tweet omofobi non possono essere in federazione.
Il fatto che la ROH non sarà più sul Sinclair Broadcast rende anche infattibile al momento di vederli nella Ring Of Honor, a meno che le trattative con Discovery per mandare in onda la federazione non finiscano in nulla di fatto.
Il match con FTR a Supercard Of Honor è stato senza molti dubbi, il grande match della serata. Una narrazione tag assolutamente impeccabile che ha unito uno stile più "old school" dei fu Revival unito a quello che è uno stile brawler del sud dei Briscoe. I due team si mischiano così in maniera impeccabile e, sapendo che molto probabilmente sarà l'unico incontro per molto tempo tra i due, mettono in piedi un match eccezioanle sotto vari aspetti narrativi che va a completare il match.
Gli Young Bucks che si rinseriscono con loro e aprono al match che abbiamo visto a AEW Dynamite, fa il circolo con quello che è appunto il nuovo corso sotto l'egidia di Tony Khan e, al contempo, ricollegandosi al momento di storicità dell'Elite.
Il Bullet Club fu inesorabilmente un reale game changer nella scena statunitense, ha aperto all'ingresso della New Japan negli US, con accordo TV e accordi con la ROH, creando un'alleanza che ha permesso a entrambe di avere un grande successo.
Tra merchandising, eventi congiunti e non, quello che è stato All In rappresenta perfettamente questa storia condivisa.
Khan ha deciso di fare una card dove ha potuto far passare di mano i titoli, in modo da liberare gli spot con i wrestler a cui non è interessato direttamente.
Cioè quello che è successo con Rhett Titus e Josh Woods, due membri del gruppo di Jonathan Gresham che ha tenuto banco per tutto il 2020 e 2021 e che, con questa nuova realtà non sembrano entrarci (verrebbe da chiedersi il progetto Terminus di Gresham, iniziato a gennaio proprio con l'idea di proseguire il concetto di Pure Wrestling della stable, dove sia finito).
Titus non è mai stato un nome interessante, il fatto che sia stato sconfitto rapidamente da Minoru Suzuki, per poi dare il titolo a Samoa Joe, non poteva che essere un buon modo per togliersi dell'impiccio.
Woods, diciamo che è un buon wrestler, anche se parecchio green nonostante non sia più giovanissimo. Il match con Wheeler Yuta proprio in virtù delle sue capacità non ne esce benissimo, ma il passaggio di titolo aiuta e permette di legittimizzare il più giovane e talentuoso in vista dell'ingresso nel BCC come Pure wrestler.
Il cambiamento di modello, frose troppo legato alla NJPW e funzionale più al Bullet Club che a una vera e propria indipendenza (a differenza di una RevPro in Inghilterra), ha sicuramente dato un duro colpo quando nel 2019 ci fu un vistoso calo di introiti e di pubblico, proprio a causa della nascita della AEW.
Ma questo, non è l'unico reale motivo del fallimento della ROH.
La pandemia, la vicenda Scurll, tutti elementi che uniti hanno reso più difficile a Sinclair di proseguire la sua storia della federazione.
Una storia iniziata nel 2011, dopo uno dei tanti cambiamenti di direzioni e di obiettivi della federazione.
Non solo volti noti ci sono stati a Supercard Of Honor. Abbiamo potuto anche vedere come Tully Blanchard abbia messo in piedi una nuova stable con Brian Cage e il duo dei Gates Of Agony. Questo spiega, ma non giustifica, il frettoloso licenziamento dagli FTR visto a Dynamite poche settimane prima.
Gruppo unico verso la Ring Of Honor, non lo abbiamo ancora visto in AEW a un mese dal debutto.
Non so se l'idea fosse quella di offrire dei try-out e vedere le reazioni del pubblico, però molti nomi sembrano aver avuto questo ruolo.
Penso a Blake Christian e Alex Zayne (che assieme a Tony Deppen e Lee Moriarty associo alla stessa generazione di talenti indipendenti), entrambi che dopo l'esperienza in WWE hanno ripulito alcuni aspetti, mantenendo le loro unicità e messi in gioco, il primo con Colt Cabana, il secondo con Swerve Strickland hanno messo in piedi una buona prova.
Anche se il nome che, più di tutti ha preso le attenzioni è quello di Dalton Castle, tanto da apparire nello speciale su TNT per provare a riconquistare il titolo ROH. Una gimmick che ha sempre funzionato, unita a capacità sul ring molto interessanti. Purtroppo il brutto infortunio alla schiena patito qualche anno fa lo ha limitato parecchio, ma può sopperire con la sua presenza scenica, vederlo nella nuova ROH di Tony Khan sembra quasi una certezza.
Joe Hendry è un po' una vittima della pandemia. Entrato in ROH a fine 2019, è stato sostanzialmente lontano dai riflettori per parecchio e non ha messo in piedi un match memorabile purtroppo. Anche se ha bisogno sicuramente di avere questo tipo di spazio per mettersi in mostra.
Del quartetto di cui ho parlato, rimane fuori Tony Deppen che assieme a Shane Taylor ha parlato su Twitter di "non aver leccato il culo giusto"; perciò mi soffermo un attimo su Moriarty, che ormai è parte del roster AEW ma che, assieme a Daniel Garcia, era uno dei nomi papabili per il BCC assieme a Yuta. Questo perchè è un nome di talento. Non a caso il suo match con Jay Lethal è tra i tre migliori della serata. Wrestler con ottime capacità, come dicevo, ma che ha bisogno di una bella spintarella, soprattutto perchè a oggi in AEW è messo quasi in secondo piano (rispetto ai coetanei Yuta o Garcia), ma che ha bisogno come il pane una realtà come può essere questa nuova Ring Of Honor per potersi ritagliare qualche spazio, soprattutto se, a quanto sembra, il marchio caratteristico della fedrazione sarà un ritorno al passato, quindi più vicini allo stile Pure Wrestling del periodo d'oro 2002/2005 piuttosto che al periodo BC del 2016/2019. Il match è molto solido e Lethal ha permesso a Lee di mettere in mostra le sue capacità e di ritagliarsi il giusto riconoscimento.
E insomma è difficile pensare al periodo del BC come il reale chiodo sulla bara della federazione. Un pubblico che è abituato a cambiamenti di stile e di direzione, che ha visto passare da un modello come quello del 2002 a uno come quello del 2008, modificato ancora nel 2011 e poi nel 2016 e infine nel 2020, se è rimasto, lo ha fatto spesso per l'idea dietro la federazione, per i nomi e perchè ha sempre saputo spingere e far conoscere i talenti.
La vera forza della Ring Of Honor era quella di prendere un nome che si stava ritagliando il suo spazio e renderlo un campione a livello mondiale. Samoa Joe, CM Punk, Bryan Danielson, Adam Cole. I primi nomi che mi vengono in mente e che ancora oggi, vivono grazie a quanto la federazione ha fatto per loro. E quando un Joe se ne andava a causa della TNA, in molti parlavano di imbastardimento del prodotto, ma ha seguito il periodo di Nigel McGuinness.
Un ultimo punto, sulla chiusura e riapertura di alcuni discorsi interim. Sinclair al momento della chiusura, aveva di fatto dato libertà di movimento ai suoi ex wrestler e questo aveva creato una situazione un po' più particolare, soprattutto nel momento in cui sembrava che Impact Wrestling dovesse ereditare un pezzo di ROH (la storyline ancora in corso con il gruppo meno purist della compagnia), Deonna Purrazzo ha liberato Rok-C (Roxenne Perez) dell'impiccio della cintura, non sminuendola ma aiutando un'altra wrestler. Nel momento in cui Tony deve riprendere controllo di questa, IW aveva già il suo evento, impedendo dunque di poter avere un match di passaggio o conferma della campionessa.
Data la natura stessa della mentalità di Khan, si decide quindi per un titolo Interim che dovrebbe permettere poi un confronto per pulire la storia della cintura.
Il match tra Mercedes Martinez e Willow Nightingale non è tra i migliori possibili (anche se paragonato a quello con AQA nel preshow è un match da 10 Jeffini). La Nightingale è tra i nomi femminili attuali più interessanti in giro per la indipendenti e sicuramente l'esperienza ROH prima l'avrebbe aiutata, così come oggi potrebbe essere una buona idea.
L'ultimo match è infine il sistemare la questione attorno al ROH World Title. Un match che apre anche a altre domande e fa partire la storyline che abbiamo visto a Dynamite.
Il match avrebbe dovuto essere l'incontro di Final Battle che chiudeva la storia della ROH di Sinclair, ma dato che Bandido era positivo al Covid, fu trasformato in un match Interim tra Gresham e Lethal.
Ci troviamo quindi di fronte a un match nato con lo scopo di mettere over Jonathan Gresham in modo da renderlo un nome unico in questo contesto. Quindi Bandido lascia andare molto dello stile più spotfestoso e si concentra su uno stile più tecnico. Esiste la convinzione che in Messico ci siano solo flyer, ma la scuola della Lucha Libre (oltre a proteggere la schiena dei wrestler) porta un forte legame con lo stile più Amateur, avvicinandosi quindi proprio al discorso del Pure Rules.
Match che quindi setta sia una chiusura, chiudendo il cerchio di Sinclair (rimane in sospeso appunto solo il discorso Deonna/Martinez) che un nuovo inizio. Samoa Joe che arriva, da mentore di Jay Lethal, con Gresham che è stato allievo di Jay. Apre un nuovo cerchio di eredità, dando un peso alle parole stesse di Khan al momento dell'acquisto, dando un peso all'eredità portata dalla federazione.
Oltre a un nuovo inizio con il turn di Jay, unito a Sonjay Dutt che assale proprio Joe e aprendo al confronto con Satnam Singh a Dynamite.
Tony Khan ha decisamente ridato linfa vitale alla federazione.
Ci sono dei dati straordinari, più di 1000 biglietti venduti (prima dell'annuncio erano attorno ai 200), più di 20.000 acquisti dell'evento (senza contare gli abbonati all'Honor Club).
Sicuramente se l'idea di Khan è creare quello che la ROH è sempre stata, cioè dando un peso più alla parte di pure wrestling, dando un peso ai giovani, quindi per permettere ai nuovi Austin Aries di emergere (magari con più testa), potrebbe essere un qualcosa di molto interessante, soprattutto se hai la sicurezza di poter sfruttare certi nomi, come Lethal o Joe per spingere sia a livello creativo che poi a livello di evento in sè.
Quello che possiamo provare a vedere e come i pezzetti che sono stati messi in piedi a inizio mese, vadano a comporre un quadro complesso. Vedere la storia di Samoa Joe, il ruolo dato al titolo ROH nello speciale e la possibilità di vedere interazioni con Impact, sono ulteriori aspetti di interesse dietro a questo rilancio.
Un rilancio che sulla carta dovrebbe proseguire il discorso del 2020 e 2021, unendolo a persone e nomi da far crescere nel panorama e che in AEW rischiano di essere un po' sacrificati.
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Il prossimo appuntamento sarà domenica, con la nuova puntata di JeffoVisioni.
Alessio Garbini
Wow articolo fantastico e super dettagliato
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