AEW Revolution 2023 è agli archivi ed è stata una vera e propria rivoluzione di moltissime cose.
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Il più grande cambiamento che possiamo vedere in Revolution è legato alla struttura dello show. In molti si sono preoccupati di quella che era diventata la problematica dietro la durata eccessiva degli eventi della AEW; la risposta è stata quella di ridurne la portata 3 ore e 40 con un'ora di pre-show è decisamente meglio di quello che sono state le quasi 6 ore totali toccate lo scorso anno.
Questo non lo vedrei come una vittoria. La AEW ha da sempre cercato di riscrivere il linguaggio degli eventi di wrestling; pensiamo alla struttura delle puntate di AEW Dynamite così profondamente differenti da quelle WWE. Quasi tutte le realtà hanno sempre pensato di creare empatia col pubblico dando una struttura conosciuta, proprio perchè è dal 1997 che a Stamford scrivono le puntate allo stesso modo.
Così si è cercato di fare con i PPV. Partendo dal numero, 4 (dallo scorso anno diventati 5) e dalla loro durata. Questa durata infatti sembra quasi andare a cercare di creare un legame più con la struttura che la UFC ha creato, cioè eventi fiume complessivamente di 5/6 ore.
Se da un lato questa novità sarebbe tutto sommato ottima dall'altro rischia di creare un effetto contrario, quella che è stata la risposta dei fan a questo aspetto.
Un ulteriore rischio è quello di andare a dare una durata eccessiva anche a match che non la meritavano.
Mi spiego meglio. Una delle regole della costruzione di una card è quella di dare a determinati incontri un peso maggiore rispetto ad altri, i vari main event. Questo è stato rispettato in questa occasione.
Nei precedenti PPV spesso si era visto dare dei minutaggi simili anche a match minori. Questo veniva fatto per cercare di creare l'idea che ogni match fosse importante e allo stesso livello.
Anche qui, un qualcosa su cui mi trovo d'accordo ma questo non deve passare attraverso la durata degli incontri stessi. Un match come quello tra Chris Jericho e Ricky Starks ha avuto un ruolo e un'importanza alta, così come Wardlow contro Samoa Joe.
Due incontri importanti che hanno anche una storyline lunga e ben strutturata che trovano il loro climax. Ma i due match non superano i 15 minuti. La durata perfetta per questo contesto.
Infatti questi due sono molto simili. Entrambi si trovano in una posizione difficile. Il primo è l'opener, match che per questo riveste un ruolo essenziale, mentre il secondo è piazzato dopo uno dei main event, cioè lo scontro tra Jon Moxley e Adam Page.
Uno dei ME non tanto per importanza, abbiamo visto essere tutti sullo stesso piano, ma per come è stato pensato il match stesso. Ci torneremo tra poco.
Quindi i due incontri hanno una struttura assolutamente e logicamente impeccabile, due match che riescono a concludere due storie importanti e che hanno un peso. Starks ne esce rinforzato, così come Action Andretti dalle interazioni con la JAS; mentre Wardlow costretto a perdere il titolo per una questione di infortunio chiude la storia dando una chiusura anche narrativa a quella che era la sua evoluzione.
Un altro importante cambiamento è stata la formalità con cui i match dell'undercard sono stati pensati e strutturati con questo ruolo.
Pensiamo a due match simili. Da un lato il Final Burial tra Christian Cage e Jack Perry e dall'altro il Texas Death Match tra Page e Mox.
Erano due match strutturalmente molto simili, che potevano rischiare di diventare qualcosa di troppo uguale.
Quindi la storia cambia, si sviluppa diversamente, un Mox/Page ben più violento, dove lo scopo è quello di distruggere l'altro fisicamente, abbracciando l'anima sadica di Jon e il suo modo di costruire il brawling riportandolo all'hardcore classico. Pensiamo alla forchetta di Abdullah The Butcher.
Il match stesso è quindi un po' più potente grazie alla stipulazione. L'usare il Texas Death come caratteristica del personaggio di Page ha pagato, andando a creare dopo alcune scelte abbastanza insensate (il match con stipulazione a caso con Lance Archer), un incontro dove la gimmick ha senso e permette di portare lo scontro tra l'esperto del Texas Death contro l'esperto del brawling hadcore. In questo abbiamo un perfetto cerchio narrativo.
Il secondo in virtù di questo voler far risplendere a dovere il match successivo, ha un tono più pacato. Alla fine lo scopo era quello di seppellire Christian, andando quindi a concludere la storia, seppelendola definitivamente.
La sua importanza è proprio in questo, non è un match superficiale ha una sua storia e infatti vediamo madre e sorella di Jungle Boy nel pubblico, pronti a chiudere anche loro la vicenda una volta per tutte.
L'incontro è dunque utile a ciò, costruisce e crea un hint al seppellire e su questo si concentra. Un modo per valorizzarlo rendendolo differente, sebbene con un tono meno potente dell'altro.
Un paio di match minori hanno rispettato le aspettative e il ruolo che avrebbero ricoperto. Il Triple Threat femminile è stato il disastro ferroviario che ci aspettavamo; lottato male e utile solo a costruire qualcosa. Ma cosa è nebuloso.
Quello per i titolo tag è stato invece interessante per il finale. Il ritorno degli FTR dà finalmente un senso a tante cose. La vittoria del titolo dei Gunns in primis. La storia del non riconoscimento pubblico del team. Tutti aspetti che raggiungono finalmente un loro congiungimento e che aprono a interessanti momenti per la categoria nel 2023.
Prima di vedere il ME vediamo un'altro dei match principali per struttura. Quello tra la Elite e la House Of Black.
L'incontro è pensato per essere qualcosa di più, si vede, però la sensazione è che non volessero nemmeno superare troppo i limiti, forse perchè sapevano che nel ME ci sarebbe stato altro che necessitava di essere fortificato.
Però rimane un match divertente e che con la vittoria heel finale, assume un suo senso nell'ecosistema del PPV.
Veniamo dunque al ME. L'incontro è stato pensato come un 2 out of 3 Falls. Questo non è un male dato che l'Iron Man è una tipologia giovane; così come lo conosciamo noi è nato nel 1992 e per avere un'ispirazione non puoi far altro che affidarti a quello che più gli assomiglia, o adattarti a una struttura simile.
MJF è uno studioso. Lo abbiamo già visto in passato (in questo articolo parlo del match che ispirò MJF contro CM Punk: cliccate qui). Alla fine molti 2 out of 3 sono match da un'ora o poco più, ragionati proprio per andare a mandare over entrambi i partecipanti, un elemento che si presenta bene anche qui, infatti sia il campione che lo sfidante sono usciti rafforzati dalla sfida.
Il livello di psicologia e storytelling raggiunto da MJF a quest'età è qualcosa di straordinario. Basti pensare a come si sia giocato nel costruire tutta una lunga serie di elementi per arrivare a quello che è il tempo supplementare della sfida. Dalle bottiglie, alla bombola, fino al lavoro sulla spalla infortunata.
Il finale di suo poteva essere pensato sicuramente meglio, ma rimane una prova eccezionale di quanto si possa utilizzare degli schemi classici dell'essere heel e utilizzarli alla perfezione per arrivare a un esito moderno.
Il pensiero di MJF come studioso perfetto lo sottolineo su due momenti specifici. Il primo è quello in cui atterrando dal Moonsault inizia a vendere il dolore al ginocchio, questo porta a creare la situazione in cui il Dive di Danielson è costruito in maniera psicologicamente perfetta senza momenti in cui deve temporeggiare (elmenti più moderni tipici della Lucha).
Il secondo è quando porta Bryan all'esterno, dice al pubblico di togliersi per poi lanciarlo sul ring, una sequenza che va a spezzare il classico momento del face che viene gettato in mezzo al pubblico ma al contempo questo è un esempio perfetto di qualcosa usato non tanto per creare heat su di sè, ma per aumentare il pop sull'avversario. Infatti subito dopo lo sfidante lo colpirà con una Baseball Slide andando quindi a prendersi un pop ancora maggiore grazie all'azione di heat creata.
Parlavo di match pensato sullo scarto dei 2/3 Falls anche per quella che è la struttura, abbiamo quella che porta al primo pin pensato come un match di 35 minuti senza pause. Ci sono tutti i momenti che vanno a formare e a comporre un match e questo permette di vedere una struttura impeccabile che proprio come in quella gimmick va a diventare un incontro a se stante.
La "seconda caduta" sarebbe quella in cui ci sono i vari pin in seguito al DQ. Che serve a creare maggior heat.
La terza sono gli ultimi 25 minuti. Qui abbiamo un inasprirsi ulteriore del match, proprio come si fa nei match classici di questo tipo. Il lavoro dell'heel sul collo e il braccio diventa quindi più violento, quasi a voler creare una macro psicologia del match sull'ora che va ad abbracciare in toto l'incontro.
Proprio in questa logica i Piledriver e l'utilizzo dei tavoli assumono un senso, un modo in cui l'heat aggressivo entra in gioco nella complessità logica del match per chiudere ancora una volta un discorso di perfezione narrativa senza pari.
Ho parlato solo di MJF perchè è inequivobailmente diventato una star e questo match lo conferma, ma il lavoro di Danielson è stato impeccabile come sempre.
Ormai sembra voler dimostrare a tutti due cose. Di poter essere ancora un grande nome sul ring e soprattutto di poter giocare a un livello di lottato che è superiore a quando potremmo vedere normalmente, questo uso di match lunghi e di poter giocare bene sulla struttura sembra quasi andare ad abbaraciare due suoi sogni: quello di stare nel G1 Climax e quello di poter fare un Lucha de Apuestas all'Arena Mexico. Entrambi semnrao obiettivi difficili, ma non impossibili. Penso che una NJPW e una AEW sarebbero ben felici di poterlo portare in Giappone per il torneo; il CMLL probabilmente farebbe carte false per averlo in un program, ma al contempo il legame con la AAA potrebbe rendere la cosa difficoltosa.
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Alessio Garbini