Ho deciso che sia arrivato il momento di parlare di Sabu.
Sì, il fatto che sia tornato a AEW Dynamite con il ruolo di secondo di Adam Cole per il match contro Chris Jericho è ovviamente il motivo.
Però questo capita quasi a fagiolo con una serie di situazione su cui sto studiando e che vanno a spiegare perchè Sabu sia la più importante stella Indy della storia. E ora vi racconto come mai.
Vi ricordo che potete commentare qui direttamente sul blog utilizzando l'account Google; ricordatevi di seguirmi su Facebook (qui), Instagram (quo) e Twitter (qua) anche per rimanere aggiornati sulle uscite e sui prossimi appuntamenti.
Cerco sempre di mettere in piedi contenuti differenti per ognuno di
questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.
Il nome di Sabu viene inevitabilmente associato a quello della ECW. Non sto dicendo che questo sia sbagliato, anzi è forse la combo perfetta. Sabu, l'uomo che più di tutti rappresenta l'anima stessa della scena indipendente e la più grande federazione indipendente creano un dualismo ineluttabile.
Quella che è la narrazione che ci viene proposta oggi è quella di un territorio che nasce dal nulla e che per questo viene considerato come qualcosa di straordinario. Alla fin fine è anche la narrazione tipica che negli US viene fatta su molti uomini e aziende. Però è qualcosa di falso.
La ECW è la perfetta evoluzione di un percorso. Un percorso la cui attualità è la AEW.
E Sabu è l'uomo che rappresenta perfettamente questo percorso in tutta la sua durata.
La storia di Sabu è nota. Nipote di Ed Farhat, cioè The Sheik. The Sheik era uno dei nomi più importanti degli anni '60 e '70 non allineato con nessuno.
La sua Big Time Wrestling a Detroit era un territorio Outlaw (non allineato con le realtà principali), ma così tanto di successo da collaborare con praticamente le federazioni principali: WWE, NWA. Tanto da portare il suo uomo immagine, Sheik, a vincere differenti titoli.
Una delle caratteristiche che più di tutte gli veniva riconosciuta, era quella di essere un wrestler molto violento; il suo ruolo da superheel e il suo feud con Abdullah the Butcher rappresentano benissimo chi fosse e perchè quello che lui ha creato sia importante per la creazione della ECW.
Un ulteriore fattore comune che unisce tutti questi elementi è rappresentato proprio dalla Extreme Championship Wrestling.
Avevo già parlato del ruolo della TWA in passato (per leggerlo meglio vi rimando a questo articolo sulla: storia della ECW) ma anche questo è un tassello finale di un percorso lungo e complesso che richiederebbe uno speciale apposito.
Quello che è importante sapere in questo momento è che dal 1991, cioè quando le ultime realtà dei territori chudono definitivamente (Portland e AWA) e la NWA abbandona la WCW, il sottobosco diventa un subbuglio.
Certo esistevano varie realtà indipendenti. C'era la NWF, un'eredita di quella di Jhonny Powers, mapiene di molte di quelle caratteristiche proto-ECW che saranno chiave per il futuro. In questa realtà prendono la tradizione di territori più estremi come Amarillo (la famiglia Funk, vi dice niente?), Memphis (Jerry Lawler e i Jarrett), la Florida (Kevin Sullivan in primis) e proprio Detroit, in questo modo si inizia a offrire dei modi di fare wrestler differente, più estremo di quanto erano abituati fino a quel momento in un'era dove questi territori erano chiusi da almeno dieci anni o molto local.
Ma tornando al 1991 ci sono anche altri due protagonsiti necessari per questa storia. Dennis Coraluzzo il primo, il grande promoter che riporta in vita la NWA nel 1993. E il secondo sono i fan.
Sia i vecchi fan di uno stile più vicino al lottato che i fan cresciuti con la WWF anni '80 ma che ormai avevano superato l'infanzia; entrambi non avevano un prodotto che li rappresentassero. Se ci pensate sono anche gli elementi che ci porteranno all'Attitude. O alla AEW oggi.
In questo periodo di subbuglio prendono il sopravvento nomi come quelli di Lightening Kid, cioè Sean Waltman, oppure Cactus Jack, cioè Mick Foley. I due rimarranno indipendenti e simboli di questa scena per poco tempo. Nel 1993 uno firma con la WWE, l'altro con la WCW.
Quindi il pubblico voleva ed esigeva un nuovo eroe, un eroe che potesse prendere in mano il suttobosco che si stava costruendo.
Qui entra Sabu.
Grazie allo zio si fa spazio in Giappone. In Giappone molti nomi come Tiger Jeet Singh, The Sheik, i fratelli Funk e altre leggende dell'epoca d'oro del puroresu (fine anni '70/inizio '80), erano visti come superstar e ottengono una grossa esposizione e potere. Questo ovviamente comporta che il nipote di Ed Farhat possa essere bookato a occhi chiusi.
Nel 1989 la scena indipendente giapponese ufficialmente prende il via (lasciando stare la UWF e la Pioneer Senshi, le altre due realtà al di fuori dal gruppone principale NJPW/AJPW/IWE, una specifica che richiederebbe un altro speciale ancora) fu proprio la FMW e la sua nascita a essere la chiave di volta per la rivoluzione.
La fusione di shoot style, hardcore e lucha libre, anche grazie a introdurre elementi dalla tradizione di Puerto Rico e dei territori diventa rivoluzionario (tramite Victor Quinnoes, cioè un promoter che aveva in mano la tradizione dell'isola, la Florida e il Giappone). Anche la ECW stessa nasce grazie a tutto questo percorso.
Sabu diventa un nome proprio nel 1991, cioè quando diventa di richiamo negli US grazie al suo stint in Giappone dove mostra tutte le sue qualità: la tecnica, la follia e lo stile spericolato. Le caratteristiche che i fan di allora cercavano.
Ed è subito un successo. E solo nel 1993 le indiz US e la NWA si rendono conto del potenziale che hanno in mano e di come potrebbe cambiare la storia, per sempre.
Quello che succede tra il 1993 e il 1995 è quello che renderà il wrestler un simbolo.
Il pubblico impazzisce per lui, lo vuole vedere e diventa un nome che unisce i due poli opposti della nuova scena americana: la NWA di Coraluzzo e la ECW di Tod Gordon e Paul Heyman.
Ma quello che è il ruolo di Sabu non si ferma qui, evidenzia anche quello che era un modo di fare wrestling antiquato, che spesso faceva fatica a rimanere a passo con la realtà, per questo dovremmo attendere praticamente la morte della ECW per poter avere una scena indipendente davvero degna di questo nome.
I vecchi nomi non amavano e non amano l'evoluzione. Basta vedere oggi come un Jim Cornette non riesca a capire Kenny Omega e nel 1994 lo stesso succedeva con Sabu.
Sabu in questo triennio si divide sostanzialmente tra le tre anime che i fan dell'epoca veneravano: la ECW, il Giappone e la NWA.
Come unire dunque questi tre aspetti? Nel 1994 nasce la NWA Sabu in Michigun. Una federazione che cercando di capitalizzare sulla storia dello zio apre proprio a Detroit, con buoni risultati.
Detroit era un territorio ucciso dall'ultima run della Big Time Wrestling e anche oggi è considerato un territorio sostanzialmente morto. E il successo di questa realtà fa capire il potere che aveva.
Ma come soddisfare i fan del nuovo? Come cercare di dare in mano a lui un titolo nonostante i vecchi tromboni non volessero riconoscerlo?
Viene così creato da zero un nuovo titolo del mondo. Il titolo NWA World Independent. Un titolo nato e pensato per Sabu, da difendere all'interno del territorio di Sabu, proprio come l'NWA US Title era per lo zio più di un titolo regionale. Questo perchè non volevano che fosse campione con il titolo NWA un wrestler rivoluzionario, così lontano dai parametri vecchi.
Questo titolo va a ricollegare tutti i punti, tutti gli aspetti di questa storia. Sabu è un wrestler rivoluzionario che ha avuto un ruolo chiave nel cambiare il mondo del wrestling per sempre e come tale merita una maggiore considerazione nel suo ruolo della storia.
Quello che è il suo stile è stato così grande e importante che ancora oggi molte sequenze sono pensate e costruite sulla base di quanto ha imposto.
Giusto qualche giorno fa Blue Meanie ha commentato una cosa detta da Rob Van Dam, questo rende ancora più grande la sua capacità e ruolo nella storia.
Una delle critiche mosse più spesso è quella che facesse molti botch nei suoi match. RVD ha rivelato, confermato poi da Blue Meanie, che gli errori fossero parte della sua psicologia. Ha sempre considerato che non sempre un atleta riesce a mettere a segno un colpo perfetto, pensiamo a tutti gli sport: i tiri del calcio, del basket, le prese delle MMA,... e quindi perchè un wrestler dovrebbe sempre mettere a segno le sue mosse?
E questo è stato fatto di recente anche dagli Hardy. Un errore inserito nel match che sottolinea la base importante che Sabu ha e che rappresenta per la storia della disciplina.
Vi ricordo che potete commentare qui direttamente sul blog utilizzando l'account Google; ricordatevi di seguirmi su Facebook (qui), Instagram (quo) e Twitter (qua) anche per rimanere aggiornati sulle uscite e sui prossimi appuntamenti.
Cerco sempre di mettere in piedi contenuti differenti per ognuno di
questi quattro social; per questo è sicuramente importante riuscire a seguire tutto, per non perdersi nulla.
Alessio Garbini