martedì 2 febbraio 2016

Lucha Underground, ha ragione Jim Cornette

Jim Cornette, si è lasciato andare a un commento  non certo gradevole nei confronti di Lucha Underground. Ma le sue parole sono del tutto sbagliate?

Inoltre la compagnia, che vi ricordo è stata votata come miglior promotion del 2015 (Jeffo Awards 2015), ha già confermato la sua terza stagione e ha realizzato, nel corso della prima puntata, il suo record di ascolti, arrivando a oltre 200.000 spettatori (se si pensa che la TNA, su un canale che viene raggiunto da quasi il doppio delle case, realizza poco sopra i 300.000 è un successone).

Sicuro questo blog non è contro la federazione, anzi sto realizzando dei riassunti (raggiungibili cliccando: qui), ma le parole di Cornette racchiudono un fondo di realtà.


Che Lucha Underground rappresenti, non sono una grande novità nel piano del wrestling generalista ma, un'innovazione per lo stile di realizzazione della stessa, non è una nuova scoperta.

Spesso nel blog mi sono soffermato a sottolineare come, la federazione, sia una ventata di aria fresca dal punto di vista produttivo.
Se pensiamo che, in WWE, le ultime grosse novità sulla realizzazione del prodotto da un punto di vista visivo risalgono all'avvento dell'HD, ovvero al 2011.
La TNA ha provato a realizzare dei segmenti che cercano di giocare con il mockumentary, lo stile predominante nella cinematografia attuale, ma con risultati scarsi. Poca luce, stile "reality" che è totalmente al di fuori da ogni canone visivo visto in precedenza all'interno della stessa puntata.

Se invece cerchiamo una ristrutturazione della puntata stessa, cercando l'innovazione strutturale, bisogna risalire alle prime puntate di WCW Monday Nitro (quindi 1995-1996) e l'arrivo dell'Era Attitude in WWE (quindi 1997-1998).
I prodotti mainstream sono dunque bloccati a quasi 20 anni fa.
Per non parlare della ROH, il cui prodotto principale, è semplicemente una rilettura in chiave moderna del prodotto anni '80 a livello strutturale e scenico.

Perciò il ruolo che ha assunto Lucha Underground sembra essere quello di diventare, una realtà differente rispetto al resto del prodotto generalista statunitense. Un'innovazione da cui bisogna imparare.
E si spera che, con il successo che sta iniziando ad avere, sia dal punto di vista dei rating che, dal punto di vista dell'esposizione, sia interna al business che esterna, vedi ESPN e il possibile approdo su Netflix, si possa in qualche modo giungere a una innovazione generale del prodotto.
La WWE ha un luogo adatto per questa sperimentazione, rappresentato da NXT, prodotto che, dal punto di visto di scrittura e scenografico si ferma agli anni '70, ma che concede e permette uno spazio di manovra non visto in precedenza, uno spazio di manovra più legato a quello di una federazione indipendente (su questo discorso non basta un piccolo paragrafo, ci torneremo a breve in un articolo apposito).


Con questa esposizione mediatica che si sta espandendo a vista d'occhio, Lucha Underground sta ovviamento ricevendo una copertura che per la prima stagione non era stata possibile.

E all'interno di questo che possiamo trovare quindi il commento di Jim Cornette che ha rilasciato durante una puntata del suo Jim Cornette Experience (ha palesemente copiato il nome di questo blog, che dite gli faccio causa?).

Il discorso di Jimbo parte da un concetto condivisibile in realtà. Il tipo di prodotto offerto allontana in maniera drastica il pro-wrestling dalla sua natura più classica.
Si discosta dalla ricerca di una legittimazione del prodotto pro-wrestling.
Propone uno stile più "acrobatico".

Queste sono le affermazioni di Cornette su cui sento di concordare in pieno. Dopotutto pensiamo alla classicità, al lato sportivo del pro-wrestling.
Storicamente possiamo dire che la fine a livello generalista giunga con i primi anni '90, quando le realtà più classiche sopravvissute, come l'USWA a Memphis, la AWA di Verne Gagne o la WCCW in Texas vengono a morire.
Le realtà grosse come la WWF era sempre stata al di là di questa visione (non è un caso che Lou Thesz non considerasse un wrestler Bruno Sammartino), o che la WCW con l'acquisizione da parte di Turner e l'allontanamento di George Scott dal booking (George Scott, l'inventore di WrestleMania) avesse dirottato su un prodotto meno classica o la ECW che, questo taglio, di fatto, non lo ha mai avuto, questo movimento ai piani alti modifica e cambia anche la visione sui territori minore, la nascita di realtà come IWA-MS o CZW, per esempio.

E non per ultima l'ascesa della MMA che, come abbiamo visto: qui, nasce da una costola del wrestling, diventandone l'effettiva componente meramente sportiva.

A questo punto, Cornette usa il termine "l'ultimo chiodo nella bara", un termine corretto. Perchè, con l'ascesa delle serie TV, anche grazie a Netflix, un prodotto moderno deve per forza di cose guardare a due cose, o alle MMA, creando un prodotto che, per forza di cose, sarà una versione annacquata dello sport, oppure proponendo un tipo di cinematografia fresca e moderna.
Un po' come grandi serie come Oz, The Sopranos o Breaking Bad hanno fatto con le serie TV. Forse Lucha Underground sarà il The Wire del wrestling generalista. Il che, non è un male.

Ovvio poi che, questa visione generalista deve, per forza di cose, abbracciare un prodotto e un tipo di pubblico che sia più variegato possibile. Soprattutto se hai uno stigma addosso. El Rey è un canale che guarda non a un pubblico casuale, guarda a un pubblico che cerca la cultura ispanica. E la cultura ispanica del wrestling rimanda ai vari Rey Mysterio, La Parka,... cioè a dei wrestler prettamente flyier e che, come tali, utilizzeranno uno stile più acrobatico rispetto alla media generale.




Ovvio che poi il discorso fatalista di Cornette sia simbolo di una mentalità rimasta stretta ai tempi passati. Non è un segreto che Jimbo rimanga legato e un concetto più territoriale e meno internazionale. Ma questo non gli ha impedito di mettere in piedi e realizzare un tipo di prodotto di qualità. Se si pensa a WrestleMania 12 e al suo main event Shawn Michaels Vs. Bret Hart, oppure alla sua OVW che ha permesso di plasmare e costruire wrestler simbolo della WWE come John Cena o Randy Orton.

Mi viene quindi da pensare che ci debba essere una netta distinzione. Un prodotto indipendente che cerchi più di avvicinarsi a un prodotto più vicino alle MMA, come sta facendo la EVOLVE per esempio, mentre il prodotto generalista deve invece cercare di puntare a un prodotto più televisivo, quindi più lontano possibile dal prodotto offerto attualmente e più invece vicino a Lucha Underground.

Per oggi è tutto, l'appuntamento è a giovedì, con il secondo episodio della prima stagione di Lucha Underground.
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Alessio Garbini
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