domenica 6 febbraio 2022

JeffoVisioni: il pennarellone di CM Punk che aiuta MJF

Non posso che ritenermi soddisfatto di quella che è stata la risposta a questo nuovo appuntamento. Voglio ricordarvi che esiste anche la possibilità di commentare direttamente qui sul sito usando l'account di Google o FaceBook.
In ogni caso potete sempre farmi sapere cosa ne pensate anche su Instagram e su FaceBook, cliccando sul nome del social di vostra scelta, potete arrivare direttamente alle pagine di riferimento.

Data la buona risposta, non mi resta che annunciare ufficialmente che: JeffoVisioni sarà un appuntamento fisso qui sul sito, ogni domenica (tendenzialmente alla mattina).
Perciò sapete quanto collegarvi per non perdervi l'appuntamento.

 

 Le puntate settimanali WWE

Dopo una buona puntata di Raw ci troviamo di fronte a un episodio meno interessante. Parliamo subito delle cose assurde: Rhea Ripley Vs. Nikki ASH che chiude la rivalità in un match abbastanza inutile e che sottolinea i difetti di entrambe, quindi che non va nè ad aiutare la supereroina, nè manda over Ripley. Speriamo questo porti a qualcosa di meglio per Rhea e un repackaging per Nikki.
Invece il buono. Questa volte ho potuto identificare un segmento e un match. Il segmento è sicuramente il confronto tra Bobby Lashley e Brock Lesnar.
Dopo l'orripilante Weigh-In in cui non hanno certamente brillati i due, abbiamo potuto finalmente assistere a un buon lavoro de tutte le parti in gioco; Lesnar nel suo modo di porsi va ad abbracciare la sua nuova natura face e riesce a risultare irritante verso Bobby che viene quindi contenuto da un MVP in grande spolvero nel ruolo di manager, richiamando molto a varie figure manageriale della boxe (o dei film della boxe).

Passiamo invece a un match. Ancora una volta si parla di Austin Theory. Ancora una volta è stato messo nelle condizioni di risplendere. Dopo la prova con AJ Styles e la Royal Rumble siamo quindi di fronte a un'altra buona prestazione di Austin.
Kevin Owens riveste il ruolo di chioccia per lui e, in questo contesto, non possiamo che sottolineare quanto fatto: un match costruito come incontro da PPV e che permette di analizzare differenti aspetti attorno al lavoro del giovane Theory. Ci troviamo in un match con una psicologia complessa nella sua struttura, perchè siamo di fronte a un heel contro heel dove però, entrambi, riescono a risaltare.


Andiamo a NXT per la prima volta dalla nascita di questa rubrica (cioè due settimane, ma era sicuramente meglio usare un po' di enfasi). Ho trovato interessante lo scontro tra Mandy Rose e Kay Lee Ray, soprattutto perchè in WWE c'è la tendenza a cancellare o quanto fatto in passato (vedi Doudrop) o a non considerare storyline del passato (tranne per quelle tra "leggende" alla Royal Rumble). Perciò ho apprezzato poter vedere che in un promo riescono a far emergere da parte di Ray il passato da NXT UK Women's Champion e da parte di Rose la storyline con Otis.
Questo per esaltare sia il contrasto tra i personaggi che per sottolineare il fatto che Mandy interpreti il personaggio della Diva proveniente dall'epoca pre-Women's Revolution.


Le puntate settimanali AEW

Settimana di fuoco per la AEW. Anche se con un Dynamite che parte molto sottotono; mi ero segnato giusto di parlare del faccia a faccia tra Jon Moxley e Bryan Danielson, che è una buona svolta nei confronti del possibile feud classico di X che mena Y e poi Y mena X e di Chris Jericho che prosegue quanto detto settimana scorsa verso Sanata & Ortiz, lavorando verso un loro riconoscimento in tag.

E poi è arrivato MJF Vs. CM Punk. Ma per parlare nello specifico di un paio di aspetti, vorrei prima di tutto concentrarmi sul destrutturare il match per capire come è stato costruito.
Lo shine iniziale è permesso tramite MJF, nel senso che Punk non si prende la luce del riflettore direttamente, ma riflette tramite quanto fa il suo avversario; per esempio la sequenza sulle corde o andando fuori dal ring. Il momento del primo heat è coinciso con un elemento chiave per tutto il match, quando il face finisce contro il paletto facendosi male alla spalla.
Prima del falso finale Friedman usa la sua arroganza continuando a lavorare alla parte ferita, questo permette a CM di far emergere il suo storytelling sopraffino con sequenze in cui riesce a connettere i vari pezzi del match, proprio a causa di questo male.

Punk approfitta della baraonda per costruire il suo comeback andando poi a cercare una vendetta con la Sharpshooter e, ancora una volta, è il cervello e lo storytelling a permettere di riprendere il controllo a Maxwell, sfruttando per l'ennesima volta il braccio.
La STF è un pezzo da studiare. Sfruttato per un hope spot che sembra andare a buon fine visto che la sua narrazione è quella di lavorare le gambe dell'heel, ma nel momento clou, il braccio lo porta a mollare la presa.
Questo ci conduce al finale con uno scambio di sequenze che segue la logica dell'up up down up, in cui viene rispolverata dopo oltre 15 anni la Pepsi Plunge, la mossa che rese famoso CM Punk nello stint nelle indiz.

Il match ha una costruzione molto scolastica, perfetta per sottolineare l'essere old school di MJF in contrapposizione anche agli altri Pillars della federazione. Una modalità dunque interessante e per certi versi innovativa (così come gli FTR per la categoria tag), questa costruzione permette di dare un peso maggiore alle sequenze rimarcando la unicità sul resto del roster, un lavoro di sottrazione.
L'unica cosa che trovo spesso faticosa in questa costruzione sono i momenti in cui CM Punk usa un pennarello gigante per sottolineare le fasi distintive e la sua capacità di storytelling cross-sequenze. Ma fa il peso a spotfest in cui la costruzione da videogioco è ancora più "fastidiosa".
Sul finale in sè ho ben poco da dire. Sconfitta per Punk dove viene dato un impatto alla vittoria di MJF e alla rivalità con Wardlow, un match che non è fine a se stesso ma che sottolinea un continuum narrativo. E questa cosa a me piace sempre molto.


Passiamo a Rampage. Anche qui come per altri prodotti non sempre abbiamo chissà che qualità nelle puntata. Ma questa volta ci sono due cosucce interessanti.
La prima è il promo di Adam Cole. Finalmente sembra che si voglia stoppare questa run che stava toccando vette basse e si stia puntando verso un nuovo Cole che potrebbe permettere di riprendersi un po' di spotlight. Il suo debutto, la storia con Kenny Omega, l'arrivo dei reDRagon e le diatribe con gli Young Bucks erano stati punti interessanti, ma dei singoli momenti in quella che non è mai decollata come svolta di carriera nè a livello di storyline macro, nè nei confronti di quelle tappabuchi.

Ultimo il confronto tra Sammy Guevara e Darby Allin. Quello che dovrebbero ricordarsi è che i Four Pillars Of Heaven (da cui la AEW ha preso questo concetto) divennero tali perchè ebbero sempre a che fare tra di loro. Ho parlato di: Misawa e Kobashi in passato, ma mai direttamente di Taue, Tsuruta e Kawada.
Qui invece a parte qualche sporadica interazione, non possiamo vedere un reale scontro tra di loro. Jungle Boy non ha mai affrontano nè Allin, nè Sammy, nè MJF. Così come Sammy o MJF si sono incrociati indirettamente, o il feud Darby/MJF non è stato niente di ben costruito.
Sperando quindi che questo possibile confronto tra Allin e Guevara parta sì dalle basi (Allin è 2-0 su Sammy), così come possa prendere dal ruolo di Cody nella carriera di entrambi, ma al contempo deve essere solido sul quadrato e fuori, dando delle motivazioni e una costruzione al loro effettivo ruolo nel main event. Un po' come fu il feud tra The Rock e HHH attorno al titolo Intercontinental per la carriera di entrambi.

Il meglio del resto: oggi NJPW Strong

NJPW Strong non è granchè. Si tratta per lo più di uno showcase nato per i nomi bloccati negli US durante la pandemia e per dare un po' di esperienza TV agli allievi del Dojo.
Però ogni tanto qualcosa di degno di nota arriva. Il caso della puntata andata in onda sabato 29 gennaio; da un lato abbiamo Jay White, dall'altro Christopher Daniels.
Un buon match, molto basilare nella sua costruzione ma che ha permesso di evidenziare la capacità di costruire l'heat di White (sua unica e reale capacità) e ha permesso a Daniels di condurre l'incontro in maniera impeccabile; la durata contenuta ha aiutato molto su questo, White sui match lunghi rischia di perdere molto il focus, rendendo spesso indigesta la sua modalità di storytelling, mentre Daniels a >50 anni potrebbe non essere in grado di reggere.

Segnalazioni randomiche, ma molto malvagie

Se avere Danhausen in AEW vuole dire più contenuti come questo, sono ben contento che ci sia:


E anche per questo secondo appuntamento è tutto. Se vi è piaciuto vi ricordo di farlo girare, di commentare qui e di seguirmi su FaceBookInstagram.

Alessio Garbini


2 commenti
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2 commenti:

  1. Un articolo ben scritto, ma soprattutto fatto in modo semplice che descrive la settimana di wrestling! Tanta Roba��

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